Archivi autore: Franco Belmonte

Informazioni su Franco Belmonte

Born 1952. Degree in Biological Sciences University of Genova, Italy. Researcher, CNR of Italy 1977-'80 (neurochemistry) then various task related to biology till now. Active Member and Certified Trimmer of the American Hoof Association. Didactic activity: equine podiatry and nutrition. Area of interest: evolution and physiology. Airline pilot and flight instructor for living 1981-2002.

Parassitologia, sul controllo dell’infezione

La somministrazione stagionale o addirittura bimestrale di antielmintici induce resistenza, i farmaci intervengono negativamente sono causa di stress e concorrono, secondo Jackson, contribuiscono a creare le condizioni per il progressivo deterioramento delle strutture dello zoccolo.

La pulizia dei pascoli (chi la fa?) e delle stalle, la rotazione dei pascoli, il pascolo misto cavalli, bovini, etc contribuisce alla limitazione dell’infestazione.

La identificazione e la conta dei parassiti è essenziale al corretto utilizzo degli antielmintici altrimenti indiscriminato e cieco.

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Storie di cavalli: Funny e Schnappi

L’articolo che segue è stato pubblicato sul secondo numero di questo anno (2010) sul Notiziario delle redine lunghe a cura del Gruppo Italiano Attacchi.

Chi di voi ha letto il racconto pubblicato sul notiziario n°2 del 2009 ha già un’ idea della mia vita con i cavalli.

Acquistati che avevano solo sei mesi, non avrebbero potuto “esserepresiedattaccati”

Mentre crescevano ho avuto tempo e modo di instaurare con loro un rapporto fatto di nulla se non stare insieme, movimenti, dialoghi tramite il linguaggio del corpo in attesa che arrivasse il momento di metterli davanti ad una carrozza. Pur pesanti come sono diventati, otto e nove quintali, sanno essere veloci ed eleganti nei movimenti e mi piace osservarli quando trottano fieri con passo rilevato.

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Crioterapia

Questo mio passo è destinato principalmente a coloro che hanno la sventura di avere un cavallo laminitico o che ha sofferto di attacchi ed alla proposta di trattamenti crioterapici in parallelo a quelle tradizionali.

La crioterapia è argomento attuale di studio. Ne vengono proposte svariate applicazioni. La più chiacchierata è quella per la cura e/o la prevenzione della laminite.

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Parassitologia: predatory fungus could aid control

by: Stacey Oke, DVM, MSc

Ecco qualche cosa di interessante che è stato finora celato e osteggiato. Pensate agli interessi dell’industria farmaceutica che vende paste antielmintiche.

E’ di molti anni fa la sua sperimentazione in Svezia, speriamo sia la volta buona. Si tratta di somministrare ai cavalli nella dieta spore di funghi che depositate con le feci nei pascoli provvedono a sviluppare una rete atta a digerire le larve dei parassiti.

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Alimentazione, la leggenda del fiocco

di Alberto

Il termine fioccatura si applica alle granaglie che vengono schiacciate per laminazione dopo aver subito un trattamento termico.

Il processo fu massicciamente adottato negli anni ’70 per la nutrizione del vitello a carne bianca, molto di moda in quel tempo. Questo avveniva per evitare l’arrossamento delle carni, caratteristica del passaggio da monogastrico, il vitello, a poligastrico, il manzo.

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Lettera aperta a Jaime Jackson

In adesione e risposta al suo appello per l’adozione di un comportamento etico nella ricerca.

Questa lettera aperta è una delle due risposte date a Jacksone  pubblicate nel numero 50 di the horse’s hoof. Nel precedente numero, il 49 di The horse’s hoof, Yvonne Welz ha pubblicato la sua “petizione per una ricerca etica” richiamando l’attenzione pubblica sulle modalità di lavoro del laboratorio del prof. Pollitt in Australia e sulla inutilità delle sofferenze degli animali. J. Jackson già nella sua pubblicazione Founder riteneva la laminite un accidente facilmente evitabile grazie solo ad una più attenta e consapevole gestione. Ritiene la ricerca nel campo frutto di distorsione, alienazione e interesse, miopia. La stessa miopia che il Dr. Cook, il veterinario famoso nel mondo per la sua ricerca sui danni inflitti dalla imboccatura, attribuisce a veterinari ed università nei confronti del movimento barefoot.

Grazie Jaime, anche io rifiuto il sacrificio di cavalli e pony sull’altare della ricerca sulla laminite. Questa petizione, questo appello, é degno della massima considerazione. Due anni fa dopo avere riletto i lavori di coloro che passano per essere i massimi ricercatori sulla laminite scrissi sul mio sito nella pagina dedicata a questa malattia:

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Approccio barefoot alla laminite

Di Ipparco, moderatore della sezione barefoot del FORUM IL CAVALLO, al secolo Leonardo de Curtis, un bel saggio sulla laminite, una malattia indotta dall’antropizzazione, l’opera di trasformazione dell’ambiente naturale attuata dall’uomo per soddisfare le proprie esigenze e “migliorare” la qualità della vita.

Non si tratta di una lettura semplice, almeno a tratti, ma conoscete qualche cosa che non sia complicato? Spesso abbiamo a che fare con attività che finiamo col definire facili, almeno una volta fatta esperienza e preso confidenza. Facili, ma complicate dal gran numero di variabili che abbiamo imparato tuttavia a gestire con il tempo con disinvoltura. L’infiammazione, cui è dedicato questo articolo, è qualche cosa di simile. Le cause sembrano essere tante, molteplici, e lo zoccolo un parafulmine. Manca un comune denominatore se non il disordine metabolico. E’ mancata finora l’identificazione dell’anello che, rotto, eviterebbe l’esito. “Le ricerche attualmente in corso puntano ad identificare un fattore scatenante (o anche solo un anello della catena) che sia comune a tutte queste cause “macroscopiche”, nella speranza di poter interrompere il processo intervenendo farmacologicamente in modo opportuno. Personalmente su questo particolare aspetto sono abbastanza scettico….”  Anche io (FB) sono scettico. Cercare un anello, una chiave farmacologica per la risoluzione del problema non credo rappresenti una strategia corretta quanto la restituzione a questi animali del diritto ad una vita più consona alla loro natura. Certo, ci sono animali che, a dispetto della qualifica di “domestici”, domestici non sono e sembrano soffrire maggiormente della riduzione in cattività. I mustang questo anello, che sfugge all’identificazione dei ricercatori, lo hanno spezzato. Tornano ad esserne vittime con la cattura…

Su un punto desidero esprimere la mia opinione. Nella parte dedicata al “primo soccorso” Leonardo scrive : “chiamate il veterinario immediatamente”.  Jackson nel suo famoso “Founder” mette la chiamata al veterinario proprio tra le cose da non fare: Il veterinario, che prima di fare il veterinario è un uomo comune, è soggetto alle stesse pressioni ed ai retaggi del passato. Non è altro che uno degli anelli della catena che hanno fatto precipitare il cavallo nella malattia. Malattia che quasi sempre ha un inizio subdolo e lento che trova causa nella gestione complessiva e nella ferratura che  non si è stati in grado di riconoscere e valutare o cui si è scelto di non fare opposizione. Per ricondurre l’animale verso la normalità è necessario essere aggiornati ed avere colmato le lacune lasciate dai programmi universitari. Caveat emptor. Un conto sono i sintomi ed i rimedi transitori altro la riabilitazione. Un conto il precoce riutilizzo dell’animale richiesto dal proprietario altro la prevenzione. Ma diamo la parola a Leonardo.

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MULI!

mulo3Una coppia di giovanissimi muli a Bologna. Alimentazione corretta, spazio, un letto di pietroline di fiume …mulo 1
I proprietari non hanno esperienza. Due puledri! Due muli! Nessun preconcetto, un ottimo risultato. Una visita simpatica, qualche informazione utile, nessun pareggio.
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