Qualche giorno fa a Bologna durante un incontro introduttivo abbiamo, o meglio i ragazzi più avanzati hanno, pareggiato alcuni cavalli per dimostrazione. Bene, ad un certo momento sono intervenuto su un posteriore di un cavallo appena finito togliendo alcuni piccoli, ma veramente piccoli credetemi, spuntoncini sulla parte più distale delle barre. Mi “davano fastidio” e li ho equiparati a dei sassolini nelle scarpe. I sassolini nelle scarpe danno fastidio. Ma lo fatto combattuto come se stessi facendo qualche cosa di male, non tanto per scortesia nei confronti di colui che lo aveva appena posato a terra quanto nei riguardi dell’animale. Non sono io che predico ad ogni passo che l’ignoranza o il dubbio devono fermare la nostra mano e rimandare a domani? Forse quei piccoli piccoli spuntoni non erano quanto di meglio esprimevano quelle barre nel tentativo di assolvere il loro compito e di fare la loro parte meglio nel sostegno del peso? Mi sono ritrovato a distanza di molti anni, più di dieci, nella stessa situazione in cui si trovò Pete ed un suo allievo descritta poi nell’articolo “Le Barre” del 2005. Pur avendo a disposizione il materiale di Pete Ramey, pur essendo in contatto con lui, e lui con me e con gli altri della American Hoof Association in un rapporto continuo di confronto e collaborazione, il tempo ed la sovrapposizione dei concetti, l’influenza delle varie posizioni, le comunicazioni stratificate nel tempo non si possono non far sentire o meglio a volte risentire. Come scriveva Pete noi siamo cresciuti cercando di capire, districandoci tra passato e presente e sei edizioni dell’Adams’, tra innumerevoli rapporti ed esperienze. Mentre imparavamo dalle nostre azioni dovevamo disimparare, e questo è assai più difficile, tutto ciò che di dogmatico e fuorviante avevamo sedimentato mentre lo stesso “sistema barefoot”, come ogni sistema introduceva, tentando di gelare e sclerotizzarle però in dogma, le idee appena nate o riscoperte . Quello che abbiamo disimparato faticosamente grazie all’intuizione ed alla evidenza a volte ritorna nell’azione come un file dimenticato e richiamato involontariamente. Non so se il parallelo sia davvero azzeccato in pratica ma lo sento tale nel principio. Chi ha imparato direttamente da noi senza subire lo stress dei nostri sforzi, tentativi ed errori e condizionamenti ha la vita davvero più facile. La maggior parte di voi che legge probabilmente non ha gli elementi per apprezzare questo articolo. Dovreste leggere i libri ed i lavori e gli articoli di chi è venuto prima e naturalmente tutti gli articoli di “filosofia del pareggio” di Pete tradotti da Brollo e forse i miei e poi rileggere ancora “Le barre” in un lavoro di anni. Non vi chiedo tanto. Ma lo suggerisco a chi è veramente affascinato da questo argomento e a chi pareggia professionalmente per fare il percorso inverso. Partendo da dati concreti ed in possesso della manualità efficace che alcuni di voi é stato tanto fortunato di apprendere senza che la memoria fosse appesantita da vecchi “file”, rivolgersi alla storia del barefoot ed allo studio imparziale della evoluzione delle tecniche, il confronto sul campo, vi permetterà davvero di ingranare una marcia superiore.