Archivi autore: Franco Belmonte

Informazioni su Franco Belmonte

Born 1952. Degree in Biological Sciences University of Genova, Italy. Researcher, CNR of Italy 1977-'80 (neurochemistry) then various task related to biology till now. Active Member and Certified Trimmer of the American Hoof Association. Didactic activity: equine podiatry and nutrition. Area of interest: evolution and physiology. Airline pilot and flight instructor for living 1981-2002.

Sveglia! Riconoscete la laminite.

Commento di Franco Belmonte dell’articolo “Ray Story” pubblicato sul numero 52 di “The Horse’s Hoof” magazine,  2013.

La storia di Ray cui faccio riferimento é emblematica della situazione nella quale si trova la maggior parte dei proprietari di cavalli e asini,  laminitici. Nonostante la giovane età Ray ha subito gravissimi danni ma a giudicare dai risultati la terza falange all’interno della capsula cornea doveva essere ancora integra o quasi. Normalmente ed a causa della ignoranza in materia i professionisti non sono in grado di realizzare quello che non solo nel barefoot ma anche nella comune mascalcia é d’obbligo: il riallineamento e riposizionamento della capsula cornea intorno alla terza falange (o quello che ne resta nei casi più gravi). Il riposizionamento é descritto nei protocolli barefoot (vedi ad esempio AHA) ma anche in quelli che non escludono a priori la ferratura come l’ECIR. Lo stesso Adams’ descrive a grandi linee le linee di taglio e di intervento per il pareggio, anche se propedeutico alla ferratura. Purtroppo tutte queste opzioni rimangono spesso sulla carta a causa della ignoranza ed arretratezza della mascalcia, senza una chiara posizione espressa nell’interesse degli animali . Mi spiace ma se così non fosse non si spiegherebbe le quantità di animali laminitici con zoccoli deformati ed abbandonati al loro destino ed alla eutanasia. Le pubblicazioni ci sono, gli specialisti pure e le giustificazioni futili. Basta uscire dal solito giro e dai preconcetti. La storia di Ray é la solita. Un proprietario pur bravo e sensibile, un cavallo allevato e gestito tradizionalmente, un maniscalco, altri professionisti che saranno ben passati di lì ma incapaci di vedere e comprendere. Non è lecito attendere che un cavallo sia per terra o cammini malamente per riconoscere che è stato vittima o sarà facilmente vittima della patologia. Il primo obiettivo e la prima motivazione della medicina sono la prevenzione e l’onestà.

Ancor peggio quando pur essendo conservato il parallelismo tra parete e falange quest’ultima ha abbandonato la sua posizione spostandosi verso il basso ( dire movimento verso l’alto della capsula é la stessa cosa ). La distanza tra parete e terza falange, la posizione del processo dorsale della terza falange rispetto alla linea del pelo in corona, quindi la collocazione della articolazione interfalangea distale nello spazio  ha un significato la cui importanza sfugge ed è trascurato dai più. Invito tutti coloro che dovrebbero avere capacità di interpretazione di immagini radiografiche a leggere la parte iniziale del lavoro di C.Pollit:

http://www.safergrass.org/pdf/AftertheCrash.pdf

Della pubblicazione riporto un passo :

“As the histopathology of laminitis clearly shows, the major feature of acute laminitis is a progressive increase in the distance between the hoof wall and the distal phalanx. Initially this distance is microscopic in scale, but rapidly progresses to a separation measurable in millimeters. In radiological terms, this translates to an increase in the distance between the outer hoof wall and the upper surface of the distal phalanx; for convenience, the hoof, distal phalangeal distance (HDPD). The HDPD never varies in normal horses (Fig 6). If the HDPD increases, laminitis is the likely cause and it is extremely important to know the rate and magnitude of the HDPD increase. Good quality radiographs, documenting the shifting status of the distal phalanx within the hoof capsule, supply important diagnostic and prognostic information and should be part of the work- up of every laminitis case”.

Non si tratta di barefoot o di ferratura, l’ignoranza sulla gravità del “sinker” e le sue necessità di riabilitazione, in primo luogo la dieta, non possono più essere nascoste o trascurate. Capita invece di vedere cavalli chiaramente in questa situazione che continuano ad essere allenati, montati nel silenzio.

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Appello all’unità, newsletter e traduzioni da THH, estate 2014

Newsletter estate 2014 e traduzioni dal numero 55 di The Horse’s Hoof, appello all’unità.

Le Traduzioni

Grazie ai traduttori! L’esperimento iniziato con il numero 50 è in dirittura di arrivo. Con il prossimo numero autunnale si esaurisce. L’invio delle traduzioni sarà sostituito probabilmente da altra iniziativa rivolta a coloro che dimostreranno volontà di ricevere e partecipare.

Sindrome navicolare

Questo numero di THH pubblica la terza parte del mio lavoro sulla Sindrome Navicolare. Ho riunito ed illustrato le posizioni, barefoot e non, introducendo le maggiori linee di pensiero. Ora dovreste andare a leggere gli originali riportati nella bibliografia e confrontarli. Si tratta di dedicare tempo, a me è costato anni ma non varrebbe per me e non vale per voi addurre scuse se siete tra coloro che vanno in giro a chiedere soldi per il pareggio di un cavallo navicolitico o spesso erroneamente supposto tale. Ricordo Edwin Wittwer ed una delle sue frasi ricorrenti: “Voi volete conoscere il trucco per realizzare questo esercizio con il cavallo. Un trucco funziona solo in una situazione particolarissima. Studiando ed applicandovi troverete la successione e fluidità dei movimenti riuscendo nella generalità dei casi”. Con Edwin si trattava di movimenti e relazione, nel caso del pareggio dello zoccolo di riduzione di ogni singola parte e relazione tra le parti. Nonostante l’apparente semplicità molto difficile. Difficile perché nonostante la pretesa conoscenza, invero assai scarsa, il pareggiatore magari riconosciuto, certificato ed impataccato da riconoscimenti comprati segue degli schemi o peggio segue schemi in qualche modo validi ma frutto di successive interpretazioni. Già uno schema è riduttivo del processo seguito da colui che lo concepisce. Le successive interpretazioni lo degenerano. Ancora una volta non c’è alternativa allo studio diretto e totale di coloro che sono venuti prima di noi. Non c’è alternativa all’esperienza di ragionamento messa insieme in campi diversi negli anni. Non c’è alternativa all’intelligenza come capacità di adattamento alla circostanza. Solo alla ridotta dotazione non c’è rimedio.

Non inserisco nelle traduzioni la terza parte di Navicular Syndrom. Potete leggerla con le precedenti sul mio sito. La monografia piace in giro per il mondo ed è ritenuta utile come un piccolo “testo unico”.

Incontri

Tra il 20 ed il 27 luglio a Manziana di Roma parleremo di alimentazione, parassiti, pareggio cercando di tenere il livello alto senza dimenticare le necessità dei principianti. Sarà una bella occasione anche per i già esperti in uno di questi settori. Spesso le risposte e la possibilità di revisione sono nelle mani di coloro che sono vicino a noi e a portata di mano ma non ce ne accorgiamo. Lo scorso anno fu un successo se non di numero di qualità. L’ultimo giorno l’emozione e la gioia fecero addirittura piangere qualcuno. Questa volta spero non accada. Non perché non mi piace la dimostrazione dei sentimenti, vorrei che la spinta non si esaurisse in una lacrima ma producesse, attraverso la continua autonoma applicazione, ulteriore conoscenza. Ho investito mesi del mio tempo e spero di trasferire come lo scorso anno qualche cosa della esperienza di una vita semplicemente, senza fare ricorso a frasi o termini dotti, propri dei tromboni vuoti.

Appello all’unità !!!

Agli inizi dello scorso secolo Lenin scrisse un piccolo libro cui dette titolo “Il nemico e’ in casa nostra”. Si trattava di filosofia, etica, emancipazione, azione. Il nostro oggetto riguarda animali e solo indirettamente umani ma la passione é simile. Il movimento barefoot é stato dilaniato da lotte interne soprattutto durante il decennio passato da lettere aperte, critiche sui libri e sui siti poco costruttive. Si sono dimenticati o persi di vista i nemici veri di questa battaglia “ferrato o scalzo” che non andrebbero individuati nei promotori di una tecnica diversa da quella del gruppuscolo cui apparteniamo. Un giorno coloro che sfoglieranno i libri della storia dell’equitazione e della mascalcia sorrideranno incontrando i capitoli del barefoot.

Ogni linea di pareggio ha contribuito sostanzialmente al progresso generale. Ogni pareggiatore che conosce le varie linee e le ha meditate e applicate sul campo continua a contribuire all’evoluzione e diffusione del sistema.

Il modello americano è stato fondamentale presentandoci la verità della forma dettata dall’ambiente selettivo. La meccanica e le sue leggi ce la hanno illustrata. Consapevolezza, logica, osservazione hanno poi superato la fede e reso possibile un parziale ma irrinunciabile lavoro di adattamento alla circostanza. Anche coloro che non hanno avuto a disposizione il modello del cavallo vero nel suo ambiente naturale hanno fatto un lavoro meraviglioso, forse ancora più notevole a causa delle difficoltà, denunciando i problemi gravi della ferratura e la iniquità delle ferrature che si pretendono ortopediche o terapeutiche. Faccio esplicito riferimento alla Strasser ed al suo” Shoeing, A Necessary Evil?”! Il nemico non è tra noi. E’ ben riconoscibile tra coloro che mancano di carattere e di etica, addomesticano le loro parole alle necessità del proprietario, mancano nel denunciare carenze ed abusi, ignorano persino i fondamenti della scienza della alimentazione pur chiaramente espressi nelle pubblicazioni che si succedono periodicamente dagli anni ’40 edite dall’Academy of Science. Il nemico è tra coloro che continuano a considerare l’animale un mezzo, una tempo di produzione ed ora sportivo senza alcun rispetto, tra coloro che praticano tecniche atte all’utilizzo piuttosto che alla guarigione, tra coloro che lavorano nei macelli la mattina e nelle scuderie dopo pranzo. Di fronte alla diffusione delle idee e delle tecniche barefoot questi veri antagonisti degli animali si organizzano e si riorganizzano per salvaguardare la propria rendita di posizione in un miserabile gioco di squadra reazionario. Questi, che sono stati accompagnati alla porta cercano di rientrare dalla finestra o saltano sul carro del barefoot per interesse, per non perdere il cliente, con il mezzo falso sorriso di colui che, ignorante, finge o crede di essere superiore. E’ facile riconoscere questi individui meschini. Non prenderanno mai una posizione chiara, non ci metteranno la faccia, non correggeranno mai il proprietario del maneggio o del cavallo a costo di perdere la piazza o il cliente. Questa gente striscia, cerca di rendere la vita facile, anestetizza o imbroglia, rende disponibile o cerca di rendere disponibile un ammalato ai piaceri del proprietario. Questa gente non ha valori se non il proprio inserimento e tornaconto, non riconosce il limite, gli animali non hanno anima. Questa gente sta bene nella disorganizzazione degli spazi e delle idee dove più facilmente si può nascondere l’inconsistenza di una preparazione di scadenza intollerabile. E la lista non ha fine. Si aggiungono a pieno titolo coloro che si tengono per se quel poco che sanno o fingono di sapere e non aiutano le persone che lo desiderano ad emanciparsi dalla schiavitù di dipendere da qualcuno tutti i mesi, da quelli che massaggiano, infiltrano, raddrizzano, raschiano, intuiscono, tutti molto alla moda che “molto naturalmente” non vogliono avere idea dei danni provocati dal ferro e dalla stabulazione alias carcerazione a ciò che pretendono di curare prostituendosi di qua e di là. Ma da dove sbuca questa massa di parassiti e come fa la gente ad avere una capacità di discriminazione dei farabutti così bassa!

Siamo rimasti all’elisir venduto per strada dal furbastro sul carretto ai polli. I polli sono diventati proprietari di cavalli e poveri asini.

Credete che il “nemico” sia tra coloro che realizzano un tallone leggermente più alto o più basso, che lasciano una parete un millimetro più attiva o passiva? Se non si tratta di fessi si correggeranno con l’esperienza e osservando con modestia gli altri. I veri “nemici” non sono tra loro ma tra coloro che stupidamente o per calcolo rimangono ancorati a posizioni ormai indifendibili continuando a danneggiare animali e forse, nel prossimo futuro, anche persone.

Il caso di LaPierre negli USA è noto. La Pierre ha vinto la sua battaglia che ha visto riconosciuta la sua scuola di podologia equina barefoot come naturale evoluzione della mascalcia tradizionale e riconosciuti i suoi allievi, pareggiatori fin dalle origini non opportunisti. In Inghilterra lo scorso anno il cartello delle assicurazioni in mano alla “tradizione” si è rifiutato per qualche tempo di assicurare pareggiatori. Grande risonanza ha avuto qualche anno fa il processo in Inghilterra a pareggiatori del gruppo Strasser pilotato da sentimenti lontani da quelli che ispirano il benessere animale. Altre azioni più o meno legali sono in corso in varie parti del mondo dove categorie una volta monopoliste vedono erosa la propria fonte di reddito. Devo dire che non mi dispiacerà per questi futuri nuovi poveri.

Che fare?

Deve aumentare l’impegno, lo studio e l’applicazione. Sono le sole cose che pagano insieme all’unità di intenti, formale e sostanziale.l barefoot movement e più compiutamente l’ iron free philosophy sono una piccola leva per l’emancipazione dell’animale dall’uomo e dell’uomo da se stesso. A qualsiasi scuola di pareggio tu appartenga militiamo sotto la stessa bandiera. Il nemico NON è in casa nostra.

 

Understanding Winter Laminitis (note in italiano)

Understanding Winter Laminitis

L’estate é appena iniziata allontanando in alcune regioni il pericolo insito nel pascolo primaverile. Mentre questo nemico deve essere sempre mantenuto a debita distanza é il momento di focalizzare l’attenzione su un avversario più insidioso, il freddo inverno. Quando si pensa alla laminite appaiono campi di erba fresca e lussureggiante, sacchi di mangimi e granaglie, infezioni. L’inverno porta con se altri motivi di pericolo da sommare ai soliti, simili a quelli della primavera e da ricercarsi nelle ghiande ed altri frutti stagionali. Il danno al tessuto laminare è lo stesso come la manifestazione del male é simile.

When you think of laminitis you probably picture fat ponies on lush spring pastures, horses that broke into a grain supply, or even a disastrous complication of Potomac Horse Fever or Strangles infection. However, every winter some owners and caretakers are faced with the onset of obvious foot pain in their horses for no apparent reason. What’s going on?
The first thing to do is rule out foot pain from unforgiving ground conditions, rather than from laminitis. All horses have difficulty negotiating uneven frozen ground and their frogs and soles can become bruised. If this is the issue, all of the horses will be affected to similar extents. They will be obviously more comfortable, if not normal, in their stalls, on mats, even on a smooth barn aisle.
The horses with true winter laminar pain will also be more comfortable off uneven frozen ground, but remain obviously lame. The lameness often appears suddenly and can be quite severe.
These horses often have a history of prior laminitis problems, or at least a suspicion of insulin resistance/equine metabolic syndrome. Some even have a history of winter laminitis that strikes the same time every year and is resistant to all efforts at treatment until one day in early Spring it suddenly goes away.
Questo caso é particolarmente diffuso, si tratta di animali che sperimentano diversi livelli e periodi di zoppia solitamente attribuiti fantasiosamente alle più svariate cause, prima fra tutte la sobattitura tanto di scarso interesse quanto rara nel cavallo scalzo e opportunamente pareggiato.
I have been working closely with insulin resistant horses for over 10 years. Winter laminitis pain is a significant problem for some of these horses. Many have a history of laminitis at other times of the year, but some do not. Many questions need to be answered, but significant headway has been made in understanding and controlling this issue.
L’insulino resistenza e la sindrome metabolica sono concetti applicati ai cavalli negli ultimi anni, del terzo millennio. Spesso utilizzati a sproposito (sovradiagnosticati) forniscono una entrata sicura a professionisti.
Il primo intervento in ogni caso é la modifica della dieta da riportare a quella che sarebbe propria di ogni cavallo. Scarsi zuccheri prontamente utilizzabili, dieta bilanciata.

Horses that have undergone bouts of laminitis in the past can have damage to the vascular supply to their feet. When exposed to the cold, the normal regulatory mechanisms that guarantee no areas of the foot are deprived of sufficient circulation for dangerous periods on cold exposure may fail.
Lo zoccolo del cavallo come l’epidermide di ogni mammifero compreso l’uomo, é provvisto di sistemi di by-pass arterovenosi che vengono chiamate anastomosi. Il sangue non raggiunge la rete capillare se questi by-pass sono aperti. Mentre il normale funzionamento è utile al controllo della perfusione e allo scambio termico l’impropria apertura priva le zone a valle di ossigeno e nutrienti.
Even when there have not been previous obvious laminitic episodes, high levels of cortisol in Cushing’s horses and insulin resistance in metabolic syndrome horses may put these animals at risk of cold induced pain. Cortisol has been documented to dramatically increase hoof responses to vasoconstrictors, circulating chemicals that make vessels contract. Insulin is normally a vasodilator, an agent that makes blood vessels dilate. With insulin resistance, this response may be blocked.
Il livello di ormoni circolanti é sottoposto a variazione ed andamento periodico sia giornaliero che stagionale. Questo influenza direttamente l’insorgenza della patologia e rende più elaborato il sistema di analisi e utile il prelievo durante le varie stagioni.
In short, the normal reaction of the horse’s body to decrease blood supply to the distal extremities and hooves during cold exposure may cause decreased blood supply to the hoof sufficient enough to cause pain. In a normal horse, vessels constrict in response to cold but will periodically open up again to increase blood supply if oxygen tension gets too low. If the vascular network is damaged, or if constriction is higher than normal because of hormonal issues, this might not occur.
La vasocostrizione generalmente ha effetto anestetizzante a seconda delle modalità e tempi, come ben succede nella ferratura . Una situazione prolungata e particolarmente aggressiva non può altro che causare solo danni maggiormente evidenti.
Evidence supporting this theory was obtained by an owner of a horse with a history of repeated bouts of winter laminitis. She took her horse to her veterinarian’s clinic for thermographic examination. Thermography measures the surface temperature of the body. The horse was placed in a room with an air temperature of 40° Fahrenheit/4.4° centigrade. After removing leg wraps and lined hoof boots, the temperature of the front feet, which had been repeatedly affected by laminitis in the past, dropped considerably lower than the temperature of the hind feet.
Protection against the cold is therefore the first step in combating winter related hoof pain. Horses should be protected from high winds and rain/snow, blanketed, wear leg wraps to warm the lower legs and boots, preferably lined. Effective lower leg wraps include standard polos and cottons, leg warmers or even fleece lined shipping boots.
Questo può sembrare astruso a tutti coloro che pensano alla laminite = piede caldo. In effetti il piede caldo ed infiammato a causa della dieta non ha nulla a che fare con questo dolore determinato da problemi di circolo che a loro volta causano un danno al tessuto laminare. Da notare però che facilmente il danno vascolare primitivo è di origine alimentare e da ricercare in altri attacchi di laminite “convenzionale” precedenti, primaverili o meno.
This helps, but for some horses is not enough. Since they are metabolically and endocrinologically challenged, responses to the challenge of cold weather could be playing a role here.
We know that thyroid hormone activity is increased in cold weather. This causes energy generation in the cells to become less efficient so that more energy is wasted as heat rather than going to energy generation. It has also been reported by researchers that insulin levels become highly variable in cold weather.
In other species, adaptation to cold weather includes decreased metabolic rate and induction of insulin resistance.
Mi muovo di meno, ho meno necessità e trasformo tutto quello che posso in grassi di riserva. E forse vado in letargo.
None of these changes cause problems for normal horses but horses with metabolic and endocrine problems may be pushed over the edge. When blanketing and wrapping is not enough to prevent hoof pain, supplementing with a combination of an adaptogen and L-arginine is usually very supportive.
An adaptogen is an herb that supports healthy stress responses. Jiaogulan is a good one to use because it also strongly supports vascular nitric oxide production which supports blood delivery to the extremities and feet. However, it is not a particularly strong adaptogen. Some horses respond better to stronger adaptogens also safe for IR horses such as North American Ginseng, Eleutherococcus, Rhodiola and Schizandra. Jiaogulan can be given twice daily, the others once daily.
La Rhodiola, specificamente, come l’Arginina si trova facilmente in farmacia e dovrebbe essere utilizzata a dosi pertinenti adattandole al peso dell’animale. Gli adattogeni hanno la virtù di essere maggiormente efficienti quanto più la situazione lo richiede e di rimanere silenti in caso contrario.
L-arginine can be given at least twice daily, sometimes 3 to 4 times daily, to support blood levels. L-arginine is an amino acid that can be utilized to make nitric oxide. Alternatively, L-arginine-alphaketoglutarate (AAKG) may be used. This form of arginine seems to have a more prolonged effect.
In summary, winter laminitis predominantly strikes horses with metabolic issues, with or without a prior history of laminitis. It appears to be caused by both reduced circulation to the feet in cold weather and the effects of cold stress. Steps to consider taking are:
-Make sure Cushing’s Disease, if present, is well controlled by sufficient pergolide and that the horse is on an appropriate low sugar and starch diet Protect from severe and wet weather by adequate shelter.
-Use blankets, leg wraps and lined boots.
-Supplement with an adaptogen and L-arginine to combat stressresponses and support circulation
Il Cushing’s è un evento possibile. E’ il caso soprattutto di cavalli anziani. Può essere con sicurezza diagnosticato tramite analisi di laboratorio e pertinente lettura. Porta con se segni che ne facilitano l’identificazione.
Molti cavalli non necessitano di essere trattati con la Pergolide farmaco che ha dimostrato pesanti effetti collaterali in medicina umana tanto da essere escluso dal mercato . Gli ormoni sono farmaci difficili da utilizzare con parsimonia e consapevolezza. Assai spesso la sola dieta ferrea, comunque da adottare in ogni caso, è sufficiente al controllo della malattia insieme alla gestione protetta.
Degenerazione, sindrome metabolica, insulino resistenza ed altri malanni trovano come comune denominatore di attacco la DIETA ed il MOVIMENTO. I mali degenerativi si possono rendere meno invalidanti e gli altri, che non dovrebbero essere considerati malattia ma manifestazione di disagio causato dalla mancato rispetto delle necessità di specie, si possono prevenire.
Il pareggio adeguato dello zoccolo ed in particolare l’angolo di finitura della parete riveste anch’esso un ruolo preventivo chiave. La minore sollecitazione del tessuto laminare da parte del terreno di appoggio fa si che a parità di altre condizioni il danno risulti inferiore ed il recupero della condizione accelerato.

Eleanor Kellon, VMD. Note in italiano di Franco Belmonte, biologo.

Nutritional Philosophy by dr. Kellon (AHA Advisory Panel)

Il 20 luglio prossimo ci incontreremo a Manziana per discutere di gestione, alimentazione e tecnica per la manutenzione degli zoccoli dei nostri cavalli. Sono consapevole dei nostri limiti in genere, ognuno di noi ha i suoi. Ciò che più importa é la ricerca della consapevolezza del limite e la volontà di superarlo. Non in Podologia, non in Scienza dell’Alimentazione né in qualsiasi altra disciplina coltiviamo, se fine a se stessa. In qualche pagina su questo sito ho scritto che la podologia non é altro che una scusa per esplorare il meraviglioso mondo delle Scienze Naturali. Il 20 ne avremo un’altra senza trascurare la prima. Il filo conduttore lo troveremo in Eleanor Kellon che vi presento con uno scritto introduttivo all’argomento.

Having been fascinated by nutrition and biochemistry all my career, it amazes me that in many circles it is considered “alternative”. What could be more inherently important to the health and function of the body than the nutrients which go into it? Deprived of air, the dire consequences are shortly evident. Being deprived of key nutients isn’t quite as dramatic, but there are still prices to pay.
From the time of conception, the horse’s body depends on a supply of nutrients to build and maintain tissues, fuel exercise, etc. These have to come from the diet. However, making sure the horse takes in enough calories to hold weight does not guarantee adequate intake of key proteins/amino acids, essential fats, minerals and vitamins.
Critics of managed nutrition and supplementing horses may point out that the species has survived for a long time without it. That’s true, but the reasoning is faulty. In their natural habitat, horses roam over a very wide range giving them exposure to different types of plants and soil types, and therefore a very varied diet. Domesticated horses live on much smaller pastures and eat the same meal 24/7 for months or years at a time.
Surviving is also very different from thriving and optimal health. There is always more to be learned, but scientific studies have given us a good basic framework regarding the horse’s nutritional needs. To me, it isn’t about how much you can get away with in a horse’s diet, but how much you can maximize to improve health and performance.
Feeding a horse properly isn’t like building a house or putting together a puzzle. It’s more like baking a cake. If you leave the baking powder out of a cake recipe, the results are catastrophic and you end up with a cracker instead of a cake. This is the equivalent of a full blown nutritional deficiency. However, adding too much also has negative effects. To get the perfect cake, all ingredients need to be balanced. This dynamic approach, focusing just as much on balance as on intake of individual nutrients, is what I have seen to be the most effective – and also efficient – way to build a sound diet.
The horse’s body is equipped with a system of checks and balances that allows it to increase absorption when needed, eliminate excesses. However, these systems have limits. With severe deficiencies, the horse could absorb all the mineral available and still come up short. With minerals like iron where there is no pathway for active excretion, balance is the only way to head off toxicity problems.
Balance between nutrients, especially minerals, is just as important as avoiding deficiencies. On a horse by horse, herd by herd, basis I have seen the difference it can make to get it right nutritionally. Moving forward, I’d like to see services for owners and supplements for their horses move in a direction to better supplement what they need, avoid what they don’t, and bring the body into better balance.
Eleanor Kellon, VMD.

Settimana pratica, estate 2014

Come l’anno scorso il mese di luglio sarà caratterizzato dalla settimana pratica.

Il programma di questo anno sarà intenso e vari gli argomenti.
-Letture ed esercitazioni di Scienza dell’Alimentazione.
-Introduzione alla Parassitologia con esercitazioni.
-Pareggi commentati
Lasceremo al pareggio solo le ore più “fresche” della giornata per dedicarci all’argomento centrale della settimana, il cibo, la sua trasformazione e la valutazione delle necessità alimentari nelle varie circostanze. Quindi cosa eventualmente manca nella razione del nostro cavallo e come porre rimedio. lo scopo del corso: evitare gli errori più grossolani e introdurre i principi seguiti dall’alimentarista per formulare la razione.
Il nostro riferimento sarà la pubblicazione “Nutrient Requirements of Horses” del National Research Council, USA.
Il relatore, Franco Belmonte, biologo e pareggiatore certificato della American Hoof Association di Pete Ramey.

Ospite
dell’incontro sarà “L’Isola Dei Cavalli” a Manziana (Roma).
http://www.isoladeicavalli.it / mobile: 347 995 6674
IL PROGRAMMA in dettaglio :
ORE 9-12.30
– SCIENZA DELL’ALIMENTAZIONE DEL CAVALLO LETTURE ED ESERCITAZIONI
– PARASSITOLOGIA,CONTROLLO DELL’INFEZIONE E OPPORTUNITA’ DI TRATTAMENTO
ORE 14.30-16.00
– INTRODUZIONE AI PRINCIPI DEL BAREFOOT, LO ZOCCOLO ED IL PAREGGIO ELEMENTARE
ORE 16.00-18.00
– PAREGGIO COMMENTATO ED ESERCITAZIONE PRATICA
ORE 21.00-22.00
– LA LAMINITE E LA SINDROME NAVICOLARE DAL PUNTO DI VISTA PROFESSIONALE

Presentazione domenica 20luglio, ore 15.00
Congedo sabato 26 luglio, ore 16.30
Termine per la adesione: Libero
Quota: 280 euro. L'”abbonamento a THH” e lo “scarico del sito in PDF+assistenza” costituiscono quota associativa.
I giovani fino a 21 anni esenti, studenti entro i 25, 50%.
Chi invia la sua adesione ed impegno entro il 28 febbraio vedrà ritornare il 40% del contributo(!) sotto forma di offerta di attività didattica ulteriore entro l’anno.

Chi desidera che il proprio fieno costituisca argomento di valutazione e esercitazione pratica contatti entro e non oltre la fine di GIUGNO.

Cercheremo di trovare soluzioni favorevoli per vitto e alloggio. Per i pernottamenti sono disponibili varie soluzioni, nel centro, in paese e nei numerosi b&b e campeggi della zona che garantiscono un bel soggiorno anche ai vostri accompagnatori. Naturalmente come spesso accade chi prima arriva meglio alloggia.

Se lo portate, il vostro amico a quattro zampe é benvenuto. Abbiamo tutti almeno un cagnolino adorato. Ne siete responsabili. Dovete parlare con Erica di questo.

Scrivete per tutte le informazioni che vi servono e desiderate. Potete fare riferimento a chi conoscete meglio tra Leonardo deCurtis (Ipparco), Gianmarco Fabbri, Franco, Erica.

Per chi lo desidera è possibile organizzare un incontro propedeutico il fine settimana precedente 12-13 luglio, unicamente sul barefoot ed il pareggio.

giornata d'esame...

giornata d’esame…

 

updated with modern techniques. otherwise you will have a further problem. the lack of proper diagnosis, persistence management that has been the cause of the disease, shoeing, management, feeding, balance incorrect

franco, biologia.   francesco, veterinaria.   rosanna, tutela e benessere animale.   leonardo, fisica.   michela, farmacia.    MANZIANA 2014

pratica su legno ei l gruppo sul lago di Bracciano

pratica su legno ei l gruppo sul lago di Bracciano

pratica su legno

 

 

 

 

 

Treviso, 11 maggio ’14

Nel bosco del Moltello a nord di Treviso un cavallo da commentare, uno da sferrare, una breve presentazione della storia e della tecnica del barefoot e il tempo per rispondere a tante domande.

Contatto: Francesca, 328 1216701

ore 10.30 – 17.00

Dr. Cook. Imboccature e Exercise-Induced Pulmonary Hemorrhage (EIPH)

in italiano a fondo pagina.

“A connection between a bit in the horse’s mouth, a throttled throat and waterlogged lungs”. The Horse’s Hoof magazine, spring 2014, issue n°54.

Introduction

The article is addressed to the sportsman, instructor and veterinarian. I hope, with the writer dr. Cook and the editor Y. Welz, that it can help them to recognize and support an ethic behavior. While the barefoot horse is gaining popularity, even if most of the people and professionals do not have the right skill and knowledge to obtain a real high performance hoof, the bit is of very common use. Why? It is very difficult for humans to accept theirs limit and eventually the limit of the animal. Limit that should be recognized and respected. Very common is for us to be liberal and progressive in one thing, blind and inert in the rest.

In this article Dr. Cook show us one of the many reasons why a bit should be abandoned. For ever. Respect, Natural, Medicine are not words to be used at and for our convenience. I am used to make a parallel with the famous climber R. Messner. Which satisfaction or glory we get winning a mountain with mechanic tools. Which satisfaction or glory obtaining from the horse a movement not natural or otherwise not obtainable in lack of ability or for any other reason. This is my opinion. I hope it a reason for you to think.

articolo Cook

articolo Cook 2

Introduzione

Questa pagina è indirizzata agli sportivi, agli istruttori ed ai veterinari sperando che li aiuti a riconoscere e sostenere una posizione etica. L’articolo é tratto dalla rivista “The Horse’s Hoof” numero 54, primavera 2014 con il permesso dell’autore e dell’editore.
Mentre si diffonde lentamente l’opinione sulla possibilità e correttezza della gestione barefoot pur nella mancanza generale di capacità tecnica, le imboccature resistono e vengono giustificate in mille modi che fanno capo ad un unico comune denominatore, l’incapacità a riconoscere i propri limiti o i limiti del cavallo che pur ha diritto ad averne, limiti puntualmente da superare con accessori meccanici. Non importa se dannosi. Si diventa sempre e comunque miopi e smemorati se c’è di mezzo un interesse. Robert Cook in questo articolo illustra uno dei tanti motivi che dovrebbero far abbandonare l’uso dell’imboccatura. Qualsiasi imboccatura. Perché NATURALE e RISPETTO e SPORTIVITA’ e MEDICINA non siano solo parole convenienti.
Il Prof. Cook insegna alla “Tufts University” ed alla “Cummings School of Veterinary Medicine” del Massachusetts.

Un legame tra un morso nella bocca del cavallo, una trachea ostruita e polmoni edematosi
di Robert Cook, FRCVS., PhD

traduzione di Leonardo de Curtis, fisico. American Hoof Association Certified Trimmer.

Immaginate di essere un embrione di cavallo appena formato. Col tempo svilupperete fattezze cavalline come grandi occhi e una faccia allungata, ma nei vostri primi tempi non sarete diversi dagli embrioni di altri mammiferi, inclusi gli umani. In altre parole, condividete un progetto di base comune a tutti i mammiferi. Già come embrioni, la vostra gola sarà un incrocio per due tubi, uno per il cibo e uno per respirare. Alla vostra estremità anteriore la vostra bocca (il tubo del cibo) sarà sotto al vostro naso (il tubo dell’aria) e, nel vostro collo, queste posizioni saranno invertite: il vostro esofago sarà sopra alla vostra trachea.
Una volta nati, e in base alle necessità, la vostra gola adatterà automaticamente la propria conformazione per mangiare o per correre. Cibo e acqua scorrono dalla bocca allo stomaco mentre l’aria scorre dal naso ai polmoni e viceversa. Pensate al vostro palato molle particolarmente lungo come a un convogliatore: “su” per mangiare, “giù” per lavorare. Come il coniglio, il cavallo non è in grado di respirare dalla bocca. Respira al 100% dal naso.
(Figura 1A & 1B: mostra come il palato molle e altre strutture nella gola (nasofaringe e orofaringe) agiscono come selettori/convogliatori rendendo possibile a questo tratto di gola di servire sia per respirare che per inghiottire.
Legenda: AC= cartilagini aritenoidee (le “falde”); E= epiglottide; LP= laringofaringe (canale dell’erba); OI= ostium intrapharyngium (“l’occhiello”); OP= orofaringe; SP= palato molle)
Ora immaginate di essere un cavallo adulto, che vive libero in qualche prateria. Quando correte, le vostre labbra sono sigillate, la bocca asciutta e la lingua immobile. E’ mia convinzione che, durante la corsa, ci sarà un vuoto parziale nella vostra bocca e che ciò è determinante per mantenere libere le vostre vie aeree (Fig.2). Come nel caso dei lembi di un sacchetto della spazzatura ancora da aprire, un “vuoto” orale “incolla” la punta e il corpo della vostra lingua al soffitto della vostra bocca (il palato duro) e la radice della lingua al palato molle. Il vuoto viene creato facilmente ed economicamente con una sola deglutizione prima dello sforzo da fare, e “blocca” in posizione abbassata il vostro palato molle. La cavità orale si restringe fino a diventare solo uno spazio virtuale, come fa anche la parte orale della gola.
Mentre correte, respirate liberamente perchè lo spazio occupato in precedenza dalla porzione orale della vostra gola (orofaringe) allarga il tratto respiratorio della gola (nasofaringe).
(Figura 2: viene mostrata la configurazione della gola adatta a correre. Le labbra sono sigillate e le aree rosse rappresentano il vuoto che blocca il palato molle in posizione abbassata contro la radice della lingua, chiudendo l’entrata dell’esofago. La doppia freccia rappresenta il flusso d’aria tra la trachea e la laringe. )
Ma cosa succede se siete un cavallo da corsa e dovete correre con uno o più morsi in bocca, e molto spesso con la lingua legata alla mandibola? Ogni morso rompe la tenuta stagna delle labbra, facendo entrare aria nella vostra bocca e distruggendo il “vuoto” orale. Poichè il vostro palato molle non è più “bloccato” in posizione aperta, esso è ora libero di sventolare come un lenzuolo bagnato nel vento teso che, al galoppo, ruggisce avanti e indietro attraverso l’apertura della vostra trachea, due volte e mezza al secondo. Il termine “instabilità palatale” (PI) descrive il cambiamento, ma non il suo effetto. Il vostro palato potrebbe addirittura separarsi dalla vostra epiglottide, come in figura 1B e figura 3 – un cambiamento chiamato “dislocazione dorsale del palato molle” (DDSP). Le
definizioni PI e DDSP sono descrizioni “delicate” di cambiamenti che strozzano, ostruiscono, strangolano, soffocano e asfissiano.
La PI, con o senza DDSP, ha un effetto a cascata sui polmoni. I vostri tentativi disperati di inspirare nonostante le vie respiratorie ostruite causano ecchimosi da aspirazione ai vostri polmoni ad ogni respiro, 150 respiri al minuto.
Questo è lo stesso meccanismo che genera un ematoma sulla pelle umana se viene “succhiata”, come in un succhiotto. I vostri polmoni, invece di essere leggeri, asciutti e vaporosi come un soufflé, diventano pesanti, umidi e densi, come un budino. Fluidi arrossati di sangue allagano i vostri polmoni, e una parte viene soffiata nelle vostre vie aeree. I vostri polmoni “inzuppati” non sono più in grado di fornire abbastanza ossigeno, e vi affaticate prematuramente. Provate forti dolori al petto, vi sentite come se steste annegando, vi spaventate e, comprensibilmente, rallentate.
(Figura 3: mostra come il morso permette l’ingresso del’aria che “gonfia” la parte orale della gola, facendo alzare il palato molle e riducendo la parte respiratoria della gola ad un collo di bottiglia, segnato dalle linee tratteggiate. Un cavallo soffocato deve faticare di più per respirare e i suoi polmoni si allagano.)
Essendo animali di branco, la maggior parte dei cavalli con il morso e la lingua legata cercherà di restare col gruppo e finire la corsa. Ma a causa dell’asfissia, dello sfinimento e della debolezza muscolare, alcuni si stireranno tendini e legamenti (“breakdown”); alcuni cadranno, rompendosi una gamba o lussandosi qualche articolazione; qualcuno morirà. Quelli che sopravvivranno alla gara, quando abbasseranno la testa per bere, avranno del fluido rossastro che gli colerà dalle narici, e sembrerà che gli stia “sanguinando il naso”.
il 95% dei cavalli da corsa “sanguinano” dai polmoni. Fin dagli anni ’70, questa patologia è stata definita Emorragia Polmonare Sforzo-Indotta (EIPH), ma questa non è una buona definizione per una patologia che non è nè strettamente legata all’esercizio, nè una vera emorragia. Il “sanguinamento” polmonare dei cavalli, a mio parere, è la stessa patologia che si presenta in una rara emergenza medica umana ben documentata, chiamata Edema Polmonare da Pressione Negativa (NPPE), e dovrebbe essere definita nello stesso modo.
Una rapida ricerca su internet sulla NPPE mostrerà subito le analogie e fornirà più informazioni. Nell’uomo, il caso in cui la NPPE si manifesta più frequentemente è quando vengono ostruite le vie respiratorie di un paziente sotto anestesia generale.
Nel cavallo, la NPPE è indotta prevalentemente dal morso. Purtroppo, l’uso di un morso è imposto da un regolamento delle corse vecchio di secoli. Le amministrazioni in generale potrebbero rimediare a ciò offrendo la scelta di qualcosa di meglio per il galoppo, il dressage e tutte quelle discipline in cui questo dispositivo arcaico e pericoloso viene attualmente imposto. Così facendo potrebbero dar vita ad un nuovo Rinascimento nel mondo dell’equitazione e migliorare drasticamente la qualità di vita di ogni cavallo.
Vantaggi aggiuntivi:
eliminando la causa primaria delle emorragie polmonari, l’uso del Lasix non sarà più necessario; si ridurrà la frequenza di incidenti ed infortuni per cavalli e cavalieri;
si allungherà la vita utile dei cavalli e ci sarà meno spreco;
si sarà fatto un grande passo avanti per immagine pubblica degli sport equestri;
potrebbero riguadagnare popolarità le scommesse sui cavalli;
migliorerà il livello di performance in tutte le discipline; i galoppatori correranno più veloce.

Letture aggiuntive
Cook, W.R (1999): “Pathophysiology of Bit Control in the Horse.” Journal Equine Veterinary Science 19:196-204 http://www.bitlessbridle.com/pathophysiology.pdf
Cook, W.R. (2002): “Bit-induced asphyxia in the horse: Elevation and dorsal displacement of the soft palate at exercise.” Journal of Equine Veterinary Science, 22, 7-14 http://www.bitlessbridle.com/Article-6.pdf
Cook, W.R. and Strasser, H (2003) “Metal in the Mouth: The Abusive Effects of Bitted Bridles”. Sabine Kells, Qualicum Beach, BC Canada
Cook, W.R (2011): “Damage by the bit to the equine interdental space and second lower premolar.” Equine Veterinary Education, 23, 355-360
http://www.bitlessbridle.com/DamageByTheBit.pdf
Cook, W.R. (2011): “What Causes Soft Palate Problems and Bleeding in Racehorses? The answer is on the tip of your horse’s tongue.” Horses For Life, Volume 62 http://www.bitlessbridle.com/SoftPalateAndBleeding.pdf
Cook, W. R: (2013): A method for measuring bit-induced pain and distress in the ridden horse.” Proceedings of the International Society of Equitation Science Conference. Available at http://www.bitlessbridle.com/MEASURING%20BIT-INDUCED%20PAIN2013.pdf

Sull’autore: Robert Cook è Professore Emerito di Chirurgia alla Tufts University, Cummings School of Veterinary Medicine, Massachussets, e Presidente della BitlessBridle Inc. Può essere contattato telefonicamente (443) 282 0472, via email: drcook@bitlessbridle.com o visitando il suo sito web www.bitlessbridle.com

Introduzione al Barefoot – Università di Teramo – 5 maggio 2014

Alla facoltà di veterinaria, Università di Teramo. Ore 9.30 – 16.00

Il prossimo 5 maggio terzo appuntamento per l’introduzione al barefoot.
Etica, Igiene, Tecnica.
Il protocollo di riabilitazione della American Hoof Association.
Il pareggio del puledro.
Relatori i pareggiatori certificati della AHA:
Franco Belmonte, biologo
Leonardo de Curtis, fisico

L’incontro é riservato ai tirocinanti dell’ateneo, alle figure professionali esterne é destinato un numero limitato di posti.
Teramo-2014

Leonardo de Curtis (Ipparco) nella AHA

Ipparco é ufficialmente “certified trimmer” della American Hoof Association. Di seguito la breve biografia visibile sul sito della associazione. Complimenti ed Auguri Leo!!!

I was born in Germany in 1984 and moved to Italy with my parents in 1987. Since childhood, I was fascinated by Nature and Science, and loved to observe plants and animals. My parents always encouraged this attitude. I attended public schools in my hometown, Modena, and graduated from High School in 2004.
Meanwhile, in spring 2003, I was given a horse by a family friend who didn’t want it anymore.
Being completely ignorant about horses, I started to study everything I could find about them and questioning things, including shoeing. At first I was fascinated by farriery, but soon started to feel uncomfortable with iron shoes.
At the same time I was learning to ride and care for this horse, Pallina, I also started to study Physics at Modena University. Day after day I was learning things that told me horseshoes weren’t very healthy for my horse. But what were the alternatives?
In late 2005 some friends of mine attended a seminar about Natural Boarding and Barefoot hoofcare, and decided to pull the shoes on their horses. Very skeptical at the beginning, I observed very carefully those hooves and how they changed. The philosophy was interesting, but could it really work?
In 2006 I decided to give it a try. The trimmer who came at the beginning to pull the shoes and trim her messed up, and out of three trims, two lamed Pallina quite seriously. So I decided that I could lame her by myself and started to study about hoof trimming. I started from Jaime Jackson’s HOG, went through Lapierre’s “Chosen Road” and finally stumbled upon Pete Ramey’s website, hoofrehab.com.
Here, for the first time, things started really to tick in my head. Pallina’s feet started to look and work better, and friends started to ask me to help them with their horse’s feet. What started as a hobby became more involving and rewarding month after month, and in 2011 I started to do it professionally, even if only in my spare time. Meanwhile I’m trimming around 100 horses on monthly basis, have earned a good experience in managing problem hooves and nutritional issues, and in boot fitting. Next step would be to make it my main job, and that’s one of the reasons I wanted to become AHA member.
I firmly believe the most important tool to work successfully in general, and with horses in particular, is knowledge. That’s true for the Hoofcare Practitioner, but for the Horseowner as well. For this reason in the last years I’ve spent quite a lot if time studying and trying to raise awareness about the advantages of natural boarding and hoofcare, writing articles, translating texts and giving advice to people (and horses) in distress. Becoming AHA member was the inevitable, natural next step in this process.

Tomas Teskey, etica e filosofia

Dal numero 54, primavera, di “The Horse’s Hoof. Per concessione dell’autore o meglio per amicizia e grazie alla bella traduzione di Fabrizio Gennenzi.

Franco ecco la traduzione di Tomas Teskey, in effetti è ben difficile. E’ sempre bello trovare le proprie parole nella bocca di altri, da la vaga sicurezza di non dire troppe fesserie… sorprende sempre l’uso di stesse parole, coniate per cercare di dar forma a sensazioni, utilizzate da altri

Fabrizio Gennenzi

2014: tempo di entrare in connessione – l’intuito di un uomo che ascolta i cavalli
di Tomas Teskey, veterinario

Approccio questa conversazione senza una mia idea personale, piuttosto seguendo i suggerimenti dati dai cavalli. Amici e familiari sono rimasti scioccati la prima volta che hanno seguito uno dei miei seminari: “Ti ho sempre visto tranquillo e riservato, per tutta la tua vita, ma vederti parlare di cavalli e lavorare su di loro è qualcosa di totalmente differente.”

Uno dei primi consigli che ricevetti alla scuola di veterinaria fu quello che mi diede uno dei veterinari del posto, nel recinto dei bovini: “prenditi qualche minuto e osserva soltanto”. Così restammo tutti immobili ad osservare tentando poi di tradurre in parole ciò che avevamo visto negli animali. Poi dovemmo sottoporre le sfortunate creature a ogni tipo di valutazione, misurazione, considerazione fossimo in grado di fare, sia con le mani che con svariati altri strumenti.

Ed è questo l’approccio che preferisco: osservare e ascoltare. Gli animali informano il loro ambiente su ciò che E’. Faremmo meglio a renderci conto che tutto ciò che desideriamo o abbiamo bisogno di conoscere di una cosa è in quella cosa stessa. E allora è davvero bello rilassarsi e aver fiducia: per conoscere i cavalli tutto ciò che ci serve è ascoltarli.

Sono stato un pessimo ascoltatore per quasi tutta la vita. Questo come risultato di alcune relazioni e circostanze passate, e emergeva da quel che raccontavo. Ho scelto di aprire un nuovo capitolo adesso, uno in cui tengo in considerazione ogni cosa intorno a me, in cui confido che il mondo mi fornisca ciò di cui ho bisogno, in cui sono in armonia e flessibile, in grado di comprendere le cose.
Tutti gli animali, specialmente le persone che ascoltano i cavalli, mi hanno suggerito relazioni che mi hanno aiutato a mettere in connessione, fare qualche respiro profondo e guardarmi intorno, accettando il dono della consapevolezza di ciò che E’. Questa consapevolezza è una semplice, nitida, preziosa sensazione. Priva di giudizio, intimamente connessa con il tutto, mi aiuta a trovare queste parole adesso, in questo eccitante Anno del Cavallo.

Molti di noi negli anni hanno cercato di sviluppare teorie su come funzionano le cose, perchè funzionano in quel modo, su cosa possiamo fare perchè funzionino nel modo che noi vorremmo. Le teorie sono sempre il modello di come una cosa funziona, enormemente semplificato rispetto alla realtà. Spesso confondiamo la teoria con la realtà perchè ci piace pensare che siamo intelligenti e conosciamo le cose. Questo cammina di pari passo con l’essere un cattivo ascoltatore. Le teorie sono utili e sempre modificabili, ma dopo di uno di quei respiri profondi e guardandoci intorno oggi ci si può chiedere: quanto modificabili? Ci aggrappiamo testardamente a tradizioni che causano dolore a noi stessi e al nostro mondo. C’è una grande sofferenza nei nostri animali, nel nostro ambiente, in noi.

Imparando a percepire di più, in quest’Anno del Cavallo, possiamo temere meno l’ignoranza e confidare in una maggiore saggezza chiedendo ai cavalli cosa è vero per loro. Spesso restiamo legati a vecchie storie, che non hanno riservato felicità a nessuno di noi. Ora più che mai abbiamo l’opportunità di trasformare tutto questo in modo profondo e gioioso.

Ti sarebbe d’aiuto vedere il mondo per ciò che è?

I cavalli sono animali sociali, concentrati sulle relazioni con gli altri della loro specie. Non hanno un senso dell’”IO” come lo intendiamo noi, per la natura della loro evoluzione di animali che si muovono in branco, mangiando erba e essendo predati da carnivori da millenni. Sono creature passionali, un momento calme e esplosive un attimo dopo. Sviluppano strutture gerarchiche nella mandria, mostrando competitivi comportamenti di sopraffazione, che potremmo definire litigiosi e aggressivi, persino manipolativi. Non si lamentano della loro posizione gerarchica nella mandria, per loro è sufficiente essere NELLA mandria. Il branco è una sana comunità che incarna la consapevolezza di questo voler essere connessi.

Ascoltare i cavalli ha reso più facile il mio lavoro. Mobili e dinamici nelle loro mandrie, scorrono sul paesaggio come un gruppo di pesci nel mare o uno stormo di uccelli nel cielo. Questa dinamica lascia pochi dubbi circa la loro abilità di comunicare energeticamente tra di loro e con ciò che li circonda. Ascoltare i cavalli si è trasformato in puro piacere, una volta messa da parte la lista delle cose da fare, non pretendendo nulla da loro. La mia realtà non deve essere la loro quando ascolto:

Comprendo queste risposte senza domanda?

Fluendo con passione e saggezza nell’esprimermi,

Mangiando verdi cose crude, scalciando l’acqua lì sotto,

Creando una connessione col fuoco che conosci?

Cosa guadagniamo dall’ascoltare i cavalli? Forse l’istinto di entrare in relazione l’un con l’altro? Perché ascoltare i cavalli per conoscere meglio noi stessi?

Per i cavalli la Connessione è tutto: l’un con l’altro, con la terra, le altre creature, noi. Abbiamo messo a fuoco l’opportunità di ascoltare. Siamo consapevoli che potremmo essere stati invitati a creare questa opportunità? Consapevole della saggezza del cavallo troveresti umiliante essere invitato da loro a giocare, lavorare, vivere? Ameresti percepire questo , e sentirti amato nel farlo? Ora è il momento di ascoltare. Ora è il momento di creare.

Ascoltare i cavalli implica l’osservarli, notare cambiamenti nel loro comportamento, riconoscere i loro cambiamenti fisici, e fare attenzione a tutto ciò che nella gestione migliora la loro condizione.

Per essere più precisi, ascoltare comporta vedere cosa è vero e da lì partire per creare. Quando approcciamo alla relazione con una lista di cose da fare e avendo bisogno di relazionarci, tendiamo a forzare i nostri partner. I cavalli, i loro proprietari e un sacco di persone a questo mondo si comportano in questo modo, ma non gioiosamente e non facendo in modo da essere complementari nel reciproco benessere. I cavalli incarnano il valore dell’ascoltare noi stessi. Partendo dall’ascolto possiamo fidarci dell’altra persona, o del cavallo, nella loro espressione reale e creare qualcosa di più grande di noi stessi. I cavalli son davvero felici di esistere e vivere e lavorare e giocare con i loro sensi, la loro psiche e il loro corpo intatti. L’ho scoperto ascoltandoli in differenti situazioni e essendo disponibile a ascoltare. Ad esempio non ha senso per un cavallo essere isolato, messo in un box, confinato, ferrato, montato con imboccatura e speroni, con attrezzature basate sul dolore, legato, montato con durezza o girato interminabilmente alla longia. Queste pratiche provano che non siamo attivamente all’ascolto, ma imponiamo il nostro modo, non rispettando e disgiungendoci.
Ripeto: ascoltare i cavalli implica l’osservarli, notare cambiamenti nel loro comportamento, riconoscere i loro cambiamenti fisici, e fare attenzione a tutto ciò che nella gestione migliora la loro condizione:

– Cavalli ferrati che precedentemente si mostravano non in forma, depressi, divengono sani e tonici sui loro piedi sferrati con le cure di un esperto pareggiatore

– Cavalli ansiosi, obesi e diabetici, si trasformano in atletici e sicuri performer tramite un’appropriata dieta a base di fieno, erba e spazio per muoversi in gruppo con altri cavalli.

– L’uso di una redine senza imboccatura o una capezzina trasforma cavalli sempre fuori mano, incontrollabili, che sgroppano o pesanti, in partner curiosi e coinvolgenti, più leggeri e elastici che mai, desiderosi di accontentarci senza nulla nella loro bocca. Scuotimenti della testa, problemi di respirazione, andature goffe e disfunzioni digestive possono essere alleviati eliminando il metallo dalla bocca del cavallo.

Cavalli destinati all’abbattimento a causa di problemi al navicolare “miracolosamente” guariscono al momento che i ferri, causa della loro malattia, vengono rimossi, consentendo ai loro zoccoli deformati di tornare a espandersi, il sangue a circolare, esfoliare i tessuti morti, percepire il terreno e adeguarsi ai suoi cambiamenti.

– Cavalli asociali e acidi a causa della loro ulcera cronica diventano disponibili e amichevoli una volta spostati dal box a una situazione di mandria. Le loro ulcere guariscono senza intervento medico alcuno.

– Cavalli che si oppongono alla mano, o che mostrano evidenti asimmetrie fisiche o nei loro zoccoli, cambiano sorprendentemente sotto ogni aspetto quando i loro incisivi, lunghi e arcuati, vengono bilanciati, consentendogli non soltanto di di masticare correttamente, ma consentendo alla totalità del loro corpo  di equilibrarsi per la prima volta dalla loro infanzia. Senza brucare quasi ogni cavallo domestico finisce col presentare incisivi non bilanciati, portando al disallineamento dell’articolazione temporomandibolare e dozzine di differenti problemi di salute.

– Cavalli destinati all’eutanasia a causa di una laminite acuta o cronica, guariscono completamente quando gli viene consentita la libertà di movimento in branco, un’Appropriata Dieta, l’uso di scarpette e solette, e il pareggio eseguito da mani esperte.

– Cavalli precedentemente sensibili a ogni virus e parassita intestinale, con frequenti episodi di coliche si liberano del veterinario, presentano un manto lucido e “molle ai piedi” quando gli viene consentito il libero accesso a un cibo a base d’erba a alto contenuto di fibre, poco amido, col supplemento di vitamine e minerali a compendio del foraggio precedentemente testato.

– Rinunciare alla vaccinazione annuale migliora la funzione immunitaria, riduce le infiammazione negli zoccoli (laminiti) e evita seri effetti collaterali a livello neurologico. Gran parte dei vaccini persistono almeno nove anni nei cavalli, alcuni proteggono per tutta la vita.

Il momento magico nella tua relazione con gli altri e con i cavalli si manifesta quando ti senti in connessione e in ascolto, e raggiungere questo stato comporta l’affidarsi a ciò che vero piuttosto che essere impositivi o accondiscendenti con gli altri. La verità è che sia tu, che le persone della tua comunità, sia i tuoi cavalli meritate di vivere con completezza e felici, e TU sei quello che tiene le redini della situazione. La menzogna è che tu non lo meriti e sei destinato a essere una vittima delle circostanze, senza relazioni, legato al giogo. Semplicemente non possiamo togliere valore al nostro benessere o quello degli animali e dell’ambiente e aspettarci di essere felici. Dentro ognuno di noi c’è la brama di connessione e di esserne degni.

Durante quest’anno il solo ascoltare i cavalli potrebbe rivelarsi non bastare. Ci sono molti diversi gruppi di cavalieri che amano passare tempo insieme che hanno lamentele e hanno bisogno di essere ascoltati. Tutti noi possiamo migliorare la nostra capacità d’ascolto e continuare a operare per fornire una migliore alimentazione, habitat, cura dello zoccolo e horsemanship. Sii il cambiamento che vorresti vedere nel mondo, dando l’esempio. Sii disponibile alle domande da parte di coloro alla ricerca di quel che sai essere “la migliore relazione in assoluto” con i tuoi cavalli. Informati, rispettosamente, sul motivo per il quale sentono la necessità di ferrare, dell’imboccatura o degli speroni, della sovralimentazione con cereali o la sovravaccinazione, fino a comprendere che vengono mossi dalla paura quando impiegano questi metodi. Chi sei tu per scagliare la prima pietra quando noi tutti abbiamo continue opportunità di ascoltare e imparare e creare la miglior cosa di sempre? Rimani sempre aderente a ciò che SAI invece che a ciò che TEMI, e poi lavoraci su GODENDOTELA come uno stile di vita.

Devo ringraziare il mio amico e medico personale, K.F., come tanti altri nel mondo dei cavalli, per avermi guidato nella mia crescita personale. Il mio più profondo apprezzamento va a coloro che che mostrano la loro passione, nei modi più svariati.

Auguro a te e ai tuoi cavalli di essere in connessione oltre le più estreme ambizioni. Se senti che posso esserti d’aiuto o supporto nella tua esplorazione di queste opportunità sarei contento di aver tue notizie.

Tomas Teskey, medico veterinario in Arizona, U.S.A.