Archivi autore: Franco Belmonte

Informazioni su Franco Belmonte

Born 1952. Degree in Biological Sciences University of Genova, Italy. Researcher, CNR of Italy 1977-'80 (neurochemistry) then various task related to biology till now. Active Member and Certified Trimmer of the American Hoof Association. Didactic activity: equine podiatry and nutrition. Area of interest: evolution and physiology. Airline pilot and flight instructor for living 1981-2002.

Brigitte

Brigitte é una femmina araba sulla trentina. In queste fotografie la sequenza dei nove mesi di pareggio. Avrà una vecchiaia serena se la padrona, accorta, terrà a freno il suo appetito d’erba. Il recupero è stato costante. Brigitte, nonostante l’età, i trascorsi e la completa saldatura delle articolazioni tra prima e seconda falange si muove con sorprendente disinvoltura ed è un piacere vederla andare a spasso per il maneggio.

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Maremmano

Ecco un altro cavallo. Si chiama Nuvola. Uno degli animali più forti, buoni e sani che ho incontrato. Una maremmana di 8 anni. Nonostante l’abbandono il piede è forte, il fettone sano, la muraglia compatta. Credo che il maremmano per le modalità di allevamento nei secoli, i caratteri selezionati, la capacità di sopportare una alimentazione non propriamente attenta ai canoni “dietetici” tanto più necessari nei cavalli alla moda, sia uno degli animali su cui puntare.

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Cavallo argentino a Roma

Molta gente tiene sferrato il cavallo per risparmiare sul costo del maniscalco, il  cavallo  sferrato necessita di eguale cura periodica.

Tanti, ignoranti, o ingannati da una falsa informazione, credono di potere provvedere da sè magari avendo frequentato un “corso” della durata di un fine settimana.

Campero, un cavallo argentino, con il piede sinistro sgrossato. Il poverino veniva fatto lavorare in queste condizioni. Credete che questo misero comportamento umano sia giustificabile?

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Pony da concorso, ascessi

Tutto sugli ascessi? Leggete questa pagina di Linda Cowles (American Hoof Association):   http://healthyhoof.com/articles/abscess_page.php

Segue un esempio di ascessi multipli contemporanei durante il periodo di transizione.  Età 14 anni.  Il pony, sferrato, ha fatto da sé. L’ascesso, frequente nel cavallo dopo la sferratura, o in seguito a laminite, indica la fase di guarigione e il ritorno alla sensibilità, alla circolazione, all’elaterio. In una parola la capacità di reagire se volete.

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Frida – Sindrome navicolare e distacchi

Vi presento Frida. Ho conosciuto la cavalla l’anno scorso quando Marco, il suo proprietario, mi ha chiamato su indicazione del suo veterinario il dr. Romagnoli (ASL RM F). La diagnosi, sindrome navicolare. Dopo una lunga chiacchierata ho sferrato Frida ed eseguito un primo pareggio. Da allora la ho potuta incontrare con discontinuità. Senza una particolarmente attenta gestione ha reagito positivamente.

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Un progetto per Frida

Ecco l’anteriore sinistro di Frida visto “da sotto”. Il piede misura 13 x 13 cm. Altezza 8.5 cm.

Il tratto in rosso identifica il limite della suola. Esternamente, in colore grigio scuro, potete vedere il materiale che prodotto dalle lamine, riempie lo spazio venutosi a creare a causa della loro separazione. Il lamellar wedge, in inglese. Materiale di resistenza inferiore a quelli di cui sono costituite sia la suola che la parete. Più perifericamente, in verde, il limite interno della parete.

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Profondità delle lacune

La profondità delle lacune collaterali in prossimità dei talloni ed all’apice del fettone è uno dei dati maggiormente significativi per la valutazione di uno zoccolo di cavallo. La terza falange è parallela alle lacune collaterali e distante da esse in modo costante. La profondità delle lacune può essere messa da un osservatore professionista in relazione con lo spessore della suola e consente di identificare grazie alla misura ed alla forma della suola (concava, piatta, o in combinazione piatta perifericamente  e concava internamente) una soprasuola o una suola sottile. Il loro orientamento con l’orientamento di P3 rispetto al piano della suola. L’eventuale differenza di profondità delle due lacune, posteriormente, è utile per il bilanciamento mediale-laterale quando altre osservazioni sono in contrasto fra loro. Mentre la profondità all’apice non dovrebbe essere inferiore a 3/8 – 1/2 pollice(12 mm.) quella rilevata posteriormente non dovrebbe essere inferiore a 3/4 di pollice (18 mm.) Un tallone di solito non può essere abbassato in modo tale da ridurre questa profondità al di sotto di questo valore. Ne deriverebbero sensibilità, dolore, conseguente atterraggio di punta. Questo non per fornire una tabella, uno zoccolo non dovrebbe essere lavorato secondo misure o  pendenze arbitrarie. E’ la capacità di sintesi nella osservazione e la conoscenza di ciò che è “naturale” che dovrebbe orientare la nostra azione.

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Frida (continuazione)

La fotografia di sinistra (A) è la stessa riportata nel progetto, senza le evidenziazioni colorate. La fotografia di destra è relativa allo stesso piede. I due pareggi appartengono a due diverse concezioni e filosofie.

Nella foto di sinistra la parete rimane attiva, weight bearing, anche quando lo zoccolo è posato su un piano rigido. E’ ben visibile in entrambe le foto il “callous ridge”, limite della suola.

Nella foto di destra a circa 4 mm. dal ridge in punta e via via sempre meno allontanandosi verso i quarti parte il piano inclinato atto a scaricare parzialmente la parete. Questo piano è poi finito con il roll.

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