Con questa lettura, che spero avrà un seguito data l’importanza dell’argomento, vorrei richiamare la vostra attenzione sull’alimentazione. Pensieri in libertà sulle pratiche correnti e quanto sarebbe auspicabile secondo la NHC. Prendo in prestito da Jackson l’abbreviazione NHC, Natural Hoof Care. I “quattro pilastri” della NHC sono la gestione, che intendo come spazio adeguato qualitativamente e quantitativamente, il rapporto onesto con l’uomo, la dieta semplice ed adeguata alla specie, l’intervento di pareggio tale da mantenere o ricondurre lo zoccolo verso forme e proporzioni naturali. Alla mia introduzione fa seguito un articolo della dr. Kellon in lingua originale.
L’antropizzazione e lo sfruttamento degli animali comportano riduzione degli spazi, addestramenti frettolosi e coercizione, ferrature atte a superare la mancanza di igiene ed esercizio, la distribuzione di cibi ad orari fissi. Spesso gli alimenti distribuiti sono stati sottoposti a lavorazioni e vengono scelti per la facilità di immagazzinamento e distribuzione. Vorrei soffermarmi sulla qualità del cibo. Sapete che i nutrienti sono rappresentati da zuccheri, grassi, proteine, vitamine, minerali, acqua. Gli zuccheri possono essere più o meno prontamente disponibili per la produzione di energia o strutturati in modo più pesante e complesso, le fibre. I grassi hanno molteplici funzioni come le proteine. Ma qui non vogliamo fare biochimica. Usciamo all’aperto e vediamo cosa troviamo in un fienile ed in campo. Facendo il contrario di ciò che comunemente si fa, mettiamo l’accento sui minerali, che di solito vengono lasciati per ultimi, e tra questi quelli di cui gli animali compreso l’uomo, hanno bisogno in piccola quantità, gli oligoelementi. Sono degli facilitatori delle reazioni per la produzione di energia e trasformazione degli alimenti. Reazioni che avvengono alla bassa temperatura corporea od ambiente invece che alle alte temperature proprie dei motori a vapore, alternativi o a turbina. I vegetali trovano questi minerali loro necessari direttamente nel suolo. I vegetali non sono equilibrati (o consumano più energia del necessario per equilibrarsi) nel loro contenuto di minerali se non nella misura in cui lo è il suolo su cui vivono. L’integrità ed equilibrio della terra ricade direttamente sulla salute ed il benessere (qualità di prestazione ) degli animali che a loro volta si cibano delle piante. L’ uso di concimi industriali, soprattutto se non avveduto, concorre ad alterare l’equilibrio minerale depauperando il terreno, fra l’altro, degli oligoelementi. Un esempio é la carenza di rame nel terreno. Nei campi intorno al lago di Bracciano dove vivo sia rame che zinco sono addirittura assenti. La carenza di rame, qualsiasi ne sia il motivo, umano o naturale, ha una ricaduta diretta sulla qualità dello zoccolo. Ben lo sanno coloro che si occupano di produzione animale ed hanno a che fare con marciumi e zoppie. La carenza di rame é comune anche in Nord America alle nostre stesse latitudini non so se a causa della originale distribuzione geologica o del trattamento dei campi. I concimi ammoniacali determinano carenze di rame, i concimi potassici sono antagonisti del magnesio ma rame e magnesio sono in relazione fra loro. Il molibdeno in eccesso rende il rame insolubile e quindi inutilizzabile. Etc. Non solo la semplice carenza di un elemento determina problemi, anche il mancato equilibrio percentuale tra un elemento ed un altro può renderne uno scarsamente utilizzabile. Troppo ferro riduce la capacità di utilizzo del rame, magari presente in quantità. Ed ecco che essendo i foraggi squilibrati o poveri di oligoelementi, si prova ad integrare gli animali dei minerali mancanti nella razione alimentare giornaliera. Siamo arrivati dove volevo. Non conoscendo ciò che compone la razione giornaliera non è possibile integrarla. Qualsiasi integratore si sovrappone, magari bilanciato, ad una base sbilanciata che sbilanciata rimane. Le parole integrazione ed integratore sono usate a sproposito per illudere il cliente. Senza analisi dei nutrienti presenti nel fieno, acqua e nel caso di pascolamento anche nell’erba, non è possibile alcun serio intervento correttivo. Caso mai ce ne fosse reale bisogno. Nessun biologo, medico o farmacista specializzato in alimentazione vi proporrà mai un integratore o supplemento senza essersi documentato sulle vostre particolari abitudini alimentari ed attività giornaliera. E probabilmente invece di integrare vi proporrà una rivoluzione alimentare da sostituire al disordine. Chi vende i barattoli di integrazione dopo avere depauperato la terra per l’aumento della produzione, guadagna sulla illusione del “ribilanciamento” dell’alimentazione negli animali.
Le analisi degli alimenti, atte a determinare carenze ed eccessi, sono utilizzate normalmente da coloro che allevano bestiame, o più spesso dagli alimentaristi zootecnici perché il fieno, i mangimi, l’erba, si trasformano direttamente in reddito, latte e carne. L’allevatore di bestiame ed il produttore di latte ne sono consapevoli, bilanciano le razioni al fine della produzione. Il proprietario ed il gestore di cavalli a volte ottimizzano e spingono la razione ai fini competitivi senza curarsi delle ricadute a medio e lungo termine. Ciò che manca assolutamente è la consapevolezza della necessità di bilanciamento della razione ai fini igienici per il benessere e la salute animale a lungo termine. Alcuni laboratori si occupano di analisi del fieno anche in Italia. Si tratta come sempre di informazione, domanda e richiesta. Lavorano per le stalle di bovini. Maggiori saranno in futuro le richieste da parte di proprietari di cavalli maggiore sarà l’interesse da parte dei laboratori ad attrezzarsi per soddisfarne le richieste specifiche. Il terreno, il metodo di raccolta, le ore del giorno durante le quali il fieno viene tagliato e le successive lavorazioni determinano variazioni notevoli nei nutrienti che possono essere insufficienti, in eccesso o non in equilibrio fra loro. L’approvvigionamento da parte di commercianti e da diversi contadini complica il quadro. Quindi, comperare il fieno da un commerciante senza avere conoscenza almeno elementare di ciò che si acquista espone ad inutili pericoli. Nel frattempo ed in assenza di analisi del fieno per ridurre i rischi di una alimentazione carente ed eliminare quelli più gravi di intossicazione o sovraccarico si possono evitare le sovrapposizioni, l’integrazione al buio, i supplementi, i cereali. Già il fieno potrebbe essere troppo “ricco” per il tipo di “vita e fatica” del vostro cavallo. Almeno le leguminose andrebbero assolutamente riconosciute ed evitate. Mandatemi via mail la richiesta e vi invio in PDF un fascicoletto per il riconoscimento. In caso di dubbio, può aiutare alternare e miscelare fieni di diversa origine ma naturali (da prato non seminato almeno da parecchi anni) mentre la riduzione immediata del quantitativo degli zuccheri può essere ottenuta immergendo il fieno in acqua. La durata della permanenza in acqua dipende dalla temperatura ambiente. Maggiore la temperatura più veloce sarà il passaggio in soluzione degli zuccheri semplici, carboidrati non strutturati. Zuccheri prontamente disponibili ma responsabili di alterazioni e danno. Eccessi di zuccheri e scompensi minerali sono i maggiori responsabili dei problemi dei nostri cavalli.
La prima linea di difesa dovrebbe comprendere in successione: il pascolo limitato ad alcune ore della mattina, il pascolo evitato in primavera, il rifiuto di fieni contenenti leguminose in qualsiasi percentuale (perché ne é difficilmente valutabile la distribuzione nella massa), l’abbandono di prodotti industriali, laminati, fioccati, mangimi in genere, l’abbandono delle pratiche di integrazione e supplemento al buio, il controllo degli zuccheri nel fieno, la valutazione dei minerali nel fieno.
Tutte cose discretamente semplici per chi gestisce autonomamente i propri animali, quasi impossibili per chi si serve di centri standard dove bisogna fare i conti con il ritorno economico, la organizzazione aziendale, i rapporti delicati con tutte le figure più o meno professionali con cui il proprietario del centro deve fare i conti. Centri che rappresentano l’equivalente dei condomini e la scarsa qualità di vita che li caratterizza.
Dr. Eleanor Kellon, VMD, AHA advisory panel
*Please note: This article applies to adult, nonbreeding horses.
For many, the word mineral makes you think calcium or bone, but there is much more to it than that. As a class, minerals are even more important than most vitamins because vitamins can often be manufactured by the horse or the organisms in the intestinal tract while minerals can only be obtained from the diet. Although most people would guess otherwise, minerals from supplements are actually better absorbed than minerals from the horse’s food. This is partially because some minerals in foods are bound to fiber fractions that are not easily broken down, and partially because other minerals in the food can compete for absorption. Only the carbohydrate protected minerals (“Poly” forms) remain intact in the stomach. True chelates actually may have lower absorption because of the unique features of the equine digestive tract. Proteinates and amino acid complexed minerals will largely release their minerals in the stomach, making these free ionized minerals available for absorption. They also have the added advantage of providing key essential amino acids. Also, horses extensively ferment fiber and carbohydrate throughout their intestinal tract, including in their hind gut. The volatile fatty acids produced by fermentation can bind to free minerals and carry them through the intestinal wall. This pathway is minimal to nonexistent for other species.
Forget Exotic Salt and Mineral Sources
Several companies are promoting salt supplements from natural sources that also contain a variety of other minerals. There are also products out there claiming to be ideal mineral sources because they contain up to 70 minerals. Don’t be deceived. While there are many minerals on the face of the earth, not all of them are important to the growth and health of animals and plants. In fact, some are very toxic. Years of research have shown us which minerals are important to the health of the horse and other mammals. Like us, horses are designed to get the minerals they need by ingesting a wide variety of food sources – in the case of horses, plants. Plants actively uptake certain minerals while others are only there by passive coincidence, or not at all. Bottom line is that there is zero evidence, scientific or otherwise, that horses require raw mineral sources mined from the depths of the earth, or mountain tops, or ancient sea beds. It just makes no sense. Most people know it is important to keep calcium and phosphorus intake within specific ratios. This is both because the horse’s body requires them in those amounts and also because when present in incorrect ratios they can interfere with correct absorption. Calcium and phosphorus can also influence magnesium absorption. Although you don’t hear as much about it, the same holds true for trace minerals iron, copper, zinc, manganese and selenium. Only sodium, potassium, chloride and iodine are free of issues with competition for absorption. To visualize what is happening, picture a lottery machine with the balls bouncing around and competing for the chute. If there are 99 black balls and only 1 white, it’s not difficult to picture which color is likely to get through. Keeping minerals in the correct ratios gives them all an equal fighting chance of being absorbed. Minerals do much more than form bone. Calcium is also involved in the excitability of muscle and nerve, seizure threshold, relaxation of blood vessels, release of glucose from storage forms and even blood clotting. Phosphorus is also incorporated into fats and proteins to form important structural compounds, is a key component of DNA and RNA and also is central in the most important energy compound in cells, ATP – adenosine triphosphate. Magnesium is involved in hundreds of enzymatic reactions as an indispensable co-factor. It modulates muscle and nerve function to prevent hyperexcitability. It is required for the production of ATP mentioned above, also essential for normal blood vessel function and insulin sensitivity. The list of critical functions that all minerals play in the horse’s body goes on and on. Even minerals required only in tiny amounts, like iodine or selenium, have a major impact on health and well-being that cannot be replaced by any other nutrient. Everything from immune function and reproduction to coat color and hoof health depends on minerals. The “one a day” approach to supplementing minerals and vitamins won’t work to cover deficiencies and imbalances in horses because people eat a varied diet while horses will consume exactly the same meal for months or years on end. Over and over again they eat the same excesses, deficiencies and imbalances. Feeding a balanced supplement doesn’t correct this. You have to target the problem areas. Commercial grain mixes or “balancers” you may feed are correctly balanced for minerals but this does not correct the imbalances and deficiencies in your horse’s hay or pasture. No single formula supplement can possibly be right for every situation because there is so much variability in mineral content from area to area, even field to field. Only a detailed dietary analysis can give you specific advice for your situation. However, there are some generalities that can guide you away from products that are not likely to help and towards those that will go in the right direction. The major electrolyte minerals are sodium, potassium and chloride. Hay/pasture contains anywhere from 2 to 4+ times more potassium than your horse needs at baseline. Unless you are working more than 2 hours/day in the heat, stick with supplementing plain salt only – sodium chloride. For longer work sessions or in conditions where the horse is sweating very heavily, supplement with 2 to 3 ounces of salt and use an electrolyte supplement as well, with approximately two times more sodium than potassium and two times more chloride than sodium. Minimum daily iodine requirements have recently been increased. An average size adult horse needs at least 4 mg/day. If using kelp, be sure to use a product that has a known and declared level of iodine to avoid toxicity. Single formula mineral supplements can’t be a precise match for every hay out there, but a good formulation can be a close match for most hays if it is certain the supplement isn’t actually making common imbalances, excesses and deficiencies worse. Most horses are fed a grass hay, between 15 and 25 pounds per day. Calcium is rarely deficient in grass hays and it will definitely be adequate if there is any alfalfa or clover. Phosphorus is almost always deficient, and many horses benefit from additional magnesium. Because of this, you want to keep the ratio of calcium:phosphorus and calcium:magnesium between 1.2 to 1.5:1. Iron deficiency has never been documented in an adult horse, even hard working athletes. Hays contain more than enough iron, sometimes as much as ten times more. Select a supplement with very little to no added iron. Manganese is another mineral typically present in adequate to excessive amounts. Look for low manganese, no more than 100 mg per serving. On the other hand, zinc and copper are very frequently deficient and high levels of other trace minerals makes things worse. Correcting this often requires in the neighborhood of 300 to 600 mg/day of copper and 750 to 1500 mg of zinc. Finally, there’s selenium, which is borderline to deficient in most areas except some mid-western states (check with your vet if unsure). A safe level of supplementation for all areas is 2 mg/day, and you need to get to 20+ mg/day to have a risk of toxicity problems. Proper mineral nutrition shows up externally in coat and hoof quality and internally with good immunity, smooth muscle and nerve function, normal metabolism, and much more. It’s definitely an area of preventative health care that you don’t want to leave to chance.