Archivi autore: Franco Belmonte

Informazioni su Franco Belmonte

Born 1952. Degree in Biological Sciences University of Genova, Italy. Researcher, CNR of Italy 1977-'80 (neurochemistry) then various task related to biology till now. Active Member and Certified Trimmer of the American Hoof Association. Didactic activity: equine podiatry and nutrition. Area of interest: evolution and physiology. Airline pilot and flight instructor for living 1981-2002.

Asinelli, pareggio e gestione

A Foligno (PG) un piccolo gruppo di asinelli da pareggiare. Occasione per discutere delle necessità di specie, evoluzione, particolarità del loro zoccolo.

Gli asini appartengono al veterinario Cesare Ninassi, alcuni cavalli permetteranno di comparare meglio. L’incontro durerà tutta la giornata dalle ore 9 alle 17. Per informazioni contattatemi telefonicamente o via mail. Per chi fosse in difficoltà di contatto appuntamento alle ore 9.00 a Valtopina (SS3), piazza del paese.

NOTA L’incontro, gratuito, è aperto a tutti coloro che:

-partecipano all’attività didattica Skype, aperta all’ingresso in ogni momento.

-sono iscritti alla newsletter

-scaricano il “sito in PDF + assistenza” disponibile in segno di collaborazione e con manifesto interesse alla formazione teorica continua. Naturalmente anche a tutti coloro che si avvicinano per la prima volta e desiderano conoscermi.

asini 1

 

Dmenico, Franco, francesco,Leonardo,Alessandro,Francesca,Roberto

 

Foligno

Foligno. Marco Campara,Domenico Martelli, Francesco Volpe, Cesare Ninassi,Franco Belmonte,Roberto Fabbri, Francesca Bianchi, Alessandro Marzialetti,Leonardo Consalvi.

Alimentazione, considerazioni di un biologo.

Durante l’estate ho offerto una settimana dedicata all’alimentazione del cavallo sulla base delle ricerche ed esperienze raccolte nell’NRC (Nutrients Requirement of Horses) edito dal Consiglio Nazionale  delle Ricerche statunitense. Si tratta di una pubblicazione edita dal dopoguerra di cui ora è disponibile la sesta edizione del 2007. La disamina dei vari nutrienti ed un accenno alla biochimica ed alla fisiologia precedono dettagliate tabelle dove sono indicate le necessità di energia, proteine, macro e microelementi, elettroliti,  etc. Il fabbisogno, a seconda del peso dell’animale e delle condizioni individuali e particolari come crescita, lattazione devono essere confrontate con le percentuali ed i pesi dei nutrienti nell’alimento principe  di ogni erbivoro, il fieno e l’erba. Solo quando all’analisi i nutrienti nel fieno e nell’erba(erba che impone cautela ed attenzione alla stagione) risultano insufficienti per il peso, condizione ed attività è necessario integrare la dieta. Per l’integrazione l’alimentarista ha a disposizione altre tabelle dove può scegliere tra molti prodotti al fine di bilanciare o di mantenere bilanciato l’insieme.

Questa è la premessa irrinunciabile senza la quale non è possibile prescrivere una dieta per il mantenimento dello stato di salute e l’ottenimento di una performance. Domanda ed offerta devono incontrarsi.

L’offerta, ciò che offre il fieno a disposizione, varia entro limiti assai ampi. I valori assoluti ed il rapporto fra i vari nutrienti cambia, non è lo stesso, variando a seconda della località, varietà delle erbe, concimazione, tecnica di fienagione, immagazzinamento, età. Ciò che risulta non sufficiente quantitativamente può essere, e questo è facilmente comprensibile da tutti, integrato semplicemente aumentando la massa somministrata ogni giorno. Per esempio invece di 10 kg. di fieno ne daremo 11. Questo purtroppo è un metodo diretto e soddisfacente, entro certi limiti, se si tratta di dovere aumentare l’apporto di energia, contenuto negli  zuccheri semplici e digeribili e nelle fibre facilmente fermentabili. Non abbiamo di norma un problema di zuccheri nei fieni. Il loro contenuto percentuale é soddisfacente nella maggio parte dei casi, anzi siamo costretti a ridurre il loro contenuto se l’animale conduce vita sedentaria o è un laminitico. Somministare una quantità maggiore é facile e intuitivo finchè le caratteristiche del fieno non sono così basse da rendere ciò impraticabile. Diverso è l’atteggiamento dell’alimentarista responsabile e competente se il deficit ad esempio riguarda le proteine. Aumentare semplicemente la quantità di fieno a disposizione per fare fronte al deficit percentuale di proteine nel fieno aumentando la razione può forse soddisfare il bisogno proteico ma comporta un eccesso di energia finale sotto forma di zuccheri di cui il fieno è normalmente carico. Il problema si aggrava se all’aumento del quantitativo di fieno sostituiamo le granaglie o un mangime. Le granaglie hanno un contenuto estremamente elevato di zuccheri semplici rispetto a qualsiasi fieno od erba. L’avena, considerata il migliore alimento integratore del fieno, ha un contenuto percentuale di carboidrati solubili in acqua (ad elevato indice glicemico) molto elevato. Questa energia, se non utilizzata dal cavallo da lavoro agricolo di un tempo o bruciata dal cavallo sportivo che pratica una attività anaerobica, un allenamento intenso e gare di velocità, non può altro che essere immagazzinata nel fegato sotto forma di glicogeno o trasformata in grassi. C’è un posto per l’integrazione con granaglie ma molto ridotto, alimentaristicamente parlando, rispetto a quella che è la percezione generale causata dall’ignoranza della Scienza della Nutrizione. Scienza della Nutrizione ridotta quasi sempre ad un superficiale adattamento alle necessità di allevamento per la produzione di carne e derivati e latte o residuo mal interpretato delle condizioni di vita e lavoro dei cavalli nel passato. Il fabbisogno proteico non soddisfatto dal fieno scadente a disposizione nel centro o a casa, riscontrato con le analisi o supposto solo grazie alla mancanza di prestazione o dimagrimento deve trovare ben altra soluzione. Certo non trova soddisfazione nella somministrazione di un alimento come l’avena carico di energia e non ricco abbastanza, relativamente perché in valore assoluto lo sarebbe, di proteine.

Questo esempio potrebbe essere seguito da molti altri. Se l’animale é impegnato in una gara di fondo e avendo già soddisfatto il fabbisogno di nutrienti desideriamo bilanciare gli elettroliti ancora una volta l’analisi del fieno sarà utile anche se l’alimentarista di fatto sa già a priori che l’animale si troverà in deficit di sodio e cloro ben prima di potassio. Sodio, cloro e potassio hanno concentrazione diversa nei liquidi interstiziali e nel sudore. Sudare pesantemente non fa perdere solo elettroliti ma altera i rapporti fra ciò che rimane. Il problema sono le quantità, la stima del quantitativo di sudore in litri, le modalità di somministrazione degli elettroliti ed i tempi.

Si tratta di una scienza, di una specializzazione poco diffusa di fronte alla quale la maggior parte dei professionisti o proprietari che siano reagiscono con un comportamento piatto e omologato  che viene ricondotto erroneamente alla solita “tradizione” o al ” si é sempre fatto così”  di molto comodo, poca serietà ed efficienza.

Come in altri settori le informazioni, ricerche, pubblicazioni ed esperienza sono largamente sufficienti ma quasi del tutto sconosciute per inerzia intellettuale o commerciale a tutti i livelli ed a ogni figura professionale. L’NRC, la sua lettura, facilitata ed integrata da un buon testo propedeutico ,di fisiologia e di Scienza della Nutrizione Umana meriterebbero tempo e attenzione. La buona e corretta alimentazione cardine per la soddisfazione dell’insieme delle norme igieniche atte al mantenimento dello stato di salute dovrebbe essere conosciuta nei tratti essenziali dal proprietario e tenuta nella massima considerazione dal pareggiatore che io identifico come un operatore di igiene finalizzata al benessere animale e ahimè dal veterinario affinché sbilanciamenti, carenze ed eccessi non siano causa di malattia a breve o lungo termine. Con questo sito e gli incontri periodici offro la conoscenza ed esperienza del biologo a coloro che preferiscono la scienza alle frasi fatte pronunciate nei centri e purtroppo ancora in ambiente accademico dove si millanta per benessere animale ciò che è benessere aziendale e si adattano malamente i principi dell’alimentazione degli animali in produzione ai cavalli che sono invece animali sedentari o atleti. Rinunciare alle analisi ed al ragionamento che può condurre in loro mancanza ad escludere almeno gli errori più gravi non ha nessuna giustificazione. Purtroppo allo scrupolo ed attenzione che spesso contraddistinguono il contadino e l’allevatore non fa da specchio un altrettanto efficace comportamento da parte dell’allenatore e del proprietario.

 

Barefoot a Bologna 22-23 nov. 2014

insiemeCon Valentina e Marco al Red Rose Ranch di Pianoro in provincia di Bologna, introduzione ai principi del barefoot. Dimostrazioni e pratica.

Gli argomenti trattati saranno quelli tipici, trattati in modo elementare ma rigoroso di:   anatomia , fisiologia e patologia del piede.                                                                                                Le motivazioni che dovrebbero far riflettere e far adottare comportamenti e tecniche logici ed adeguate.  Le protezioni temporanee come risposta  ad esigenze particolari ed occasionali.

Un cenno  alla alimentazione e modalità di gestione.                                                                                                                                                   

Con Marco Campara e Valentina Bonera desidero mettere l’accento sulla pratica. Vi consiglio di leggere su questo sito almeno gli articoli nel riquadro “in rilievo”. Se lo desiderate potete avvantaggiarvi e poi approfondire la vostra conoscenza frequentando gli incontri on line di cui trovate descrizione su questa stessa pagina “incontri”.

Per informazioni e domande:  nella loro pagina Scuola italiana…  http://redroseranch.it

trovate il calendario dei corsi e tutti i riferimenti.

Se scorrete questa pagina trovate il programma della volta scorsa. Non sarà identico ma potete farvi meglio una idea di quello che faremo.

Presentazione, sabato 22 ore 9.00 !

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Pareggio e rivisitazione dei principi, Spello (PG) 8-9 novembre

il gruppo di Spello sabato 8 novembre 2014. Gianmarco , Francesca, Giorgio, Marco, Leonardo2, Francesco, Alessandra, Domenico, Ale, Franco, Alessandro, Leonardo1. Stefano,Francesca, Alessandra, Roberto, Michela.

Il gruppo di Spello sabato 8 novembre 2014. Gianmarco , Francesca, Giorgio, Marco, Leonardo2, Francesco, Alessandra, Domenico, Ale, Franco, Alessandro, Leonardo1. Stefano,Francesca, Alessandra, Roberto, Michela. Fotografia di Stefano Bisi.A Spello presso l’allevamento di Alessandra Martelli pareggio e rivisitazione dei principi teorici  e pratici. 13 cavalli da pareggiare, uno a partecipante o coppia di partecipanti. Fotografia professionale del lavoro di pareggio. Commento del lavoro prima e dopo l’esecuzione.

La tecnica di Pete Ramey trattata da Franco e Leonardo con particolare riguardo al lavoro di finitura. Una parte del tempo sarà dedicata alle nuove tecnologie e presentazione dei materiali della Easycare, all’impatto che sicuramente avranno sul mondo della mascalcia e del pareggio ed ai distinguo e pericoli oltre che ai sicuri benefici che comporteranno per il barefoot.

Appuntamento a Spello il giorno 8 novembre alle ore 9.00. Uscire all’uscita Spello della superstrada, girare a sinistra per il centro, dopo circa duecento metri girare a destra nuovamente. Trovate uno slargo con un parcheggio.

Chi eventualmente potesse arrivare solo più tardi lo dica in modo da organizzare meglio i contenuti.

Nel corso dell’incontro ci recheremo anche da Alessandra Amati per il pareggio dei suoi cavalli a Chianciano.

L’incontro non prevede nessun contributo. Nessun guadagno è previsto. E’ auspicabile la iscrizione alla newsletter del sito ed il suo scarico in PDF a dimostrazione della volontà e desiderio di appartenenza e aggregazione.

Data la stagione non è necessario provvedere in anticipo per il pernottamento. Ognuno è responsabile della sua scelta. Naturalmente Alessandra Martelli darà all’arrivo indicazioni ed aiuto che ognuno sarà libero di seguire o meno.

Schnappi

Schnappi

Ancora alcune Note ed Appunti di Benvenuto ai Partecipanti

Spello, Chianciano 8-9 novembre 2014

Benvenuto nell’allevamento di Alessandra e Domenico. Questo allevamento é nato con il sogno, rimasto inespresso, di far correre cavalli in condizioni diverse da quelle solite. E non dico tradizionali perchè è una parola abusata e privata del corretto significato. “Tradizione” ha un significato bello, buono, confortevole, che suggerisce sicurezza. L’allevamento dei cavalli da corsa e il loro utilizzo prematuro è tutto meno di questo. Commenteremo ogni cavallo tenendo conto che alcuni caratteri sono resi simili dalla razza e dalla gestione. Ogni partecipante avrà quindi un cavallo da pareggiare. Vi invito a fotografare uno zoccolo del vostro cavallo secondo le proiezioni che dovreste conoscere prima e dopo il pareggio. Chi vorrà potrà così rivederle con calma e magari chiedere un giudizio. Nessun pareggio di un nuovo animale può iniziare senza avere intervistato il proprietario circa le condizioni di mantenimento e di impiego. Prendete le misure dello zoccolo prima e dopo e fatevi una idea della scarpetta e della misura che potrebbe essere idonea. Se le condizioni atmosferiche lo permettono osservate il cavallo almeno al passo prima e dopo. Annotate mentalmente le sue reazioni. Rapportatevi con calma e cura. Domenica mattina faremo la stessa cosa con i cavalli di Alessandra a Chianciano.

 

AHA Conference 2014

Il prossimo ottobre 2014 si terrà a Washington D.C. la conferenza della American Hoof Association. All’incontro potranno partecipare anche gli associati della PHCP (pacific hoof care practitioner) e dell’ESA (equine science academy).

In programma l’anatomia di Paige Poss, la tecnica di Pete Ramey, la ricerca di Garret della Easycare.inc, l’intervento di professionisti a vario titolo coinvolti nella cura e riabilitazione.

Esposizione, confronto. Illustrazione di nuovi programmi per l’adesione di pareggiatori ed apprendisti.

Hotel Hilton, Garden Inn, Dulles airport (Wa) ,  9-11 ottobre.

Conference AHA, 2014

Conference AHA, 2014

Conference AHA, 2014 Conference AHA 2014.Ultimo giorno con Paige.

Lo stato della ricerca, se uno è limitato non esiste rimedio

Con felice intuizione seguita da spesa di denaro probabilmente pubblico il signore/a citato nell’articolo, Westermann DrMedVet,  qui di seguito riportato ha scoperto che scarpette, fasce, protezioni fanno aumentare considerevolmente la temperatura sulla  superficie degli animali impegnati in un esercizio fisico. Non solo, invoca ulteriore ricerca. Perché non si sa mai, l’aumento potrebbe danneggiare strutture. Insomma mettersi il cappotto durante l’allenamento fa sudare. Il viennese, tanto più infelice perché parla la stessa lingua di una sua collega, la veterinaria Strasser, che tanto si è battuta contro qualsiasi pratica di fasciatura bendaggio o simile, si è visto pubblicare addirittura la “ricerca” originale sull’American Journal of Veterinary Research. Questo è lo stato della ricerca, questo è il modo con cui vengono spesi i nostri soldi, questi sono i lavori che dovrebbero far progredire la Scienza e la Medicina.  La ricerca ha abbandonato da un pezzo la logica ed il buon senso a favore di uno strumentale e malsano ottundimento delle capacità di osservazione. Se questo lavoro ha avuto l’onore di essere pubblicato sul Veterinary Journal potete comprendere facilmente quale sia il livello medio.  Se é necessario dimostrare che il cappotto fa sudare e magari fa male sarebbe meglio chiudere bottega. A meno che il commesso sia in realtà un finto tonto ed i veri tonti i clienti. Un altro lavoro che si sta rendendo necessario é quello intrapreso da Debra Taylor della Università dell’Alabama per la dimostrazione, di fronte alla comunità scientifica, che “l’uso sviluppa l’organo”. Dr. Taylor sta lavorando, come in passato con la collaborazione della American Hoof Association alla dimostrazione della capacità di sviluppo dello zoccolo in animali sottoposti a regolare esercizio fisico. Di quale caratura la “comunità scientifica” che necessita tutto questo sia, è di inutile dimostrazione. Pensateci. Tutto ciò ricade direttamente su di voi ed i vostri animali sotto forma di pratiche, prodotti, comportamenti, finzione, rendite, ferrature, “formazione professionale”, cibi industriali, e …cappotti.

Study: Boots, wraps, increase legs heat during exercise researchers says (2 september 2014-The Horse)

Tendon boots help protect horses’ front legs from injuries such as hoof strikes or collisions with jumps. Wraps protect this sensitive area during travel or flat work. But Austrian researchers have determined that boots and wraps have definite effects on skin and tendon temperature as well—and those effects are probably not without health consequences for the horse. During exercise skin temperature under boots or wraps increases significantly—in a recent study sometimes more than 30%, according to Simone Westermann, DrMedVet, a researcher in the Units of Large Animal Surgery and Orthopedics at the University of Veterinary Medicine in Vienna. Whether that leg temperature increase is good or bad, though, remains to be determined, Westermann said. Especially on cold days, keeping tendons warm might be a good thing, since cooler temperatures can constrict the blood vessels in the tendons. However, too much heat can damage tendon cells, as well, she said. High heat can prevent sufficient oxygen from reaching tendon cells, which can lead to insufficient cell metabolism and overuse injuries. Westermann and her fellow researchers investigated 10 riding horses worked on the longe line, with or without wraps or boots. They measured leg temperature using local sensors and thermography at rest and during trotting. On the first day, without wraps or boot, horses’ leg temperatures remained essentially the same between resting and trotting. On the second day of testing, horses wore a fleece wrap on one front leg and a neoprene boot on the other. The wrapped and booted legs’ resting temperatures were only slightly higher than those of the bare legs. But when the horses were exercised at the trot, the covered legs’ temperatures were significantly higher than the bare legs’. Bare legs did not heat up much during trotting exercise, Westermann said. This is likely because the air flow allows the heat to evaporate, whereas boots and wraps keep the heat trapped inside, she said. “It cannot be excluded that heat development under a tendon boot during strenuous exercise could be detrimental to the tendon cells,” she said. Still, that’s not necessarily a reason to abandon tendon boots and wraps, she added. “I think using tendon boots for normal training is not a problem,” she said. “And boots and bandages protect the tendons mechanically from trauma of hoofs or bars, etc. It also helps to keep the foot warm.” A warm foot has good blood flow to it, which is important for the foot’s health. Although Westermann’s study results confirm a heat increase, it’s too early to make practical recommendations, she said. The team didn’t compare open and closed boots, different kinds of materials, or varying outdoor temperatures. Their research is ongoing. The study, “Effect of a bandage or tendon boot on skin temperature of the metacarpus at rest and after exercise in horses,” was published in the American Journal of Veterinary Research.

Se Renzi non riesce, paralleli.

Se Renzi non riesce…

…la resistenza generalizzata che il sistema amministrativo dimostra nei confronti di ogni richiesta diretta al cambiamento è la stessa incontrata, in sedicesimo, da coloro che auspicano e cercano di diffondere una più efficiente ed igienica gestione moderna dei cavalli. Non credo il paragone azzardato o privo di senso. Le rendite di posizione derivanti dalla malattia in genere, nel nostro caso particolare la zoppia, fanno si che la logica continui a cedere il passo di fronte ad atteggiamenti, necessità e tecniche superate da tempo. Le rendite portano alla sclerosi sociale dove poco può cambiare ed ogni scoperta, scientifica o tecnica applicativa disturba equilibri consolidati. Renzi può identificare nelle alte gerarchie dello Stato la principale causa dell’ulteriore fallimento della politica di cui tanto si discute in questo periodo, ma l’insieme delle cause ritardanti il rinnovamento non è così semplice e chiaro. Determinanti resistenze sono offerte dalla inerzia della società, dalla sua mancanza di capacità organizzativa e in ultima analisi ignoranza. Se lasciamo l’ambito dell’amministrazione della cose umane per quello etico e pratico del benessere animale, grazie alla stessa metodica di osservazione, possiamo riconoscere ed identificare le categorie professionali che detengono una rendita di posizione a suo discapito. Nella malattia, nella anormalità delle ripetute continue visite veterinarie, nella insistente ripetuta vaccinazione, nella ripetuta ferratura per dodici mesi e, senza continuare oltre nella compilazione di un elenco interminabile ed inutile ma, in estrema sintesi nelle male pratiche cui sono normalmente sottoposti dalle varie figure professionali gli animali scuderizzati o anche quelli per molti versi dimenticati in spazi più o meno grandi, si manifestano gli stessi esiti dannosi causati dalla inerzia, interessi ed ignoranza che il Governo trova nell’amministrazione. Pilotati dalla stessa resistenza, a sua volta e sempre motivata dal mantenimento di una rendita di posizione. Comportamenti forse più miserabili se ad essere coinvolto é un essere vivente, nel modo più diretto. Nel mettere fianco a fianco in parallelo situazioni ed atteggiamenti, stralcio da un saggio di storia della chimica e di filosofia della scienza di Solov’ev: “La storia della chimica, al pari di quella degli altri rami delle scienze della natura, viene scritta ininterrottamente. Il crescere del numero delle ricerche storiche (negli ultimi tempi da noi e oltre confine sono stati pubblicati molti articoli e libri dedicati a singole questioni di storia della chimica) ha fatto sì che molti fenomeni la cui conoscenza sembrava consolidata, venissero rimeditati e, sovrapponendosi al nuovo materiale storico, ricevano oggi una altra spiegazione”. Ed ancora: “..compito della storia della scienza è appunto quello di indicare le vie battute dal pensiero scientifico nella ricerca della verità. Alla conoscenza del vero si è quasi sempre arrivati per vie tortuose, attraverso il superamento faticoso di pregiudizi e di errori che il principio di autorità ed il conformismo scientifico tendevano a perpetuare, tanto che si è potuto a ragione sostenere che fare la storia della scienza significa fare la storia dell’errore umano nella scienza”. L’inerzia ed il conformismo si presentano sempre eguali. Sostituite poche parole e ritroverete i problemi incontrati in questi venti anni dall’iron free movement nel nostro piccolissimo settore e quelli incontrati dagli “animalisti” in genere. Considerate che i chimici o i fisici ed il resto degli altri scienziati, pur nelle resistenze fra colleghi o politico religiose, ricevevano una grande spinta dalle continue e montanti richieste della società e del mercato. La stessa richiesta di miglioramento ed emancipazione teorica, pratica ed etica, per ora frammentaria, viene fatta da animalisti, proprietari di cavalli e studenti, insoddisfatti delle prestazioni, programmi di studio ed etica correnti ed imperanti. La revisione delle normative a favore del benessere animale e soprattutto il loro rispetto non può aver luogo nella mancanza di sensibilità e partecipazione della massa. Ad esempio la revisione dei piani di studio delle facoltà di veterinaria ed il loro riorientamento dal controllo ed ispezione dell’allevamento e produzione animale verso la medicina non può avere luogo senza l’impegno nel fronteggiare le resistenze al cambiamento che può e deve essere assunto da coloro che desiderano un medico, non un addetto formato per l’ispezione a garanzia dell’alimentazione umana, per la cura dei loro animali. Egualmente da maniscalchi, pareggiatori, allenatori ed istruttori, deve essere sollecitata una prestazione in linea con le proprie aspettative e tendenze dalla avanguardia di proprietari di animali non disposti a barattare salute per utilizzo. I proprietari degli animali da parte loro debbono diventare consapevoli sia dei limiti attuali e delle deficienze teorico pratiche dei professionisti cui si rivolgono per potere desiderare di ottenere di più sia delle necessità di base dei loro animali cui devono provvedere direttamente. Come? Con l’IGIENE, l’insieme dei comportamenti e delle caratteristiche ambientali tali da ridurre il manifestarsi della malattia e facilitare il mantenimento dello stato di benessere. Comportamenti e caratteristiche comuni a tutti i viventi. Più in generale dovrebbe farsi strada l’idea della difficoltà e dei costi della gestione “umana” degli animali e l’accettazione dei conseguenti addebiti, limiti e rinunce. Difficoltà e costi intrinseci alla gestione animale che nel mondo urbanizzato hanno determinato l’offerta di gestione animale da parte dei centri ippici, veri e propri condomini per animali, dove le necessità di specie vengono trascurate ed i cavalli non hanno in realtà un padrone ma un gestore. Nell’ignoranza del proprietario e interesse del gestore qualsiasi riferimento al benessere animale è perduto. L’alimentazione con concentrati ed a pasto, la tosatura e le coperte, la ferratura e le imboccature, lo spazio ristretto e l’isolamento, l’addestramento e l’allenamento nell’ignoranza delle Scienze, trovano giustificazione o causa nell’ignoranza e nell’interesse al mantenimento di pratiche gestionali usuranti che prevedono spese e ricambio di animali. Non so come evolverà la situazione del paese Italia e come Renzi e i suo successori la affronteranno. Vedo però chiara una stretta analogia di comportamento da parte della gente qualsiasi sia il problema da affrontare.

Per il proprietario di un cavallo, come di un cane o di qualsiasi altro animale, può rappresentare un buon allenamento sforzarsi di abbandonare preconcetti e situazioni di comodo apparente ed affrontare almeno la gestione del proprio animale in modo coerente e moderno. Almeno in questo non si possono addurre scuse di controllo o ingerenza.

Credo che tutti, pur nella nostra limitata sfera di influenza, possiamo studiare, informarci, rinunciare al pregiudizio, fare propaganda a favore di una vita più bella e di maggior valore e in definitiva creare un Paese migliore richiamando alla responsabilità noi stessi e coloro che offrono prestazioni di qualsiasi grado o genere.

Sveglia! Riconoscete la laminite.

Commento di Franco Belmonte dell’articolo “Ray Story” pubblicato sul numero 52 di “The Horse’s Hoof” magazine,  2013.

La storia di Ray cui faccio riferimento é emblematica della situazione nella quale si trova la maggior parte dei proprietari di cavalli e asini,  laminitici. Nonostante la giovane età Ray ha subito gravissimi danni ma a giudicare dai risultati la terza falange all’interno della capsula cornea doveva essere ancora integra o quasi. Normalmente ed a causa della ignoranza in materia i professionisti non sono in grado di realizzare quello che non solo nel barefoot ma anche nella comune mascalcia é d’obbligo: il riallineamento e riposizionamento della capsula cornea intorno alla terza falange (o quello che ne resta nei casi più gravi). Il riposizionamento é descritto nei protocolli barefoot (vedi ad esempio AHA) ma anche in quelli che non escludono a priori la ferratura come l’ECIR. Lo stesso Adams’ descrive a grandi linee le linee di taglio e di intervento per il pareggio, anche se propedeutico alla ferratura. Purtroppo tutte queste opzioni rimangono spesso sulla carta a causa della ignoranza ed arretratezza della mascalcia, senza una chiara posizione espressa nell’interesse degli animali . Mi spiace ma se così non fosse non si spiegherebbe le quantità di animali laminitici con zoccoli deformati ed abbandonati al loro destino ed alla eutanasia. Le pubblicazioni ci sono, gli specialisti pure e le giustificazioni futili. Basta uscire dal solito giro e dai preconcetti. La storia di Ray é la solita. Un proprietario pur bravo e sensibile, un cavallo allevato e gestito tradizionalmente, un maniscalco, altri professionisti che saranno ben passati di lì ma incapaci di vedere e comprendere. Non è lecito attendere che un cavallo sia per terra o cammini malamente per riconoscere che è stato vittima o sarà facilmente vittima della patologia. Il primo obiettivo e la prima motivazione della medicina sono la prevenzione e l’onestà.

Ancor peggio quando pur essendo conservato il parallelismo tra parete e falange quest’ultima ha abbandonato la sua posizione spostandosi verso il basso ( dire movimento verso l’alto della capsula é la stessa cosa ). La distanza tra parete e terza falange, la posizione del processo dorsale della terza falange rispetto alla linea del pelo in corona, quindi la collocazione della articolazione interfalangea distale nello spazio  ha un significato la cui importanza sfugge ed è trascurato dai più. Invito tutti coloro che dovrebbero avere capacità di interpretazione di immagini radiografiche a leggere la parte iniziale del lavoro di C.Pollit:

http://www.safergrass.org/pdf/AftertheCrash.pdf

Della pubblicazione riporto un passo :

“As the histopathology of laminitis clearly shows, the major feature of acute laminitis is a progressive increase in the distance between the hoof wall and the distal phalanx. Initially this distance is microscopic in scale, but rapidly progresses to a separation measurable in millimeters. In radiological terms, this translates to an increase in the distance between the outer hoof wall and the upper surface of the distal phalanx; for convenience, the hoof, distal phalangeal distance (HDPD). The HDPD never varies in normal horses (Fig 6). If the HDPD increases, laminitis is the likely cause and it is extremely important to know the rate and magnitude of the HDPD increase. Good quality radiographs, documenting the shifting status of the distal phalanx within the hoof capsule, supply important diagnostic and prognostic information and should be part of the work- up of every laminitis case”.

Non si tratta di barefoot o di ferratura, l’ignoranza sulla gravità del “sinker” e le sue necessità di riabilitazione, in primo luogo la dieta, non possono più essere nascoste o trascurate. Capita invece di vedere cavalli chiaramente in questa situazione che continuano ad essere allenati, montati nel silenzio.

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Appello all’unità, newsletter e traduzioni da THH, estate 2014

Newsletter estate 2014 e traduzioni dal numero 55 di The Horse’s Hoof, appello all’unità.

Le Traduzioni

Grazie ai traduttori! L’esperimento iniziato con il numero 50 è in dirittura di arrivo. Con il prossimo numero autunnale si esaurisce. L’invio delle traduzioni sarà sostituito probabilmente da altra iniziativa rivolta a coloro che dimostreranno volontà di ricevere e partecipare.

Sindrome navicolare

Questo numero di THH pubblica la terza parte del mio lavoro sulla Sindrome Navicolare. Ho riunito ed illustrato le posizioni, barefoot e non, introducendo le maggiori linee di pensiero. Ora dovreste andare a leggere gli originali riportati nella bibliografia e confrontarli. Si tratta di dedicare tempo, a me è costato anni ma non varrebbe per me e non vale per voi addurre scuse se siete tra coloro che vanno in giro a chiedere soldi per il pareggio di un cavallo navicolitico o spesso erroneamente supposto tale. Ricordo Edwin Wittwer ed una delle sue frasi ricorrenti: “Voi volete conoscere il trucco per realizzare questo esercizio con il cavallo. Un trucco funziona solo in una situazione particolarissima. Studiando ed applicandovi troverete la successione e fluidità dei movimenti riuscendo nella generalità dei casi”. Con Edwin si trattava di movimenti e relazione, nel caso del pareggio dello zoccolo di riduzione di ogni singola parte e relazione tra le parti. Nonostante l’apparente semplicità molto difficile. Difficile perché nonostante la pretesa conoscenza, invero assai scarsa, il pareggiatore magari riconosciuto, certificato ed impataccato da riconoscimenti comprati segue degli schemi o peggio segue schemi in qualche modo validi ma frutto di successive interpretazioni. Già uno schema è riduttivo del processo seguito da colui che lo concepisce. Le successive interpretazioni lo degenerano. Ancora una volta non c’è alternativa allo studio diretto e totale di coloro che sono venuti prima di noi. Non c’è alternativa all’esperienza di ragionamento messa insieme in campi diversi negli anni. Non c’è alternativa all’intelligenza come capacità di adattamento alla circostanza. Solo alla ridotta dotazione non c’è rimedio.

Non inserisco nelle traduzioni la terza parte di Navicular Syndrom. Potete leggerla con le precedenti sul mio sito. La monografia piace in giro per il mondo ed è ritenuta utile come un piccolo “testo unico”.

Incontri

Tra il 20 ed il 27 luglio a Manziana di Roma parleremo di alimentazione, parassiti, pareggio cercando di tenere il livello alto senza dimenticare le necessità dei principianti. Sarà una bella occasione anche per i già esperti in uno di questi settori. Spesso le risposte e la possibilità di revisione sono nelle mani di coloro che sono vicino a noi e a portata di mano ma non ce ne accorgiamo. Lo scorso anno fu un successo se non di numero di qualità. L’ultimo giorno l’emozione e la gioia fecero addirittura piangere qualcuno. Questa volta spero non accada. Non perché non mi piace la dimostrazione dei sentimenti, vorrei che la spinta non si esaurisse in una lacrima ma producesse, attraverso la continua autonoma applicazione, ulteriore conoscenza. Ho investito mesi del mio tempo e spero di trasferire come lo scorso anno qualche cosa della esperienza di una vita semplicemente, senza fare ricorso a frasi o termini dotti, propri dei tromboni vuoti.

Appello all’unità !!!

Agli inizi dello scorso secolo Lenin scrisse un piccolo libro cui dette titolo “Il nemico e’ in casa nostra”. Si trattava di filosofia, etica, emancipazione, azione. Il nostro oggetto riguarda animali e solo indirettamente umani ma la passione é simile. Il movimento barefoot é stato dilaniato da lotte interne soprattutto durante il decennio passato da lettere aperte, critiche sui libri e sui siti poco costruttive. Si sono dimenticati o persi di vista i nemici veri di questa battaglia “ferrato o scalzo” che non andrebbero individuati nei promotori di una tecnica diversa da quella del gruppuscolo cui apparteniamo. Un giorno coloro che sfoglieranno i libri della storia dell’equitazione e della mascalcia sorrideranno incontrando i capitoli del barefoot.

Ogni linea di pareggio ha contribuito sostanzialmente al progresso generale. Ogni pareggiatore che conosce le varie linee e le ha meditate e applicate sul campo continua a contribuire all’evoluzione e diffusione del sistema.

Il modello americano è stato fondamentale presentandoci la verità della forma dettata dall’ambiente selettivo. La meccanica e le sue leggi ce la hanno illustrata. Consapevolezza, logica, osservazione hanno poi superato la fede e reso possibile un parziale ma irrinunciabile lavoro di adattamento alla circostanza. Anche coloro che non hanno avuto a disposizione il modello del cavallo vero nel suo ambiente naturale hanno fatto un lavoro meraviglioso, forse ancora più notevole a causa delle difficoltà, denunciando i problemi gravi della ferratura e la iniquità delle ferrature che si pretendono ortopediche o terapeutiche. Faccio esplicito riferimento alla Strasser ed al suo” Shoeing, A Necessary Evil?”! Il nemico non è tra noi. E’ ben riconoscibile tra coloro che mancano di carattere e di etica, addomesticano le loro parole alle necessità del proprietario, mancano nel denunciare carenze ed abusi, ignorano persino i fondamenti della scienza della alimentazione pur chiaramente espressi nelle pubblicazioni che si succedono periodicamente dagli anni ’40 edite dall’Academy of Science. Il nemico è tra coloro che continuano a considerare l’animale un mezzo, una tempo di produzione ed ora sportivo senza alcun rispetto, tra coloro che praticano tecniche atte all’utilizzo piuttosto che alla guarigione, tra coloro che lavorano nei macelli la mattina e nelle scuderie dopo pranzo. Di fronte alla diffusione delle idee e delle tecniche barefoot questi veri antagonisti degli animali si organizzano e si riorganizzano per salvaguardare la propria rendita di posizione in un miserabile gioco di squadra reazionario. Questi, che sono stati accompagnati alla porta cercano di rientrare dalla finestra o saltano sul carro del barefoot per interesse, per non perdere il cliente, con il mezzo falso sorriso di colui che, ignorante, finge o crede di essere superiore. E’ facile riconoscere questi individui meschini. Non prenderanno mai una posizione chiara, non ci metteranno la faccia, non correggeranno mai il proprietario del maneggio o del cavallo a costo di perdere la piazza o il cliente. Questa gente striscia, cerca di rendere la vita facile, anestetizza o imbroglia, rende disponibile o cerca di rendere disponibile un ammalato ai piaceri del proprietario. Questa gente non ha valori se non il proprio inserimento e tornaconto, non riconosce il limite, gli animali non hanno anima. Questa gente sta bene nella disorganizzazione degli spazi e delle idee dove più facilmente si può nascondere l’inconsistenza di una preparazione di scadenza intollerabile. E la lista non ha fine. Si aggiungono a pieno titolo coloro che si tengono per se quel poco che sanno o fingono di sapere e non aiutano le persone che lo desiderano ad emanciparsi dalla schiavitù di dipendere da qualcuno tutti i mesi, da quelli che massaggiano, infiltrano, raddrizzano, raschiano, intuiscono, tutti molto alla moda che “molto naturalmente” non vogliono avere idea dei danni provocati dal ferro e dalla stabulazione alias carcerazione a ciò che pretendono di curare prostituendosi di qua e di là. Ma da dove sbuca questa massa di parassiti e come fa la gente ad avere una capacità di discriminazione dei farabutti così bassa!

Siamo rimasti all’elisir venduto per strada dal furbastro sul carretto ai polli. I polli sono diventati proprietari di cavalli e poveri asini.

Credete che il “nemico” sia tra coloro che realizzano un tallone leggermente più alto o più basso, che lasciano una parete un millimetro più attiva o passiva? Se non si tratta di fessi si correggeranno con l’esperienza e osservando con modestia gli altri. I veri “nemici” non sono tra loro ma tra coloro che stupidamente o per calcolo rimangono ancorati a posizioni ormai indifendibili continuando a danneggiare animali e forse, nel prossimo futuro, anche persone.

Il caso di LaPierre negli USA è noto. La Pierre ha vinto la sua battaglia che ha visto riconosciuta la sua scuola di podologia equina barefoot come naturale evoluzione della mascalcia tradizionale e riconosciuti i suoi allievi, pareggiatori fin dalle origini non opportunisti. In Inghilterra lo scorso anno il cartello delle assicurazioni in mano alla “tradizione” si è rifiutato per qualche tempo di assicurare pareggiatori. Grande risonanza ha avuto qualche anno fa il processo in Inghilterra a pareggiatori del gruppo Strasser pilotato da sentimenti lontani da quelli che ispirano il benessere animale. Altre azioni più o meno legali sono in corso in varie parti del mondo dove categorie una volta monopoliste vedono erosa la propria fonte di reddito. Devo dire che non mi dispiacerà per questi futuri nuovi poveri.

Che fare?

Deve aumentare l’impegno, lo studio e l’applicazione. Sono le sole cose che pagano insieme all’unità di intenti, formale e sostanziale.l barefoot movement e più compiutamente l’ iron free philosophy sono una piccola leva per l’emancipazione dell’animale dall’uomo e dell’uomo da se stesso. A qualsiasi scuola di pareggio tu appartenga militiamo sotto la stessa bandiera. Il nemico NON è in casa nostra.

 

Understanding Winter Laminitis (note in italiano)

Understanding Winter Laminitis

L’estate é appena iniziata allontanando in alcune regioni il pericolo insito nel pascolo primaverile. Mentre questo nemico deve essere sempre mantenuto a debita distanza é il momento di focalizzare l’attenzione su un avversario più insidioso, il freddo inverno. Quando si pensa alla laminite appaiono campi di erba fresca e lussureggiante, sacchi di mangimi e granaglie, infezioni. L’inverno porta con se altri motivi di pericolo da sommare ai soliti, simili a quelli della primavera e da ricercarsi nelle ghiande ed altri frutti stagionali. Il danno al tessuto laminare è lo stesso come la manifestazione del male é simile.

When you think of laminitis you probably picture fat ponies on lush spring pastures, horses that broke into a grain supply, or even a disastrous complication of Potomac Horse Fever or Strangles infection. However, every winter some owners and caretakers are faced with the onset of obvious foot pain in their horses for no apparent reason. What’s going on?
The first thing to do is rule out foot pain from unforgiving ground conditions, rather than from laminitis. All horses have difficulty negotiating uneven frozen ground and their frogs and soles can become bruised. If this is the issue, all of the horses will be affected to similar extents. They will be obviously more comfortable, if not normal, in their stalls, on mats, even on a smooth barn aisle.
The horses with true winter laminar pain will also be more comfortable off uneven frozen ground, but remain obviously lame. The lameness often appears suddenly and can be quite severe.
These horses often have a history of prior laminitis problems, or at least a suspicion of insulin resistance/equine metabolic syndrome. Some even have a history of winter laminitis that strikes the same time every year and is resistant to all efforts at treatment until one day in early Spring it suddenly goes away.
Questo caso é particolarmente diffuso, si tratta di animali che sperimentano diversi livelli e periodi di zoppia solitamente attribuiti fantasiosamente alle più svariate cause, prima fra tutte la sobattitura tanto di scarso interesse quanto rara nel cavallo scalzo e opportunamente pareggiato.
I have been working closely with insulin resistant horses for over 10 years. Winter laminitis pain is a significant problem for some of these horses. Many have a history of laminitis at other times of the year, but some do not. Many questions need to be answered, but significant headway has been made in understanding and controlling this issue.
L’insulino resistenza e la sindrome metabolica sono concetti applicati ai cavalli negli ultimi anni, del terzo millennio. Spesso utilizzati a sproposito (sovradiagnosticati) forniscono una entrata sicura a professionisti.
Il primo intervento in ogni caso é la modifica della dieta da riportare a quella che sarebbe propria di ogni cavallo. Scarsi zuccheri prontamente utilizzabili, dieta bilanciata.

Horses that have undergone bouts of laminitis in the past can have damage to the vascular supply to their feet. When exposed to the cold, the normal regulatory mechanisms that guarantee no areas of the foot are deprived of sufficient circulation for dangerous periods on cold exposure may fail.
Lo zoccolo del cavallo come l’epidermide di ogni mammifero compreso l’uomo, é provvisto di sistemi di by-pass arterovenosi che vengono chiamate anastomosi. Il sangue non raggiunge la rete capillare se questi by-pass sono aperti. Mentre il normale funzionamento è utile al controllo della perfusione e allo scambio termico l’impropria apertura priva le zone a valle di ossigeno e nutrienti.
Even when there have not been previous obvious laminitic episodes, high levels of cortisol in Cushing’s horses and insulin resistance in metabolic syndrome horses may put these animals at risk of cold induced pain. Cortisol has been documented to dramatically increase hoof responses to vasoconstrictors, circulating chemicals that make vessels contract. Insulin is normally a vasodilator, an agent that makes blood vessels dilate. With insulin resistance, this response may be blocked.
Il livello di ormoni circolanti é sottoposto a variazione ed andamento periodico sia giornaliero che stagionale. Questo influenza direttamente l’insorgenza della patologia e rende più elaborato il sistema di analisi e utile il prelievo durante le varie stagioni.
In short, the normal reaction of the horse’s body to decrease blood supply to the distal extremities and hooves during cold exposure may cause decreased blood supply to the hoof sufficient enough to cause pain. In a normal horse, vessels constrict in response to cold but will periodically open up again to increase blood supply if oxygen tension gets too low. If the vascular network is damaged, or if constriction is higher than normal because of hormonal issues, this might not occur.
La vasocostrizione generalmente ha effetto anestetizzante a seconda delle modalità e tempi, come ben succede nella ferratura . Una situazione prolungata e particolarmente aggressiva non può altro che causare solo danni maggiormente evidenti.
Evidence supporting this theory was obtained by an owner of a horse with a history of repeated bouts of winter laminitis. She took her horse to her veterinarian’s clinic for thermographic examination. Thermography measures the surface temperature of the body. The horse was placed in a room with an air temperature of 40° Fahrenheit/4.4° centigrade. After removing leg wraps and lined hoof boots, the temperature of the front feet, which had been repeatedly affected by laminitis in the past, dropped considerably lower than the temperature of the hind feet.
Protection against the cold is therefore the first step in combating winter related hoof pain. Horses should be protected from high winds and rain/snow, blanketed, wear leg wraps to warm the lower legs and boots, preferably lined. Effective lower leg wraps include standard polos and cottons, leg warmers or even fleece lined shipping boots.
Questo può sembrare astruso a tutti coloro che pensano alla laminite = piede caldo. In effetti il piede caldo ed infiammato a causa della dieta non ha nulla a che fare con questo dolore determinato da problemi di circolo che a loro volta causano un danno al tessuto laminare. Da notare però che facilmente il danno vascolare primitivo è di origine alimentare e da ricercare in altri attacchi di laminite “convenzionale” precedenti, primaverili o meno.
This helps, but for some horses is not enough. Since they are metabolically and endocrinologically challenged, responses to the challenge of cold weather could be playing a role here.
We know that thyroid hormone activity is increased in cold weather. This causes energy generation in the cells to become less efficient so that more energy is wasted as heat rather than going to energy generation. It has also been reported by researchers that insulin levels become highly variable in cold weather.
In other species, adaptation to cold weather includes decreased metabolic rate and induction of insulin resistance.
Mi muovo di meno, ho meno necessità e trasformo tutto quello che posso in grassi di riserva. E forse vado in letargo.
None of these changes cause problems for normal horses but horses with metabolic and endocrine problems may be pushed over the edge. When blanketing and wrapping is not enough to prevent hoof pain, supplementing with a combination of an adaptogen and L-arginine is usually very supportive.
An adaptogen is an herb that supports healthy stress responses. Jiaogulan is a good one to use because it also strongly supports vascular nitric oxide production which supports blood delivery to the extremities and feet. However, it is not a particularly strong adaptogen. Some horses respond better to stronger adaptogens also safe for IR horses such as North American Ginseng, Eleutherococcus, Rhodiola and Schizandra. Jiaogulan can be given twice daily, the others once daily.
La Rhodiola, specificamente, come l’Arginina si trova facilmente in farmacia e dovrebbe essere utilizzata a dosi pertinenti adattandole al peso dell’animale. Gli adattogeni hanno la virtù di essere maggiormente efficienti quanto più la situazione lo richiede e di rimanere silenti in caso contrario.
L-arginine can be given at least twice daily, sometimes 3 to 4 times daily, to support blood levels. L-arginine is an amino acid that can be utilized to make nitric oxide. Alternatively, L-arginine-alphaketoglutarate (AAKG) may be used. This form of arginine seems to have a more prolonged effect.
In summary, winter laminitis predominantly strikes horses with metabolic issues, with or without a prior history of laminitis. It appears to be caused by both reduced circulation to the feet in cold weather and the effects of cold stress. Steps to consider taking are:
-Make sure Cushing’s Disease, if present, is well controlled by sufficient pergolide and that the horse is on an appropriate low sugar and starch diet Protect from severe and wet weather by adequate shelter.
-Use blankets, leg wraps and lined boots.
-Supplement with an adaptogen and L-arginine to combat stressresponses and support circulation
Il Cushing’s è un evento possibile. E’ il caso soprattutto di cavalli anziani. Può essere con sicurezza diagnosticato tramite analisi di laboratorio e pertinente lettura. Porta con se segni che ne facilitano l’identificazione.
Molti cavalli non necessitano di essere trattati con la Pergolide farmaco che ha dimostrato pesanti effetti collaterali in medicina umana tanto da essere escluso dal mercato . Gli ormoni sono farmaci difficili da utilizzare con parsimonia e consapevolezza. Assai spesso la sola dieta ferrea, comunque da adottare in ogni caso, è sufficiente al controllo della malattia insieme alla gestione protetta.
Degenerazione, sindrome metabolica, insulino resistenza ed altri malanni trovano come comune denominatore di attacco la DIETA ed il MOVIMENTO. I mali degenerativi si possono rendere meno invalidanti e gli altri, che non dovrebbero essere considerati malattia ma manifestazione di disagio causato dalla mancato rispetto delle necessità di specie, si possono prevenire.
Il pareggio adeguato dello zoccolo ed in particolare l’angolo di finitura della parete riveste anch’esso un ruolo preventivo chiave. La minore sollecitazione del tessuto laminare da parte del terreno di appoggio fa si che a parità di altre condizioni il danno risulti inferiore ed il recupero della condizione accelerato.

Eleanor Kellon, VMD. Note in italiano di Franco Belmonte, biologo.