Letture

Il pareggio in pratica – 7

Torniamo alla parte posteriore dello zoccolo occupandoci però di un piccolo ossicino, il navicolare e dintorni. L’argomento è ben descritto in una specifica sezione di questo sito, in italiano ed in inglese cui vi rimando. Buona lettura.

https://www.bitlessandbarefoot-studio.org/category/sindrome-navicolare/

Proteine “sintetiche”

Come forse alcuni biologi e molte persone comuni sono rattristato per la decisione di bando e condanna della ricerca produzione e consumo delle proteine ricavate dalla coltura di cellule.

Non ho seguito l’iter che ha consentito di arrivare a produrre proteine “sintetiche”. Da quando ero studente, ormai una cinquantina di anni fa, ho sempre pensato però che la fine degli allevamenti di animali e la loro “liberazione” passasse obbligatoriamente per la produzione di proteine costruite in laboratorio.

Il rigetto del sistema è motivato dalla pretesa insufficiente qualità delle proteine “sintetiche”. Effettivamente un pezzo di carne non è solo proteine ma porta con se un enorme numero di diversi nutrienti, cofattori, enzimi e coenzimi che concorrono a renderlo di alto valore biologico. Non credo che questo basti. Abbiamo a disposizione altri alimenti di origine vegetale che possono farne le veci. Con qualche attenzione vegetariani e vegani vivono bene e  sono ben rappresentati  tra gli atleti di livello mondiale. Potessero integrare con proteine di origine animale coltivate magari condite come meglio possibile in laboratorio, forse vivrebbero anche meglio.

Altra motivazione è la difesa del Made in Italy. Questa è veramente una sciocchezza. Interessi, rendite di posizione, non vedo altro. Se non l’interesse generale soccombere per la salvaguardia del particolare.

Eppure in un mondo che conta ben otto miliardi persone dove milioni di ettari sono sottratti al bosco ed a altre culture e dove scarseggia ormai l’acqua persino dove è sempre stata abbondante con quale ottusità si può rinunciare ad un hamburger “sintetico”. Appestati da pesticidi e concimi, avvelenati da carni gonfiate e antibiotici abbiamo perso il senno?

Sui miliardi di animali che obblighiamo ad una breve vita orribile e sono macellati peggio non un pensiero.

Non sono fiero di essere uomo anzi consapevole di avere più mezzi e capacità degli altri animali mi vergogno profondamente. La natura non è affatto bella. I virus parassitano le cellule, altri parassiti se la prendono con noi, tutti quanti approfittiamo delle piante fino ai buchi neri che si mangiano le galassie con un appetito senza fine. Se c’è qualcuno responsabile di tutto questo ha di sicuro le rotelle fuori posto.
Eppure noi che ci sentiamo tanto intelligenti e creativi, mi riferisco ora a noi italiani, non siamo capaci di vedere otto miliardi di persone su un pianeta asfissiato ne molti miliardi di povere bestie per terra, mare e cielo.

Non ne faccio una colpa a chi ci governa del tutto preso nella valutazione di interessi del momento, reso cieco dall’ignoranza e per natura umana privo della capacità di vedere al di là di un orizzonte temporale brevissimo. Diciamo che gli animali non hanno coscienza del tempo. Fosse così non dimostriamo affatto di essere diversi.

Le proteine sintetiche arriveranno prima o poi in tavola a dispetto di tutte le resistenze. Un pericolo tuttavia esiste e portano con se. La meccanizzazione in agricoltura, i trattori, ci hanno consentito di moltiplicare la produzione. Con essa il nostro numero. Tutti conoscono il rapporto che esiste tra la volpe artica ed il lemming. Con aumentare del numero dei topi aumenta, con un certo ritardo il numero delle volpi. Con l’aumentare del numero delle volpi diminuisce quello dei topi cui segue quello delle volpi e così via con un andamento ciclico senza fine. Noi costruiamo più trattori, ariamo più campi e facciamo più figli che non muoiono di fame e che a loro volta guidano i trattori. Il ciclo è più lungo ma si compirà o per mancanza di carburanti o di trattori o di campi sufficienti. Con le proteine sintetiche potrebbe avvenire qualche cosa di simile. Una sterminata quantità di cibo ed un altrettanto sterminato numero di persone che porteranno inevitabilmente con loro bisogni e aggressività, fame di spazio, di aria e di acqua.

Questo è ciò che dovrebbe preoccupare e questo si dovrebbe governare. Dovremmo in qualche modo cercare di limitarci prima che qualche cosa d’altro lo faccia drammaticamente per noi. Appunto, dovremmo ma non sappiamo.  Questa maledetta selezione del più adatto che ha determinato l’evoluzione delle specie ci obbliga a combattere contro tutto e tutti senza lasciare tempo e testa per altro.

Notizie sul sito e didattica

Questa mattina del 26 dicembre ho pareggiato i cavalli ed è stato semplice tanto l’unghia è resa tenera dalla pioggia. Mi domandavo per quanto tempo sarò in grado di continuare a pareggiare i giganti e quanto sarebbe bello se qualcuno di quelli che da e hanno imparato un mestiere o semplicemente ad avere cura dei piedi e della alimentazione del proprio cavallo se ne  ricordasse e venisse almeno a tenere un piede sul treppiede. Ma così vanno le cose, non mi aspettavo nulla di più.  Con le sessioni tenute dalla dentista americana Wendy Bryant sono di fatto terminate le occasioni di incontro già da qualche anno organizzate per me da altri. Mentre sono sempre disposto a questo ho deciso di offrire la mia esperienza teorica e pratica in cambio però di aiuto nel governo, pulizia e pareggio dei miei cavalli. Lezioni, video, pratica in cambio di aiuto. Preparazione all’ingresso nella associazione in cui è confluita la American Hoof Association. Chi fosse interessato mi chiami o mi scriva. Insieme dettiamo tempi e condizioni.

Aggiungo che questo sito verrà chiuso probabilmente alla fine del prossimo anno. Chi volesse adottarlo è il benvenuto se condivide i principi etici che lo contraddistinguono. Se avete già un vostro sito potreste aprire un “cassetto” o meglio una nuova categoria, come credo si dica in gergo compiuteresco, per garantirgli la sopravvivenza.

Il mese scorso ho ritardato di un paio di giorni di pagare per il rinnovo. Dopo solo una ora il sito era già parassitato da sellerie e dal sito Amazon per la vendita di attrezzatura come briglie,  fruste ed ogni altra porcheria inutile e dannosa che potete immaginare, in assoluto contraria a tutto quanto ho detto e fatto per quindici anni. Me ne sono lamentato con Aruba che ritengo responsabile di avere permesso questo sciacallaggio. A quanto pare il web è peggio del selvaggio west. Almeno la non ti sparavano alla schiena ma in duello regolare.

Guardando ad est.

Già quando commentai le vicende sui cambiamenti climatici mi dissero “cosa centra questo” con i cavalli e la gestione naturalizzata. Risposi che non vi è nulla di sostenibile e concreto senza  una politica che comprende  la riduzione degli sprechi e la virtuosa gestione delle materie prime  senza almeno il tentativo ed indirizzo alla pianificazione del numero degli utilizzatori. Così come predicavano negli anni del dopoguerra tutti i maggiori intellettuali e politici. Il contenimento del genere umano in un pianeta che non è di gomma che interessa a tutti ma di cui nessuno osa più parlare, pur essenziale dovrebbe essere accompagnato dalla diffusione delle più elementari regole democratiche e rispetto. Ora, se guardate ad est ed a sud, ditemi se ne trovate. Pensate a Reggeni, all’utilizzo dei migranti come arma di ricatto e per instabilizzare l’Europa, alla persecuzione di giornalisti. Dovrebbe bastare. Israele è una piccola isola democratica. Dove le donne guidano, sono padrone di se stesse. Dove si può praticare il culto che si vuole. Dove l’espressione è libera. Con tutti i problemi di un paese piccolissimo, sede di frizioni insanabili determinate da politiche internazionali secolari. Al di la di tutto quel che è oggettivamente riscontrabile è la qualità della vita e la libertà cui noi europei siamo abituati che fa la differenza. Guardando ad est ed a sud la ritrovate solo in Israele. Non parlo di uomini beninteso ma di sistemi.

Mi sono occupato di gestione naturalizzata, di animali. Senza spazi qualsiasi miglioramento è impossibile. Ma è impossibile anche in un mondo senza regole, dove la casta, il genere, la posizione iniziale sono unici riferimenti. Non vi basta come buona ragione per l’inserimento di quanto segue? Mi spiace, sento il dovere morale di richiamare l’attenzione sui razzi e l’odio contro un popolo di lavoratori, pionieri, ricercatori, contadini che hanno faticato duramente.

E questo è un blog e vivo in un paese dove per fortuna l’espressione è libera.

L’articolo che segue è tratto da IL GIORNALE.IT

Ditemi dunque, che cosa dovrebbe fare Israele? Voi che marciate nelle strade italiane o inglesi o tedesche con le bandiere palestinesi e urlate slogan che accusano Israele di crimini contro l’umanità

Ditemi dunque, che cosa dovrebbe fare Israele? Voi che marciate nelle strade italiane o inglesi o tedesche con le bandiere palestinesi e urlate slogan che accusano Israele di crimini contro l’umanità, di essere uno stato d’apartheid, di pulizia etnica, voi che difendete Hamas a Parigi, a Berlino, a Londra e a Roma, che inondate Israele di accuse storiche e fattuali sui social media; che, persino, con demenziali teorie della cospirazione suggerite che Netanyahu, diabolico principe del male, avrebbe scatenato la guerra d’accordo con Hamas per ragioni di potere. Voi che finché i terroristi bombardano le case, i kibbutz, le scuole, Gerusalemme e Tel Aviv non uscite per strada per denunciare i palesi crimini contro l’umanità contenuti nel prendere di mira la popolazione civile; voi che quando il terrorismo suicida fece duemila morti nelle strade di Israele con la Seconda Intifada trovaste il tempo, paradossalmente, solo per condannare, anche allora, il diritto alla difesa contro l’omicidio di massa della gente d’Israele che saltava per aria negli autobus e nelle pizzerie, ditemi se avete un’idea su come fermare Hamas che non prendere di mira le strutture e gli uomini di chi progetta e opera i bombardamenti.

Hamas ha attaccato Israele senza nessuna ragione, un altro round in cui tortura l’intera popolazione civile prendendola a caso di mira, senza altro obiettivo che quello di terrorizzare, uccidere, distruggere. Lo fa tenendo in ostaggio la sua popolazione: due milioni di persone. Quando la usa come scudi umani, sta lanciando missili o organizzandosi per farlo: se l’esercito israeliano si ferma proprio in quel momento, il missile di Hamas parte. E quale governo, quale esercito, ha il diritto di decidere di abbandonarsi all’eventualità che quel missile colpisca i suoi concittadini? Sarebbe pura complicità con il crimine. La verità è nella semplicità di questa vicenda e la sua manipolazione ha un carattere ideologico, è frutto di un pregiudizio contro lo Stato d’Israele come stato delegittimato, indegno di esistere e di battersi per la sua esistenza. È antisemitismo. Proprio come gli ebrei erano considerati indegni di esistere e battersi per la propria esistenza e quella dei figli. Nessun Paese ha dovuto sopportare più a lungo i colpi che il terrore gli ha inflitto.

La scelta ideologica di Hamas è definitiva, la stessa di Haj Amin al Husseini, l’amico di Hitler, negli anni ’30. Israele ha opposto in prima linea uno scudo mondiale di protezione anche morale con la forza della legge, della moralità delle armi, e di una società aperta. Se si trattasse di scontro territoriale, l’Onu non si baloccherebbe dal 1975 con risoluzioni che ripropongono l’idea che «sionismo è uguale razzismo». È vero il contrario: il sionismo di un qualsiasi israeliano, e anche di Netanyahu che da ignorante presuntuoso, un ministro e vicepresidente del Pd, Provenzano, accusa di essere un reazionario, è fiducia nella apertura della propria casa, come provano le tante offerte di pace sempre rifiutate dai palestinesi, nella democrazia così costosa, ma è anche identificazione chiara del nemico che ti vuole uccidere. Delegittimando Israele dal suo diritto alla difesa, si sottintende la legittimità, per converso, dell’eliminazione del popolo ebraico. Israele deve fermare Hamas, anche se la guerra asimettrica è terribile e dolorosa: fingere di non capirne il significato evidente significa alla fine condividere almeno in un angolo del proprio cuore l’idea che nella parola ebreo esista un contenuto di illegittimità, specie nel momento dell’autodifesa contro l’aggressione e la violenza armata.

Panoramica sulla ricerca e la prevenzione Covid

Questo video di metà dicembre ’20 è stato realizzato in collaborazione tra Israele ed Italia . Tre gli interventi.

Divulgativo e comprensibile ma ad ottimo livello.

Grazie a Israele.net per l’opportunità.

Al momento, 1 gennaio ’21, il Times of Israel dichiara un numero di vaccinati al giorno tale da rendere possibile l’intervento su metà della popolazione per la fine di febbraio (compreso richiamo). Da notare che i numeri, abitanti e superficie, sono paragonabili a quelli di una regione italiana. Ancora una volta un esempio di splendida organizzazione.

 

1 Gennaio 2021
Mentre la campagna di vaccinazione anti-coronavirus israeliana sta per entrare nella seconda settimana, il Ministero della Salute ha riferito giovedì che finora sono stati vaccinati quasi 800.000 israeliani. Con un ritmo che ha raggiunto le 150.000 iniezioni al giorno, il Ministero ha riferito che circa il 33% della popolazione over-60 ha ricevuto la prima delle due dosi necessarie. Israele figura tuttora in testa fra i paesi del mondo per numero di vaccinazioni pro capite, con il 7,74% della popolazione vaccinata. Il ministro della salute Yuli Edelstein ha voluto ringraziare in particolare tutto lo staff sanitario che sta garantendo gli alti tassi di vaccinazioni in 257 postazioni distribuite in tutto il paese. Edelstein ha tuttavia aggiunto che Israele dovrà sospendere le vaccinazioni per due-tre settimane per consentire a coloro che hanno fatto la prima iniezione di poter ricevere la seconda dose di richiamo.

(Israele.net)

Pandemia. Delusione e Vergogna.

Delusione e Vergogna sono i due sentimenti che provo in queste settimane. Vedo finalmente intorno a me, ma so che è solo una breve parentesi, l’ambiente che desidero. Poco rumore, poche automobili, poca gente. I mezzi pubblici saranno riadattati e saranno disponibili solo posti a sedere? Sulle spiagge gli ombrelloni saranno distanziati. Non è quello che tutti hanno sempre desiderato? Da giovane frequentavo campeggi e evitavo la pressione di quelli più frequentati. In occasione di un viaggio negli USA rimasi piacevolmente impressionato dalle regole che limitavano l’ingresso e le piazzole normalmente distanziate in un modo che non aveva uguali in Italia. Le regole di distanziamento sociale hanno ristabilito le distanze. Giuste. Il rammarico consiste nel vedere questo precario distanziamento raggiunto a causa delle misure straordinarie Covid e non grazie ad una minore densità di abitanti per km quadrato.  Dal 1920 al 2020 la popolazione italiana si è più che triplicata. Lo sconsiderato appello a far figli, la tassa sul celibato, la necessità di baionette hanno fatto parte dell’insieme di sciocchezze che hanno fatto entrare in guerra i nostri nonni. Il boom del dopoguerra, l’edilizia dei palazzi di sette piani insieme agli ecomostri ha completato l’opera. Il rammarico è reso ancora più profondo dalla constatazione che non c’è forza politica che arrivi a considerare il tasso di natalità ridotto una risposta di difesa naturale. Come ogni biologo farebbe. Non c’è popolazione che sotto stress non riduce i suoi numeri. Un esempio? Le pensioni, L’INPS faticherà a corrispondere le pensioni? Allora serve il bonus bebè e favorire l’immigrazione. Con il risultato di appesantire ancora i servizi. Non sarebbe vera dimostrazione di rispetto per le generazioni future eventualmente ridurle le pensioni? In modo scalare in attesa di un naturale, purtroppo veloce, riequilibrio generazionale?

Basterebbe guardarsi intorno in Europa per notare che la densità e lo stato di benessere della popolazione sono inversamente proporzionali se non in casi particolari dove l’organizzazione ed il sentimento di appartenenza sono tali da supplire in qualche modo alle difficoltà di vivere in un pollaio. Peccato che noi, forse più di ogni altro paese della comunità, manchiamo di una e dell’altro.

Il mondo nel suo complesso dimostra lo stesso trend demografico dell’Italia.  Cina e India hanno la responsabilità di gran lunga maggiore. Non credo che cinesi e indiani possano essere considerati popoli felici. I cinesi paiono ossessionati dal miraggio del primato mondiale, gli indiani non si capisce bene ma in entrambi i casi le popolazioni si comportano come un alveare dove l’individuo abdica alla sua identità a favore della comunità. Durante il secolo scorso nessun intellettuale o ricercatore trascurava di porre l’accento sulla necessità di una seria politica di contenimento della crescita della popolazione basata su considerazioni logiche. I più giovani non ricordano Rita Levi Montalcini e suoi colleghi Nobel del ‘900 ed i loro sforzi nel tentativo di orientamento politico e sociale. Un sistema finito ovvero di determinate dimensioni, la Terra, non può mantenere una popolazione in crescita incontrollata. Alla faccia di una qualsiasi produzione ecosostenibile. Nessuno può credere davvero che una popolazione di sette miliardi di persone possa essere mantenuta da agricolture biologiche e allevamenti di polli a terra senza l’uso di antibiotici.  Ne che possa essere realizzato un trasporto pubblico igienico. Solo il controllo demografico consentirebbe a lungo termine il distanziamento naturale.

Ma anche le poche politiche demografiche sono fallite. Soprattutto in India dove i furgoni ambulatorio di Indira Ghandi proponevano la sterilizzazione maschile tramite vasectomia dietro compenso, ostacolati con successo dalla propaganda indù. In Cina la temporanea regolamentazione delle nascite ha contribuito senza dubbio all’attuale crescita. Un gran numero di lavoratori a bassissimo costo consente di invadere di prodotti il mercato, un numero ancora maggiore sarebbe stato di intralcio. Forse è a questo che pensano i politici di casa nostra? Voi immaginate le conseguenze di questa rincorsa?E potete immaginare l’ambiente, le possibilità, cosa sarebbe e come si vivrebbe in una Italia di venti milioni di persone ante prima guerra mondiale in possesso della conoscenza e tecnica attuale? Intanto non dovremmo elemosinare soldi dalla comunità europea. E qui arriviamo al secondo sentimento, quello della vergogna.

Nessuno si fida del nostro paese. Senza tornare a commentare il ventennio, l’impero e le sue catastrofiche imprese basta constatare che non si è stati capaci in settanta anni di rimediare alla involuzione del sud, di eradicare la criminalità organizzata, di correggere il malaffare della corruzione. Perché dovrebbero darci credito. A quanto pare non siamo solo pieni di debiti ma incapaci di progetto. Alla delusione e alla vergogna si aggiungono l’incredulità e la nausea. Il teatro della politica e della amministrazione pubblica non si differenzia dalle storielle fantasiose dei film della serie I pirati dei Caraibi. Tutti contro tutti. La bugia ed il tradimento eletti a sistema. La bussola non indica la direzione bensì quel che il singolo desidera per se stesso al momento. L’incredulità diventa nausea ascoltando politici affermare che coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza non possono essere impiegati in agricoltura perchè, udite, per raccogliere i pomodori e le fragole serve una specializzazione! Che a quanto pare la manodopera straniera possiede!?  Nessuno mi ha chiesto certificati quando lavoravo come scaricatore in porto a Genova ne per vendemmiare. Ricordo solo la fatica ricompensata dalla soddisfazione.

Quel che non manca mai è la stucchevole propaganda. Il paese più bello del mondo! E la burocrazia, utile a nascondere incapacità e traffici. La confusione normativa. Non vado al mare ma brindo agli ombrelloni finalmente a distanza ed agli olandesi che giustamente fanno fronda e ci mandano a quel paese ricordandoci che non siamo intelligenti come pretendiamo.

La bocca del nostro cavallo – 2019

Gianfranco Soggia, Mauro Carugo ed altri

Immagini dal corso, riprese di G.Soggia

Un nuovo incontro farà seguito a quelli già avvenuti gli anni scorsi.

Wendy Bryant tornerà la seconda metà di ottobre per riprendere il programma didattico. Ad un ripasso seguiranno argomenti nuovi e maggiormente approfonditi, tecniche e dimostrazioni.

Ricordo al nuovo lettore di questo sito che Bryant appartiene alle scuole di Spencer e Fragale che escludono o  minimizzano l’utilizzo di sedativi grazie alla capacità di gestione ed approccio. Gli strumenti per il pareggio sono manuali. Senza rumore, vibrazioni, calore, stress e contenimento.

Il gruppo degli allievi è sostanzialmente già formato ma posti di auditore sono disponibili.

Contattate Mauro Carugo di Cerveteri, centro EQUICAERE, per informazioni:

carugomauro88@gmail.com

Insight the Equus – Tomas Teskey

Un nuovo, fresco e sincero, libro scritto da un veterinario. Una visione che va ben oltre quella del tecnico capace di “rimettere in piedi” e rendere utilizzabile il cavallo. La visione di un Medico che guarda alle condizioni di vita, di gestione, di igiene, necessarie ad assicurare benessere ed una lunga vita.

Teskey spazia tra il pareggio e la cura dei denti, tra lo spazio e il branco, dalle vaccinazioni agli antiparassitari, l’alimentazione.

Il prezzo ne fa un libro accessibile con qualche difficoltà, anche a causa dei ricarichi di spedizione, ma spero in futuro di potere offrire una edizione italiana.

Insight to Equus

Nel link descrizione del testo, cover, immagini

Risposta allo Sciopero Globale Clima

Le discussioni sul clima si fanno via via più frequenti. Il nodo centrale delle discussioni sono le modalità di produzione di tutto quanto viene utilizzato nella vita di tutti i giorni in particolare per gli spostamenti.

Le frasi e la posizioni sono ricorrenti.

Ricorrente è la dichiarazione sulla incapacità sostanziale dell’uomo alla rinuncia, alla estrema difficoltà di una conversione industriale che significa lo stravolgimento della vita di ognuno e della società nel suo complesso. Ciò che si è determinato in un secolo, è comodo e per molti versi utile, non si può smontare facilmente. Non può essere facilemnte digerito dal singolo.

Di qui la richiesta alle istituzioni, nazionali e sovranazionali, affinché, passando al disopra della volontà e comportamento dei singoli, prendano progressivamente ed in modo accelerato quei provvedimenti che si crede possano frenare il degrado ambientale e invertire la attuali tendenze.

Sopravvissuti ed evoluti, come tutti gli altri animali e piante, in continua lotta per la sopravvivenza portiamo in noi stessi il “selfish gene” di Dawkins, un patrimonio genetico inteso a perpetuare se stesso nel tempo senza nessuna sensibilità verso il resto del mondo o meglio una graduale diminuzione di interesse per gli individui via via più distanti da noi nel rapporto di parentela e poi di specie. Man mano che la sensibilità diminuisce aumenta l’interesse utilitaristico.

Tutto ciò può essere solo in minima parte smorzato, regolato, dalla legge. La nostra natura si esprime attraverso le leggi e non viceversa. Con le leggi, ma una norma scarsamente condivisa ha vita breve, si cerca di contemperare l’interesse individuale a quello della comunità. Ogni comunità esprime un diverso ordinamento o interpretazione.

Questa natura umana, inerentemente egoista che, è bene ripeterlo, é comune ad ogni vivente, non può essere dimenticata quando si parla del futuro della nostra casa, il pianeta Terra.

Come ogni territorio nel suo complesso é in grado di supportare la vita di un numero molto grande di specie in equilibrio tra loro. Ma se molto grande è il numero di specie possibili, anzi la variabilità pare in rapporto inverso con la ricchezza e qualità della vita, non così é per il numero di individui di cui é composta la singola popolazione. Nessuna di esse può ingrandirsi a dismisura se non a scapito delle altre e a medio o lungo termine a scapito di essa stessa. Man mano che ci si avvicina al vertice della catena alimentare il danno provocato dal sovrannumero é maggiore e gli esiti precoci.

Qualsiasi allevatore, sociologo, psicologo od osservatore naturalista conosce bene ed a riflettuto a lungo sui problemi indotti dall’aumento della densità della popolazione. Ma non bisogna essere degli scienziati per apprezzare la differenza fra la qualità della vita umana od animale in un ambiente rarefatto e ben organizzato e quella possibile in un pollaio dove l’allevatore per il suo interesse particolare non tiene in alcun conto il benessere degli animali che sono intesi come macchine produttrici.

L’aumento della densità riduce gli spazi e la qualità della vita per il singolo ma non il cibo solo quando la comunità vive in ambiente circoscritto dove il cibo proviene dall’esterno.

Per quanto grande la Terra è un ambiente finito, inteso come di superficie limitata e definita. Come tale non è in grado di mantenere una popolazione i cui individui aumentano indefinitamente. Anche se teoricamente fossero mantenuti stabili i rapporti fra le varie specie.

Il cibo necessario é solo uno delle variabili indotte dal numero dei componenti della popolazione.

Il cibo ed il nostro comportamento si traducono inevitabilmente in rifiuti.

Anche una popolazione di pesci, che non va né in automoble né a scuola e men che meno utilizza derivati del petrolio é capace di soffocare se stessa in un acquario con le proprie deiezioni. Un numero determinato di pesci può vivere in un acquario. Un numero determinato di capi di bestiame può vivere in un pascolo.

Se è necessario rivedere per modificarli i nostri comportamenti, è altrettanto necessario comprendere che non si può evitare di discutere sul numero degli utilizzatori. Sarebbe onesto intellettualmente ma le poche volte che questo accade si è ignorati, zittiti o accusati apertamente.

Durante il secolo scorso l’incremento demografico era al centro delle discussioni come causa del degrado ambientale. Oggi al suo posto ci sono le metodiche di produzione dell’energia quando, ed é paradossale, esse sono in media meno inquinanti di allora. Il fatto é che la produzione é aumentata in modo esponenziale per far fronte ai maggiori consumi del singolo ma, é questo il punto, alla maggiore diffusione dei consumi ed al maggiore numero degli individui. Che possono e potranno consumare responsabilmente di più se saranno di meno.

Forse ogni discussione potrebbe essere affrontata in modo più logico se non si dimenticasse uno o l’altro dei due aspetti. La frase “nessuna madre o nessun padre per quanto si dia da fare può allevare e alimentare le aspettative dei propri figli se i figli sono troppi” non dovrebbe essere sottovalutata.

Non c’è intellettuale del ‘900 che non l’abbia pronunciata. Io ricordo mio padre, anni ’60.

Ai ragazzi che scendono in piazza per reclamare politiche ambientali vorrei ricordare che esistono le politiche demografiche.  Il vostro futuro non é tanto nelle mani degli anziani quanto nel freno che saprete porre alla riproduzione quindi all’incremenponderale to della comunità umana mondiale. La spinta alla riproduzione, come l’egoismo, appartiene al singolo individuo piaccia o no. Solo la comunità può in qualche modo cercare di limitarla. Programmarla sarebbe il termine corretto. Peccato che in qesto caso il termine risulti antipatico. Tutte le leggi o solleciti utili al controllo demografico del passato hanno incontrato grande difficoltà perchè non sono comprese ed in opposizione ai nostri istinti.  Controlliamo la sorte ed il numero di tutti gli altri esseri viventi. Dovremmo imparare a gestire il nostro.

Franco Belmonte,   bitlessandbarefoot-studio.org

Master “Gestione Naturalizzata del Cavallo”

Nota marzo 2019

A più di un anno dalla seguente comunicazione sulla istituzione del Master non è mai seguita la attivazione. Silenzi, risposte banali sono state date alle domande di chi si è dimostrato interessato. Alla prova dei fatti non pare che produzione ed interesse da una parte e medicina dall’altra possano almeno convivere nelle stesse stanze. Se mai un corso sull’argomento proposto “la gestione naturalizzata così come viene intesa dagli anglosassoni del barefoot” fosse attivato non credo avrà gli stessi contenuti che ho elaborato e presentato.Si è persa una occasione. Coloro che desiderano ricevere il programma dettagliato del Master per studio, ricerca o didattica possono chiedermelo. 

Con decorrenza 7 novembre è stato pubblicato dalla Università di Teramo il bando di concorso per l’accesso alla frequenza del Master di primo livello “Gestione Naturalizzata del Cavallo”.

http://www.unite.it/UniTE/Didattica/Master_corsi_di_formazione_2017_2018/Gestione_naturalizzata_del_cavallo

Sulla stessa pagina alla voce Foreign student ho desiderato venisse inserita una minima informativa per lo studente straniero:


Note, march 2019

Dear friends, more than one year after the Master approval, the lessons does not begin. Why? A real answer was not give to the interested people nor to me. It seems that good medicine can not stay in the same rooms with production and interest. Production is the real target there,  not wellbeing, hygiene and natural boarding. If, in the future, the Master takes place i do not think  it will contain the programs I wrote. Who likes or needs to receive a detail of the program for didactic purposes please contact me.

 

Foreign student I wrote for you an introduction to this Master. I hope to receive questions and questions. Feel free to contact me. If we do not reach enough application this master will be offered again the next year. Keep in touch.

Dear foreign students and graduates,

simply we like to give you and to the professionals some information introducing the new Master “Gestione Naturalizzata del Cavallo”or in english “Horses, the Natural Way”. The course should start march 2018.

An introduction of 3 weeks covers principles of biology, istology and comparative anatomy, first aid
technique. The core theory, 4 weeks, will introduce the student to partnership, hoof care, nutrients requirements of horses and other subjects of study. Terrain drainage, shelter construction, fencing.

During the “open air” activity (6 weeks) and the all day long life with the horses, their hooves trimming and care, the target is to underline a particular matter everyday. That could be partnership,parasitology and fecal egg
count, harness and carriages, hay analysis, training, diet and more. We plan to have biologists, engineers, trainers, farmers, chemists, vets supporting to give to the students the better possible idea and informations about the many
problems it is possible to encounter.

The “open air activity” that follows the indoor activity will take place in a rescue centre, a breeding facility, riding schools. Finally the exam is a version of what is asked to join the American Hoof Association as an Apprentice.

This Master wants to answer to the world wide demand of professionals that are asked to be able to guide who works around the horses, owners and breeders first, to reach and have an ethical and humane, effective and cheap, behavior.

This Master is an expression of the barefoot movement that wish to be totally iron free and his techniques that look at the performance without to forget the animal wellness and dignity.
During the last century and two world wars most of our life is changed. At least in the western emisphere we are free from the heavy fatigue of the past. Other problems continually arise but if we will be able to understand that humans have primary necessities and our total number is of a major concern we can win and survive. It seems difficult. To discover that animals are in need of space and that space is directly related with food and dignity could get humans to reflect on themselves and our finite world. Horses can help us again. For sure we can help them the natural way.

The course is opened to all graduates. Auditors not graduated are welcome and allowed to subscribe. In the case of foreign students the lessons will be given both in italian and english language. It is an opportunity too for the italian students to improve their knowledge. The books and lecture notes are in english. P.Ramey, J.Jackson,K.Watts, E.Kellon, R.Bowker, D.Taylor, others. Some notes from my articles and european vets from the eighteenth century till today. Bracy Clarks, H.Strasser. If the number of 15 students is not reached (date
to apply ends december 31) the course will be presented again the nex autumn. To the applicant interested to the cost of the course. That was determined 4000 euro. The student has to remember that her or his has to face daily expenses for 13 weeks spread during the year.


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Il Master che da qualche anno mi veniva chiesto di elaborare nel Programma prende così finalmente vita. La possibilità di istruire secondo i principi e metodiche del  Movimento Barefoot  laureati provenienti da ogni corso di laurea anche se  elettivamente provenienti dalla facoltà di veterinaria e di scienze mi è stata offerta dal prof. Lucio Petrizzi nella stessa Università che anni orsono ha ospitato Jaime Jackson per una presentazione.

Nel Programma che ho elaborato le tecniche per il mantenimento dello zoccolo scalzo occupano una parte importante. Per un eguale però se non maggiore tempo lo studente sarà impegnato nello studio del complesso di molte altre materie che fanno capo all’Igiene ed alla Medicina Preventiva. Obiettivo del Master infatti è la Gestione nel suo complesso, di cui il  pareggio dello zoccolo è parte.

Dopo una necessaria introduzione di Biologia Generale, Istologia ed Anatomia Comparata ed un cenno alle pratiche di Pronto Soccorso il corso si addentrerà nello studio dell’ambiente e come meglio concepirlo ed utilizzarlo per salvaguardare le necessità di specie del cavallo e conseguentemente il suo benessere. Esposizione, orografia, recinzione, pulizia, costruzione di ricoveri e opere di drenaggio.

La partnership ovvero la capacità di instaurare un rapporto di fiducia e collaborazione con l’animale sarà oggetto di presentazione e di esercitazione diretta. Per questo sarà coinvolto come insegnante Gianluca Civeli di Certaldo che ha avuto per molti anni come mentore l’ex istruttore tre stelle del sistema Parelli Edwin Wittwer.

Altra materia di particolare rilevanza sarà l’alimentazione. Analisi del fieno e dell’erba, confronto con le necessità individuali dettate da sesso, peso, condizione ed attività secondo le indicazioni della pubblicazione Nutrients Requirements of Horses (NRC) edita dal Consiglio Nazionale delle Ricerche statunitense.

Durante la attività che ho chiamato di Tirocinio per sei settimane oltre ad occuparci dell’osservazione e cura in senso lato del cavallo e del suo zoccolo avremo ospiti di rilievo. Biologi, veterinari, ingegneri, farmacisti, fisici con i quali di volta in volta esamineremo diversi aspetti coinvolti nella Gestione. Gestione Naturalizzata è bene ricordare non naturale in quanto ci è possibile per conoscenza e possibilità avvicinarsi ma non eguagliare la condizione dell’animale a tutti gli effetti libero.

Per una dettagliata informativa sulle lezioni contattatemi liberamente. Il mio obiettivo prossimo futuro è quello di pubblicare su questo sito il dettaglio delle lezioni teoriche in aula e pratiche in campo al fine che altri possano utilizzare il mio lavoro come guida ed aiuto nell’organizzazione del proprio.

Una parola sull’utilizzo della lingua inglese. I testi sono in inglese, primo fra tutti “Care and rehabilitation of the equine foot” di Pete Ramey. Questo non dovrebbe spaventare lo studente anzi spronarlo. L’aiuto dei docenti ed il continuo passaggio dall’italiano all’inglese nei termini costituisce invece una occasione per impadronirsi di una lingua che da tempo è caratteristica irrinunciabile per ogni professionista. Di grande aiuto sarà il fisico Leonardo de Curtis che può passare in modo disinvolto dall’italiano al tedesco all’inglese.

Le formalità non hanno permesso di pubblicare il bando di concorso prima del 7 novembre 2017. La scadenza per l’iscrizione al corso è la fine dell’anno. Molto poco per sperare in un numero sufficiente di  iscritti. In questo caso il corso verrà riproposto l’autunno del prossimo anno con le stesse modalità.

Il movimento barefoot vede realizzata con l’offerta di questo Master l’opportunità della diffusione dei propri principi e tecniche. Principi e tecniche che con decisione allargo, grazie al Programma, alla necessaria ed etica gestione nel suo complesso ed alla rinuncia non solo dei ferri ai piedi ma del ferro in bocca. In questo ho trovato un particolare alleato nel prof. Petrizzi titolare dell’insegnamento di Patologia Chirurgica a Teramo e coordinatore del corso.

Spero con questo di rispondere alle necessità di un numero sempre maggiore di  proprietari di cavalli e di asini e di creare opportunità di lavoro per i giovani. Il programma è inteso a formare una nuova generazione di professionisti con capacità critica, teorica e manuale tale da realizzare  una gestione economica efficace ed etica.

Il Master sta trovando spazio via via su numerosi siti italiani e stranieri. Sulle pagine del polo universitario di Zurigo, siti di studenti di Berna, siti professionali americani e italiani come l’ordine dei medici veterinari di Lodi.

Grazie a coloro dell’Università di Teramo che fattivamente hanno permesso di portare a compimento l’offerta di questo Master. Per tutti la signora Monia Alessandrini abile costruttore della pagina web dell’ Ateneo.

Franco Belmonte, biologo e AHA certified practitioner.                                                              Trevignano Romano, novembre 2017