Archivi autore: Franco Belmonte

Informazioni su Franco Belmonte

Born 1952. Degree in Biological Sciences University of Genova, Italy. Researcher, CNR of Italy 1977-'80 (neurochemistry) then various task related to biology till now. Active Member and Certified Trimmer of the American Hoof Association. Didactic activity: equine podiatry and nutrition. Area of interest: evolution and physiology. Airline pilot and flight instructor for living 1981-2002.

Pareggio del cavallo, teoria e pratica, primavera estate 2025

Lezioni sul pareggio del cavallo con note finali sull’asino. Incontri sul web. Aprile, maggio 2025. La data di inizio sarà pubblicata alla fine del mese di febbraio. Incontri settimanali. Ogni domenica ore 20.30.

Informazioni: tramite whatsapp 3348082140 o tramite l’organizzatore Mauro Carugo.

1
Perché ha avuto tanta fortuna la ferratura. Iniziamo discutendo di un ipotetico cavallo ferrato che intendiamo naturalizzare.
Cosa facciamo, diciamo, consigliamo. Tempi, oneri e aspettative.
Alimentazione e spazi organizzati. Esperienze, successi e tentativi del passato, Bracy Clark, Senofonte.
2
Il periodo di transizione, scarpette. Terreni, attività.
3
Il pareggio prima e dopo l’arrivo a terra della linea dei chiodi. Carico periferico o distribuito? Il vet. Robert Bowker.
4
Le tre fasi didattiche del pareggio. Letture dal sito e riferimento alle principali linee sviluppate nel corso degli anni. Strasser, Jackson, Ramey, La Pierre e la mia sintesi. I libri da non perdere, i DVD da non dimenticare.
5
Navicolite e/o sindrome navicolare. Il pareggio e le aspettative.
6
La laminite ed il pareggio specifico.  Le cause. Metabolica? Meccanica? Il tendine flessore e le diverse posizioni teoriche. Assetto della terza falange, Strasser vs Jackson. Terreni, alimentazione. La agronoma Watt e il sito safergrass. La sferratura del laminitico?
7
ECIR e la veterinaria Kellon. Sindrome metabolica. L’esperienza accumulata negli anni. Confronto e aiuto.
8
Parassitosi, il metodo McMuster. Vaccinazioni. Scelta ponderata. Introduzione alla cura dei denti, come, quando e perché. Le tecniche di La Flure, del  veterinario Tomas Teskey. Attrezzi manuali, le mani in bocca al cavallo.

Parte pratica

Centro Equi Caere, Cerveteri. Roma. Altri centri o privati possono proporre la attività presso di loro.
La parte pratica, estiva al fine di permettere la frequenza,  prevede una settimana di orientamento, manualità, riconoscimento delle azioni da intraprendere nel pareggio in ordine di importanza. Lavoro guidato su almeno due cavalli al giorno per un totale di 12 a studente.
Ultimo cavallo da pareggiare in autonomia dichiarando in precedenza motivazione ed obiettivi. La documentazione fotografica, gli angoli di ripresa, registrazione di dati.
A questa attività deve seguire pratica personale con invio di materiale fotografico antecedente e successivo ai pareggi agli insegnanti e periodici, mensili, incontri di confronto sul web.
Un secondo periodo di pratica dovrebbe seguire a distanza di tempo, almeno 6 mesi, al fine di chiarire in presenza dubbi e affinare teoria e pratica.
Per chi è disponibile, nei tempi, modi e costi da stabilire, visita a diversi centri, allevamenti, scuderie per la osservazione dell’ambiente e ricaduta diretta sullo zoccolo del cavallo.

Programma suscettibile di variazioni per l’adattamento alle circostanze.
Il costo della iscrizione è volto al recupero delle spese individuali dei docenti e di organizzazione del corso come da tradizione ventennale. Scopo la divulgazione della teoria e tecnica del pareggio evitando i più comuni errori e azioni che vengono, per ignoranza e superficialità, riproposti periodicamente portando il proprietario alla convinzione che il cavallo “non può andare scalzo”. Primo fra tutti l’uso costante del coltello sulla suola.

Gli insegnanti appartengono alla scuola Ramey..Belmonte. Appartenenti già come “certified practitioner” alla American Hoof Association in seguito fusa con la PHCP di indirizzo simile. Altri possibili assistenti sono pareggiatori di decennale esperienza. La parte dedicata alla cura della bocca affidata a Chiara Itri.

dr. Franco Belmonte, bioIogo

Il pareggio in pratica – 7

Torniamo alla parte posteriore dello zoccolo occupandoci però di un piccolo ossicino, il navicolare e dintorni. L’argomento è ben descritto in una specifica sezione di questo sito, in italiano ed in inglese cui vi rimando. Buona lettura.

https://www.bitlessandbarefoot-studio.org/category/sindrome-navicolare/

Siracusa. 25/26 gennaio ‘25

Presso la struttura dei veterinari Contarini e Becheroni introduzione alla gestione naturalizzata e pareggio. Elementi per la comprensione delle patologie dello zoccolo. Informazioni: dr.francobelmonte@gmail.com

Nel tempo e secondo gli orari disposti dall’organizzatore introdurrò la materia discutendo delle motivazioni che hanno comportato la ferratura del cavallo. Di conseguenza quali sono le  condizioni necessarie alla sferratura, nel periodo di transizione e successivo mantenimento.

Dal punto di vista meccanico quali metodiche sono state sviluppate e si sono succedute  velocemente nel volgere di due decenni a cavallo del secolo, confrontandole.

Cenni di anatomia e fisiologia dello zoccolo. Dalla forma la funzione, l’individuo ed il pareggio di mantenimento appropriato alla condizione, ambiente ed attività.

Le patologie proprie della parte anteriore del piede e della piattaforma posteriore, loro genesi. Accenni al pareggio specialistico e necessaria parallela naturalizzazione della gestione.

Verranno fornite in chiusura “chiavi di accesso” al mondo del barefoot per rendere lo studente capace di orientarsi nella babele contemporanea su siti, libri e persone di provato valore etico e scientifico.

A periodi in aula alterneremo tempi in scuderia o in campo a seconda delle possibilità.

inverno 2024-25 incontri sul web

il giorno 27 ottobre inizia una serie di incontri sul web, piattaforma zoom, centrati sul cavallo.

Sulla falsa riga degli incontri degli ultimi 15 anni parliamo di gestione in generale. Alimentazione, spazi, pareggio ed altri argomenti pertinenti.

Un incontro la settimana inizialmente per trattare di dieta, formulazione, correzione, bilanciamento.

A questi seguiranno altri incontri, forzatamente frontali, in presenza, sul pareggio nel centro di Mauro Carugo e Chiara Itri a Cerveteri. Non solo da loro ma presso altri centri e privati per incontrare diverse realtà, terreni, fieni, spazi.

Chi volesse subentrare in corsa può farlo perché registriamo le lezioni. Scrivete a mr.flic@tiscali.it

Necessaria una discreta possibilità di connessione.

Gli incontri continueranno, sul web, ed in presenza, con il pareggio. Fine quello di mettere in grado i proprietari di provvedere al pareggio del proprio cavallo. Senza rinunciare ad un accompagnamento iniziale. Questa seconda parte inizierà a febbraio 25.

 

 

12 maggio 2024 introduzione alla gestione naturalizzata. Un arrivederci.

Ad un giorno dalla introduzione sulla gestione probabilmente vi chiedete se e quanto è stata utile.
Spero sia servita a rendervi consapevoli che la materia nel suo insieme è complessa. Spazi, alimentazione, pareggio dello zoccolo sono argomenti ognuno dei quali  ne sottende altri.
Un laureato in scienze naturali, un biologo, un veterinario necessiterebbero di un master annuale per specializzarsi. Il pareggio come tecnica abbisogna poi di un tempo anche  più lungo per incontrare casi, stagioni ed ambienti. Il risultato di tutto questo è che individui più o meno spregiudicati o superficiali dopo un brevissimo tirocinio spesso pagato caro si spacciano come professionisti e trattano i cavalli loro affidati come un medico che prescrivesse la stessa medicina a tutti i suoi pazienti. Quasi nessuno studia i maestri del passato in lingua originale e ne confronta idee e tecniche.
Io stesso ho avuto, tra i tanti, solo pochi allievi che hanno dimostrato di sapersi impegnare con continuità teoricamente.
Il comportamento ricorrente è quello invece di chi crede unicamente nella pratica. Che invece necessita di teoria.
Il pareggiatore e l’alimentarista non sono un semplice manuale o un bottegaio. Un pareggiatore che non riconosce una carenza od un eccesso nutrizionale non può compiere il suo lavoro. E non può farlo se non è un ottimo organizzatore degli spazi e di tutto quanto concerne la gestione. Men che meno se non conosce la pratica della gestione dell’animale che soffre, causa gravi errori di gestione, di patologie dello zoccolo.Queste mancanze lo degradano a “tagliaunghie”.
Ora, studiare e praticare non è solo uno strumento atto alla formazione di figure professionali e capace di produrre reddito.
Idea conduttrice del movimento barefoot fu quella della emancipazione del proprietario (scusate il termine inappropriato) del cavallo e il benessere animale.
Senza studiare anni  come uno studente universitario ma applicandosi con una certa regolarità e curiosità il proprietario può diventare un ottimo proprietario del suo cavallo o asino conoscendone le necessità. Già impiegare nello studio delle materie cui abbiamo accennato durante la giornata introduttiva lo stesso tempo che dedicate a montare o con il vostro istruttore di equitazione farebbe la differenza e impedirebbe al vostro cavallo di diventare una preda, ogni giorno, di parassiti, improvvisati e ciarlatani.
Quando andate a spasso o a lezione nel maneggio dedicate tempo a voi stessi. Se provate a capire che fieno sta mangiando o avete cura periodicamente dei suoi zoccoli state dedicando tempo a lui.
Se avete desiderio di continuare, senza formalismi e senza costi nella esplorazione del mondo della gestione naturalizzata Mauro Carugo o i tanti miei ex allievi sanno che sono sempre a disposizione. Se avete domande rispondo via mail ma considerate che non è praticabile la strada della ripetizione continua a mille quesiti eguali a mille interlocutori diversi. La via maestra è quella dell’aula e del campo. A molte domande trovate risposta sul sito bitlessandbarefoot-studio.com
Si tratta di un sito vasto che conta vari argomenti, ognuno con un menù che conduce ad una moltitudine di articoli. Credo ben più di 400. Di conseguenza non è navigabile con un telefonino anche se vorrei renderlo tale almeno per far si che il visitatore possa farsi una idea dei contenuti.
Buon divertimento e buone letture.
Franco Belmonte

Gli asini di Gaza

Di attualità in questi giorni la discussione sulla probabile campagna militare israeliana nel sud di Gaza dove si trovano quattro battaglioni del braccio armato di Hamas. La pressione da parte degli occidentali sul governo israeliano perché rinunci è continua. Si chiede proporzionalità e rispetto dei civili e misure alternative. Primo, non mi pare che Israele possa rinunciare a liberarsi del pericolo rappresentato da questi 4 battaglioni di esaltati che, come in passato, si riorganizzerebbero, manterebbero il controllo sul territorio e appena possibile e come da loro stessi dichiarato, ritornerebbero a compiere attacchi uguali o simili a quello del 7 ottobre. Secondo, alla richiesta di misure alternative non si sono accompagnati mai piani concreti. Solo demagogiche dichiarazioni sulla necessità  della azione diplomatica, dove si dimentica che da una parte c’è  l’unica democrazia mediorientale dall’altra terroristi. Forse una alternativa è mandare la polizia locale ad arrestarli? Infine, nessuno dei paesi occidentali si è mosso, come ventilò inizialmente il presidente Macron, per la costituzione di una forza multinazionale per combattere Hamas. E nemmeno ora i paesi occidentali sembrano esercitare su Hamas e i suoi fiancheggiatori la stessa pressione che viene esercitata su Israele. E nessuno si preoccupa se non di mandare a morire i propri ragazzi a fianco degli israeliani almeno di evacuare dalla zona di Rafa i civili per permettere all’ IDF di completare le necessarie operazioni.  Tra le richieste di Hamas la liberazione di assassini in cambio di contadini, casalinghe e militari di leva, il ritorno di Israele nei limiti territoriali pre 1967 dimenticando che allora, come oggi, fu Israele ad essere attaccata e che di norma, chi attacca e perde…perde con la guerra territori in modo permanente. Per fare un esempio sarebbe come se l’Italia rivendicasse oggi l’Istria. O la Germania i territori di confine con la Francia. Israele si ritirò dal Sinai e da altri territori, in seguito anche da Gaza dove la popolazione araba si è moltiplicata mentre gli amministratori evidentemente liberi da ogni ostacolo hanno creato una struttura militare e infrastrutturale grazie ad aiuti e donazioni pubbliche e private.  Milioni di dollari ed euro in armamenti e gallerie mentre alcuni abitanti si muovono ancora con i carretti tirati da asini. Forse sarebbe bene smettere di commuovere i telespettatori occidentali proponendo ogni giorno le immagini dello stesso carretto, smettere di criticare l’unica democrazia del Medio Oriente e finalmente sarebbe ora che l’Onu o, in mancanza di esso, gli occidentali lavorassero di concerto con Israele per spostare dal sud di Gaza i civili e costringere così Hamas priva di scudi umani a deporre le armi. Abbandonando ipocrisia e malcelati interessi. E se ciò fosse considerato non praticabile impiegando una forza multinazionale come si può pretendere che provveda un paese piccino come Israele?

Proteine “sintetiche”

Come forse alcuni biologi e molte persone comuni sono rattristato per la decisione di bando e condanna della ricerca produzione e consumo delle proteine ricavate dalla coltura di cellule.

Non ho seguito l’iter che ha consentito di arrivare a produrre proteine “sintetiche”. Da quando ero studente, ormai una cinquantina di anni fa, ho sempre pensato però che la fine degli allevamenti di animali e la loro “liberazione” passasse obbligatoriamente per la produzione di proteine costruite in laboratorio.

Il rigetto del sistema è motivato dalla pretesa insufficiente qualità delle proteine “sintetiche”. Effettivamente un pezzo di carne non è solo proteine ma porta con se un enorme numero di diversi nutrienti, cofattori, enzimi e coenzimi che concorrono a renderlo di alto valore biologico. Non credo che questo basti. Abbiamo a disposizione altri alimenti di origine vegetale che possono farne le veci. Con qualche attenzione vegetariani e vegani vivono bene e  sono ben rappresentati  tra gli atleti di livello mondiale. Potessero integrare con proteine di origine animale coltivate magari condite come meglio possibile in laboratorio, forse vivrebbero anche meglio.

Altra motivazione è la difesa del Made in Italy. Questa è veramente una sciocchezza. Interessi, rendite di posizione, non vedo altro. Se non l’interesse generale soccombere per la salvaguardia del particolare.

Eppure in un mondo che conta ben otto miliardi persone dove milioni di ettari sono sottratti al bosco ed a altre culture e dove scarseggia ormai l’acqua persino dove è sempre stata abbondante con quale ottusità si può rinunciare ad un hamburger “sintetico”. Appestati da pesticidi e concimi, avvelenati da carni gonfiate e antibiotici abbiamo perso il senno?

Sui miliardi di animali che obblighiamo ad una breve vita orribile e sono macellati peggio non un pensiero.

Non sono fiero di essere uomo anzi consapevole di avere più mezzi e capacità degli altri animali mi vergogno profondamente. La natura non è affatto bella. I virus parassitano le cellule, altri parassiti se la prendono con noi, tutti quanti approfittiamo delle piante fino ai buchi neri che si mangiano le galassie con un appetito senza fine. Se c’è qualcuno responsabile di tutto questo ha di sicuro le rotelle fuori posto.
Eppure noi che ci sentiamo tanto intelligenti e creativi, mi riferisco ora a noi italiani, non siamo capaci di vedere otto miliardi di persone su un pianeta asfissiato ne molti miliardi di povere bestie per terra, mare e cielo.

Non ne faccio una colpa a chi ci governa del tutto preso nella valutazione di interessi del momento, reso cieco dall’ignoranza e per natura umana privo della capacità di vedere al di là di un orizzonte temporale brevissimo. Diciamo che gli animali non hanno coscienza del tempo. Fosse così non dimostriamo affatto di essere diversi.

Le proteine sintetiche arriveranno prima o poi in tavola a dispetto di tutte le resistenze. Un pericolo tuttavia esiste e portano con se. La meccanizzazione in agricoltura, i trattori, ci hanno consentito di moltiplicare la produzione. Con essa il nostro numero. Tutti conoscono il rapporto che esiste tra la volpe artica ed il lemming. Con aumentare del numero dei topi aumenta, con un certo ritardo il numero delle volpi. Con l’aumentare del numero delle volpi diminuisce quello dei topi cui segue quello delle volpi e così via con un andamento ciclico senza fine. Noi costruiamo più trattori, ariamo più campi e facciamo più figli che non muoiono di fame e che a loro volta guidano i trattori. Il ciclo è più lungo ma si compirà o per mancanza di carburanti o di trattori o di campi sufficienti. Con le proteine sintetiche potrebbe avvenire qualche cosa di simile. Una sterminata quantità di cibo ed un altrettanto sterminato numero di persone che porteranno inevitabilmente con loro bisogni e aggressività, fame di spazio, di aria e di acqua.

Questo è ciò che dovrebbe preoccupare e questo si dovrebbe governare. Dovremmo in qualche modo cercare di limitarci prima che qualche cosa d’altro lo faccia drammaticamente per noi. Appunto, dovremmo ma non sappiamo.  Questa maledetta selezione del più adatto che ha determinato l’evoluzione delle specie ci obbliga a combattere contro tutto e tutti senza lasciare tempo e testa per altro.

Notizie sul sito e didattica

Questa mattina del 26 dicembre ho pareggiato i cavalli ed è stato semplice tanto l’unghia è resa tenera dalla pioggia. Mi domandavo per quanto tempo sarò in grado di continuare a pareggiare i giganti e quanto sarebbe bello se qualcuno di quelli che da e hanno imparato un mestiere o semplicemente ad avere cura dei piedi e della alimentazione del proprio cavallo se ne  ricordasse e venisse almeno a tenere un piede sul treppiede. Ma così vanno le cose, non mi aspettavo nulla di più.  Con le sessioni tenute dalla dentista americana Wendy Bryant sono di fatto terminate le occasioni di incontro già da qualche anno organizzate per me da altri. Mentre sono sempre disposto a questo ho deciso di offrire la mia esperienza teorica e pratica in cambio però di aiuto nel governo, pulizia e pareggio dei miei cavalli. Lezioni, video, pratica in cambio di aiuto. Preparazione all’ingresso nella associazione in cui è confluita la American Hoof Association. Chi fosse interessato mi chiami o mi scriva. Insieme dettiamo tempi e condizioni.

Aggiungo che questo sito verrà chiuso probabilmente alla fine del prossimo anno. Chi volesse adottarlo è il benvenuto se condivide i principi etici che lo contraddistinguono. Se avete già un vostro sito potreste aprire un “cassetto” o meglio una nuova categoria, come credo si dica in gergo compiuteresco, per garantirgli la sopravvivenza.

Il mese scorso ho ritardato di un paio di giorni di pagare per il rinnovo. Dopo solo una ora il sito era già parassitato da sellerie e dal sito Amazon per la vendita di attrezzatura come briglie,  fruste ed ogni altra porcheria inutile e dannosa che potete immaginare, in assoluto contraria a tutto quanto ho detto e fatto per quindici anni. Me ne sono lamentato con Aruba che ritengo responsabile di avere permesso questo sciacallaggio. A quanto pare il web è peggio del selvaggio west. Almeno la non ti sparavano alla schiena ma in duello regolare.

Guardando ad est.

Già quando commentai le vicende sui cambiamenti climatici mi dissero “cosa centra questo” con i cavalli e la gestione naturalizzata. Risposi che non vi è nulla di sostenibile e concreto senza  una politica che comprende  la riduzione degli sprechi e la virtuosa gestione delle materie prime  senza almeno il tentativo ed indirizzo alla pianificazione del numero degli utilizzatori. Così come predicavano negli anni del dopoguerra tutti i maggiori intellettuali e politici. Il contenimento del genere umano in un pianeta che non è di gomma che interessa a tutti ma di cui nessuno osa più parlare, pur essenziale dovrebbe essere accompagnato dalla diffusione delle più elementari regole democratiche e rispetto. Ora, se guardate ad est ed a sud, ditemi se ne trovate. Pensate a Reggeni, all’utilizzo dei migranti come arma di ricatto e per instabilizzare l’Europa, alla persecuzione di giornalisti. Dovrebbe bastare. Israele è una piccola isola democratica. Dove le donne guidano, sono padrone di se stesse. Dove si può praticare il culto che si vuole. Dove l’espressione è libera. Con tutti i problemi di un paese piccolissimo, sede di frizioni insanabili determinate da politiche internazionali secolari. Al di la di tutto quel che è oggettivamente riscontrabile è la qualità della vita e la libertà cui noi europei siamo abituati che fa la differenza. Guardando ad est ed a sud la ritrovate solo in Israele. Non parlo di uomini beninteso ma di sistemi.

Mi sono occupato di gestione naturalizzata, di animali. Senza spazi qualsiasi miglioramento è impossibile. Ma è impossibile anche in un mondo senza regole, dove la casta, il genere, la posizione iniziale sono unici riferimenti. Non vi basta come buona ragione per l’inserimento di quanto segue? Mi spiace, sento il dovere morale di richiamare l’attenzione sui razzi e l’odio contro un popolo di lavoratori, pionieri, ricercatori, contadini che hanno faticato duramente.

E questo è un blog e vivo in un paese dove per fortuna l’espressione è libera.

L’articolo che segue è tratto da IL GIORNALE.IT

Ditemi dunque, che cosa dovrebbe fare Israele? Voi che marciate nelle strade italiane o inglesi o tedesche con le bandiere palestinesi e urlate slogan che accusano Israele di crimini contro l’umanità

Ditemi dunque, che cosa dovrebbe fare Israele? Voi che marciate nelle strade italiane o inglesi o tedesche con le bandiere palestinesi e urlate slogan che accusano Israele di crimini contro l’umanità, di essere uno stato d’apartheid, di pulizia etnica, voi che difendete Hamas a Parigi, a Berlino, a Londra e a Roma, che inondate Israele di accuse storiche e fattuali sui social media; che, persino, con demenziali teorie della cospirazione suggerite che Netanyahu, diabolico principe del male, avrebbe scatenato la guerra d’accordo con Hamas per ragioni di potere. Voi che finché i terroristi bombardano le case, i kibbutz, le scuole, Gerusalemme e Tel Aviv non uscite per strada per denunciare i palesi crimini contro l’umanità contenuti nel prendere di mira la popolazione civile; voi che quando il terrorismo suicida fece duemila morti nelle strade di Israele con la Seconda Intifada trovaste il tempo, paradossalmente, solo per condannare, anche allora, il diritto alla difesa contro l’omicidio di massa della gente d’Israele che saltava per aria negli autobus e nelle pizzerie, ditemi se avete un’idea su come fermare Hamas che non prendere di mira le strutture e gli uomini di chi progetta e opera i bombardamenti.

Hamas ha attaccato Israele senza nessuna ragione, un altro round in cui tortura l’intera popolazione civile prendendola a caso di mira, senza altro obiettivo che quello di terrorizzare, uccidere, distruggere. Lo fa tenendo in ostaggio la sua popolazione: due milioni di persone. Quando la usa come scudi umani, sta lanciando missili o organizzandosi per farlo: se l’esercito israeliano si ferma proprio in quel momento, il missile di Hamas parte. E quale governo, quale esercito, ha il diritto di decidere di abbandonarsi all’eventualità che quel missile colpisca i suoi concittadini? Sarebbe pura complicità con il crimine. La verità è nella semplicità di questa vicenda e la sua manipolazione ha un carattere ideologico, è frutto di un pregiudizio contro lo Stato d’Israele come stato delegittimato, indegno di esistere e di battersi per la sua esistenza. È antisemitismo. Proprio come gli ebrei erano considerati indegni di esistere e battersi per la propria esistenza e quella dei figli. Nessun Paese ha dovuto sopportare più a lungo i colpi che il terrore gli ha inflitto.

La scelta ideologica di Hamas è definitiva, la stessa di Haj Amin al Husseini, l’amico di Hitler, negli anni ’30. Israele ha opposto in prima linea uno scudo mondiale di protezione anche morale con la forza della legge, della moralità delle armi, e di una società aperta. Se si trattasse di scontro territoriale, l’Onu non si baloccherebbe dal 1975 con risoluzioni che ripropongono l’idea che «sionismo è uguale razzismo». È vero il contrario: il sionismo di un qualsiasi israeliano, e anche di Netanyahu che da ignorante presuntuoso, un ministro e vicepresidente del Pd, Provenzano, accusa di essere un reazionario, è fiducia nella apertura della propria casa, come provano le tante offerte di pace sempre rifiutate dai palestinesi, nella democrazia così costosa, ma è anche identificazione chiara del nemico che ti vuole uccidere. Delegittimando Israele dal suo diritto alla difesa, si sottintende la legittimità, per converso, dell’eliminazione del popolo ebraico. Israele deve fermare Hamas, anche se la guerra asimettrica è terribile e dolorosa: fingere di non capirne il significato evidente significa alla fine condividere almeno in un angolo del proprio cuore l’idea che nella parola ebreo esista un contenuto di illegittimità, specie nel momento dell’autodifesa contro l’aggressione e la violenza armata.

Panoramica sulla ricerca e la prevenzione Covid

Questo video di metà dicembre ’20 è stato realizzato in collaborazione tra Israele ed Italia . Tre gli interventi.

Divulgativo e comprensibile ma ad ottimo livello.

Grazie a Israele.net per l’opportunità.

Al momento, 1 gennaio ’21, il Times of Israel dichiara un numero di vaccinati al giorno tale da rendere possibile l’intervento su metà della popolazione per la fine di febbraio (compreso richiamo). Da notare che i numeri, abitanti e superficie, sono paragonabili a quelli di una regione italiana. Ancora una volta un esempio di splendida organizzazione.

 

1 Gennaio 2021
Mentre la campagna di vaccinazione anti-coronavirus israeliana sta per entrare nella seconda settimana, il Ministero della Salute ha riferito giovedì che finora sono stati vaccinati quasi 800.000 israeliani. Con un ritmo che ha raggiunto le 150.000 iniezioni al giorno, il Ministero ha riferito che circa il 33% della popolazione over-60 ha ricevuto la prima delle due dosi necessarie. Israele figura tuttora in testa fra i paesi del mondo per numero di vaccinazioni pro capite, con il 7,74% della popolazione vaccinata. Il ministro della salute Yuli Edelstein ha voluto ringraziare in particolare tutto lo staff sanitario che sta garantendo gli alti tassi di vaccinazioni in 257 postazioni distribuite in tutto il paese. Edelstein ha tuttavia aggiunto che Israele dovrà sospendere le vaccinazioni per due-tre settimane per consentire a coloro che hanno fatto la prima iniezione di poter ricevere la seconda dose di richiamo.

(Israele.net)