Ecco l’anteriore sinistro di Frida visto “da sotto”. Il piede misura 13 x 13 cm. Altezza 8.5 cm.
Il tratto in rosso identifica il limite della suola. Esternamente, in colore grigio scuro, potete vedere il materiale che prodotto dalle lamine, riempie lo spazio venutosi a creare a causa della loro separazione. Il lamellar wedge, in inglese. Materiale di resistenza inferiore a quelli di cui sono costituite sia la suola che la parete. Più perifericamente, in verde, il limite interno della parete.
A) I punti identificano, se congiunti, la prossima linea di lavoro.
Da essa si dipartirà la superficie, inclinata a circa 30° rispetto al piano della suola, atta a scaricare meccanicamente la parete dalla forza che il terreno applica su di essa ed a permettere di conseguenza un più facile ricongiungimento laminare. Questo piano verrà poi raccordato in un mustang roll di forma adeguata. Quanta più parete possibile verrà lasciata al suo posto per non compromettere conseguentemente ad urti la sicurezza delle strutture sottostanti già provate. Il peso di Frida verrà quindi a gravare sulla suola. La suola, nel modello dello zoccolo teorizzato dal dr. Bowker, è parte attiva nel sostenere il peso del cavallo ma la suola di Frida dovrà farsi carico ANCHE della percentuale di peso che normalmente grava sulla parete. Di conseguenza e tanto più quanto più la suola del soggetto è fina, è necessario cautelarsi non facendo camminare il cavallo su terreni aggressivi o prevedere la sua protezione con scarpette, solette di diversa consistenza e spessore, bende in fibra (cast). Frida, con una profondità all’apice del fettone di 0.9 cm. ( 3/8 ) ed una concavità di raggio costante dimostra una suola di un certo spessore che vedo sicura sui terreni del suo paddock senza protezioni. Necessiterà di scarpetta per uscire sulle stradine pietrose circostanti.
B) L’altro suo problema, la sindrome navicolare, impone altre cautele.
- La profondità delle lacune collaterali nella parte posteriore del piede è di 3.3 cm. 0.8 cm. in più rispetto ai 2.5 cm (1 pollice ) che garantiscono una adeguata clearance delle strutture interne dal terreno nella media dei cavalli. Questa maggiore altezza dei talloni la rende capace di muoversi con disinvoltura, permettendo al tempo stesso l’alternanza di pressione e rilascio sul fettone necessaria per lo sviluppo delle strutture interne nella parte posteriore del piede ed il superamento di almeno parte dei problemi che la affliggono e che hanno determinato la diagnosi. Al momento i terreni sono umidi, i talloni affondano di quel tanto da permettere un fettone attivo ma non una pressione eccessiva su di esso.Nota 1. La distanza alla quale si trovano le cartilagini alari dal fondo delle lacune è una costante valida per tutti i cavalli.
- Con l’intervento sulla parete, arretra il punto di distacco (la linea o zona che per ultima lascia il terreno) si favorisce un passo meno rilevato, più lungo e l’atterraggio di tallone. Atterraggio benefico ed auspicato che una meccanica più efficace potrebbe però rendere “troppo” brillante e… pesante. Di conseguenza manterremo l’altezza dei talloni attuale, facendo riferimento allla attuale profondità delle lacune, per non rischiare di risensibilizzare Frida con il pericolo di riportarla all’atterraggio di punta. (Dolore nella parte posteriore del piede = atterraggio di punta)Nota 2. E’ l’atterraggio di punta che, sollecitando in modo abnorme il tendine flessore profondo e con un effetto a palla di neve, è primo responsabile della cosidetta “sindrome navicolare” . Il primo obbiettivo del trimmer o maniscalco è quello di riportare l’animale all’atterraggio di tallone.
C) Seguirà la graduale riduzione di altezza dei talloni e il ritorno ad una parete attiva (weight bearing) necessaria alla migliore soundness possibile per la cavalla.
Desidero sottolineare:
- la RIDUZIONE anticipata della altezza dei talloni in questo caso o la loro riduzione indiscriminata in qualsiasi altro cavallo, ATTA SOLO a soddisfare una moda al momento tanto ignorantemente ed inconsapevolmente diffusa, od un modello estetico malamente interpretato, comporterebbe un danno per il cavallo. Sensibilità e dolore. Dolore ed atterraggio di punta. Atterraggio di punta e stiramento laminare. Atterraggio di punta e lavoro abnorme dei tendini. Usura ed infiammazione ….
- il lavoro di scarico totale, temporaneo, della parete, dal suo ruolo parziale weight bearing è dettato dalla necessità di favorire, senza che il continuo stiramento causato dalle forze esercitate dal terreno la possano compromettere, la riconnessione laminare.
Infine nella fotografia sottostante:
- in rosso la pendenza attuale della parete ed il piano della suola
- in verde la parete dove si dovrebbe trovare in futuro, ben connessa e parallela alla terza falange e il piano della suola risultante dall’altezza dei talloni ridotta
- in bianco la terza falange. La base tratteggiata rappresenta la posizione attuale, la linea continua quella futura. La differenza non è altro che il ? tra lo spessore attuale e quello futuro sperato della suola.
Una volta ricostituita la buona connessione parete – terza falange questa dovrebbe risalire o se preferite l’intera capsula dovrebbe scendere. Aumentando lo spessore della suola. Maggiore spessore e concavità della suola, articolazione tra terza e seconda falange più alta con riferimento la corona, più libera, leve favorevoli.
Tutto questo è meccanica. La buona riuscita dell’operazione è assolutamente condizionata dalla dieta , dal movimento, dalla regolarità nel pareggio.
La dieta è fondamentale, qualitativamente e quantitativamente. Quantitativamente, comprendete come maggiore peso si traduca direttamente in un impatto più severo ed in aumentato stress laminare al distacco. Qualitativamente, la dieta troppo ricca è causa, diretta o indiretta, dell’indebolimento della connessione laminare. La carenza alimentare è di per se un altro fattore negativo. Mi riferisco ora allo sbilanciamento minerale.
Il movimento è RE e condizione necessaria per ogni riabilitazione. La continua alternanza pressione rilascio è necessaria per la generazione e consolidamento delle strutture dello zoccolo.
Pensate al bicipite del vostro braccio. Pensate di tenere sollevato un peso, anche piccolo, ma per un tempo indefinitamente lungo. Non aumenterà di massa, arriverete solo a sfinirlo. Lasciatelo adesso inerte, per un tempo indefinitamente lungo. Sapete a cosa andate incontro. Sollevate invece un peso con il vostro braccio, tutti i giorni, per una serie determinata di volte. Lo costruirete piano piano.
Lo zoccolo reagisce, e deperisce, allo stesso modo. Immobilità protratta, fondi morbidi, sono un nemico.