Alimentazione, considerazioni di un biologo.

Durante l’estate ho offerto una settimana dedicata all’alimentazione del cavallo sulla base delle ricerche ed esperienze raccolte nell’NRC (Nutrients Requirement of Horses) edito dal Consiglio Nazionale  delle Ricerche statunitense. Si tratta di una pubblicazione edita dal dopoguerra di cui ora è disponibile la sesta edizione del 2007. La disamina dei vari nutrienti ed un accenno alla biochimica ed alla fisiologia precedono dettagliate tabelle dove sono indicate le necessità di energia, proteine, macro e microelementi, elettroliti,  etc. Il fabbisogno, a seconda del peso dell’animale e delle condizioni individuali e particolari come crescita, lattazione devono essere confrontate con le percentuali ed i pesi dei nutrienti nell’alimento principe  di ogni erbivoro, il fieno e l’erba. Solo quando all’analisi i nutrienti nel fieno e nell’erba(erba che impone cautela ed attenzione alla stagione) risultano insufficienti per il peso, condizione ed attività è necessario integrare la dieta. Per l’integrazione l’alimentarista ha a disposizione altre tabelle dove può scegliere tra molti prodotti al fine di bilanciare o di mantenere bilanciato l’insieme.

Questa è la premessa irrinunciabile senza la quale non è possibile prescrivere una dieta per il mantenimento dello stato di salute e l’ottenimento di una performance. Domanda ed offerta devono incontrarsi.

L’offerta, ciò che offre il fieno a disposizione, varia entro limiti assai ampi. I valori assoluti ed il rapporto fra i vari nutrienti cambia, non è lo stesso, variando a seconda della località, varietà delle erbe, concimazione, tecnica di fienagione, immagazzinamento, età. Ciò che risulta non sufficiente quantitativamente può essere, e questo è facilmente comprensibile da tutti, integrato semplicemente aumentando la massa somministrata ogni giorno. Per esempio invece di 10 kg. di fieno ne daremo 11. Questo purtroppo è un metodo diretto e soddisfacente, entro certi limiti, se si tratta di dovere aumentare l’apporto di energia, contenuto negli  zuccheri semplici e digeribili e nelle fibre facilmente fermentabili. Non abbiamo di norma un problema di zuccheri nei fieni. Il loro contenuto percentuale é soddisfacente nella maggio parte dei casi, anzi siamo costretti a ridurre il loro contenuto se l’animale conduce vita sedentaria o è un laminitico. Somministare una quantità maggiore é facile e intuitivo finchè le caratteristiche del fieno non sono così basse da rendere ciò impraticabile. Diverso è l’atteggiamento dell’alimentarista responsabile e competente se il deficit ad esempio riguarda le proteine. Aumentare semplicemente la quantità di fieno a disposizione per fare fronte al deficit percentuale di proteine nel fieno aumentando la razione può forse soddisfare il bisogno proteico ma comporta un eccesso di energia finale sotto forma di zuccheri di cui il fieno è normalmente carico. Il problema si aggrava se all’aumento del quantitativo di fieno sostituiamo le granaglie o un mangime. Le granaglie hanno un contenuto estremamente elevato di zuccheri semplici rispetto a qualsiasi fieno od erba. L’avena, considerata il migliore alimento integratore del fieno, ha un contenuto percentuale di carboidrati solubili in acqua (ad elevato indice glicemico) molto elevato. Questa energia, se non utilizzata dal cavallo da lavoro agricolo di un tempo o bruciata dal cavallo sportivo che pratica una attività anaerobica, un allenamento intenso e gare di velocità, non può altro che essere immagazzinata nel fegato sotto forma di glicogeno o trasformata in grassi. C’è un posto per l’integrazione con granaglie ma molto ridotto, alimentaristicamente parlando, rispetto a quella che è la percezione generale causata dall’ignoranza della Scienza della Nutrizione. Scienza della Nutrizione ridotta quasi sempre ad un superficiale adattamento alle necessità di allevamento per la produzione di carne e derivati e latte o residuo mal interpretato delle condizioni di vita e lavoro dei cavalli nel passato. Il fabbisogno proteico non soddisfatto dal fieno scadente a disposizione nel centro o a casa, riscontrato con le analisi o supposto solo grazie alla mancanza di prestazione o dimagrimento deve trovare ben altra soluzione. Certo non trova soddisfazione nella somministrazione di un alimento come l’avena carico di energia e non ricco abbastanza, relativamente perché in valore assoluto lo sarebbe, di proteine.

Questo esempio potrebbe essere seguito da molti altri. Se l’animale é impegnato in una gara di fondo e avendo già soddisfatto il fabbisogno di nutrienti desideriamo bilanciare gli elettroliti ancora una volta l’analisi del fieno sarà utile anche se l’alimentarista di fatto sa già a priori che l’animale si troverà in deficit di sodio e cloro ben prima di potassio. Sodio, cloro e potassio hanno concentrazione diversa nei liquidi interstiziali e nel sudore. Sudare pesantemente non fa perdere solo elettroliti ma altera i rapporti fra ciò che rimane. Il problema sono le quantità, la stima del quantitativo di sudore in litri, le modalità di somministrazione degli elettroliti ed i tempi.

Si tratta di una scienza, di una specializzazione poco diffusa di fronte alla quale la maggior parte dei professionisti o proprietari che siano reagiscono con un comportamento piatto e omologato  che viene ricondotto erroneamente alla solita “tradizione” o al ” si é sempre fatto così”  di molto comodo, poca serietà ed efficienza.

Come in altri settori le informazioni, ricerche, pubblicazioni ed esperienza sono largamente sufficienti ma quasi del tutto sconosciute per inerzia intellettuale o commerciale a tutti i livelli ed a ogni figura professionale. L’NRC, la sua lettura, facilitata ed integrata da un buon testo propedeutico ,di fisiologia e di Scienza della Nutrizione Umana meriterebbero tempo e attenzione. La buona e corretta alimentazione cardine per la soddisfazione dell’insieme delle norme igieniche atte al mantenimento dello stato di salute dovrebbe essere conosciuta nei tratti essenziali dal proprietario e tenuta nella massima considerazione dal pareggiatore che io identifico come un operatore di igiene finalizzata al benessere animale e ahimè dal veterinario affinché sbilanciamenti, carenze ed eccessi non siano causa di malattia a breve o lungo termine. Con questo sito e gli incontri periodici offro la conoscenza ed esperienza del biologo a coloro che preferiscono la scienza alle frasi fatte pronunciate nei centri e purtroppo ancora in ambiente accademico dove si millanta per benessere animale ciò che è benessere aziendale e si adattano malamente i principi dell’alimentazione degli animali in produzione ai cavalli che sono invece animali sedentari o atleti. Rinunciare alle analisi ed al ragionamento che può condurre in loro mancanza ad escludere almeno gli errori più gravi non ha nessuna giustificazione. Purtroppo allo scrupolo ed attenzione che spesso contraddistinguono il contadino e l’allevatore non fa da specchio un altrettanto efficace comportamento da parte dell’allenatore e del proprietario.

 

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Informazioni su Franco Belmonte

Born 1952. Degree in Biological Sciences University of Genova, Italy. Researcher, CNR of Italy 1977-'80 (neurochemistry) then various task related to biology till now. Active Member and Certified Trimmer of the American Hoof Association. Didactic activity: equine podiatry and nutrition. Area of interest: evolution and physiology. Airline pilot and flight instructor for living 1981-2002.