Alimentazione

Il pascolo ed il lavoro nei campi

Ecco alcune considerazioni tratte dal corso web 2016-17. Scritte in occasione della lettura dell’ottavo capitolo del libro di Ramey a cura dell’agronoma K.Watts. Le ho pensate per i partecipanti al corso ma sono utili comunque. Il Pascolo e i suoi pregi e difetti, problemi e gravami. Soprattutto quando la zona non è appropriata e gli animali non particolarmente forti o addirittura sensibili o già laminitici. Vi consiglio la lettura degli altri articoli in questa sezione per meglio apprezzare questo.

Vi invito a procurarvi il libro “Care and Rehabilitation of the Equine Foot” e leggere attentamente, o rileggere, il capitolo 8 e quelli che seguono sul fieno e la elaborazione della dieta.

Se lo fate potrete tradurre ogni frase in un carico di conoscenze necessarie e lavoro notevoli. Tali da scoraggiare molti dal tenere uno o più cavalli per se o per altri? Non si possono scoraggiare gli ignoranti semmai andrebbero isolati non essendo possibile impedire loro di tenere animali. Non esiste una normativa. Il modo migliore è dirottare amici e clienti indicando  centri maggiormente attrezzati intellettualmente o invitarli a far da sé.

Le attenzioni al pascolamento sono particolarmente necessarie per i cavalli sensibili ed a tutti gli asini e poni e dovrebbero fare riflettere sulla necessità di orientare se stessi e gli altri verso una scelta consapevole dell’animale che si vuole portare a casa perchè costituirà eventualmente un grave problema. O di lavoro e attenzione oppure di inutilizzo e malattia. La scelta oculata dell’animale per la vita obbliga alla conoscenza, alla scaltra osservazione ed a sapere guardare in basso, in bocca e nel campo avendo le capacità proprie del vecchio mercante di cavalli. Ora, dell’hoof care provider ben addestrato.

Il lavoro e manutenzione dei campi è effettivamente un lavoro, oneroso e continuo. Quello che descrive Watts è ciò che fanno i contadini capaci ogni giorno. Sia che siano orientati alla produzione per il mercato che orientati alla produzione di foraggi ormai ritenuti particolari per il basso, e  ricercato, contenuto in carboidrati non strutturali o altri alimenti specifici. Si può pretendere che un proprietario sorvegli il pascolo continuamente, ruoti, delimiti, segreghi, concimi, arieggi, valuti l’altezza delle piantine? Decidete voi. Fatto sta che un cavallo o più cavalli costano e un tempo erano appannaggio del cavaliere che poteva mantenere scudiero, stalliere e contadino. In mancanza di servo, stalliere e scudiero o si lavora per quattro o la bestia ne paga le conseguenze.

Le difficoltà reali sono tali che probabilmente l’unica soluzione rimane quella del track system. Possiamo seminare o lasciare inselvatichire il campo. Il campo non è mai overgrazed. Le erbe rimangono in pace per il raccolto. Le erbacce cariche di inulina (fruttano) non se ne impossessano facilmente. I cavalli si muovono di più. Eventuale pascolo può essere ricavato dai campi a seconda della stagione e allora ritorniamo alla necessità di comprendere ma anche di fare esperienza. Il minimo verde tramite aperture e chiusure di settori è possibile.
Questo con tutte le accortezze , limitazioni e tempi che il track system o paddock paradise come volete chiamarlo comporta e già descritte nel lungo articolo di tanti anni fa che trovate sul sito in letture.

Non c’è spazio per il track system? Allora non c’è un pascolo di estensione tale da creare almeno stagionale apprensione ma un recintino dove nessun cavallo sarebbe giusto costringere.
Alternativa più scadente è il dirt paddock ovvero il recinto dove non c’è nulla di verde o di vivo, e l’accesso al pascolo viene limitato stagionalmente o per un certo tempo ogni mattina.
Personalmente utilizzo un sistema o l’altro a seconda della stagione. Il primo estate, autunno ed inverno. Il secondo in primavera. Ma non strettamente lasciando alla fantasia ed alla contingenza l’ultima parola. Dai primi di marzo alla fienagione i miei tre cavalli soggiornano in un ettaro dove non c’è nulla.

Sia nei campi dove i cavalli non vanno mai e raccolgo il fieno sia in quelli dove i cavalli stazionano, eseguo una leggera concimazione chimica bilanciata ogni due anni per favorire la crescita e la densità e con esse l’ombreggiamento e la riduzione nel contenuto di carboidrati non strutturali a parità delle altre condizioni. La sola fienagione comporta uno sfruttamento limitato della terra.
Tengo invece il letame da parte per concimare a fine inverno i campi dove i cavalli transitano o pascolano. Anche per comodità, le letamaie sono li.

Il ciclo del Fosforo è diverso da quello dell’Azoto che è il primo limitante.
Il letame sparso in primavera e non interrato o distribuito con pompe per liquami come si fa in Alto Adige non si disperde prontamente nel terreno e si perde l’azoto rapidamente nell’atmosfera a causa dell’azione batterica. Di conseguenza il terreno si sbilancia lentamente a favore del fosforo. E’ il caso dei campi che circondano molti allevamenti. Paradossalmente dove gli animali insistono e/o si usa lo stallatico distribuendolo con il carro spandi letame o semplicemente con la pala è quindi necessaria una concimazione bilanciata Azoto- Fosforo a favore dell’azoto. O la sola concimazione con Azoto (Urea).
Il fosforo si deposita con le feci non raccolte, con l’urina e con il letame sparso da noi e derivante dalla digestione del fieno raccolto altrove e tutto li resta. Gran parte dell’azoto invece si disperde nell’atmosfera.

A sua volta questo si riflette parzialmente in uno sbilanciamento dei macrominerali allontanando il rapporto Calcio – Fosforo da quello ideale! Puledri storti e altri guai seri ! Necessità di bilanciamento (soldi e tempo!) della dieta quando il fieno non lo è. Aggiungere Calcio significa compromettere il già delicato equilibrio con il Magnesio.
Ignorare e Sbagliare presentano il Conto.

Il bilanciamento tra tutte queste e molte altre variabili è l’hoof care provider che deve essere in grado di fare o suggerire o prescrivere. Spero che ormai sarete convinti che non si tratta, non lo concepiamo come un energumeno pareggiatore munito di raspa. Quella è una figura figlia del maniscalco che ha fatto il suo tempo.

Quando le cose divengono più facili???? Quando il pascolo è quello descritto su vecchi libri di agraria. Vi ricordate quello che ho letto a Cesenatico, della prima metà del secolo scorso? (Agraria, Hoepli) “Il pascolo è un terreno che a causa delle roccie affioranti, il pietrame, la copertura arborea parziale, la natura povera del suolo, l’orografia, la distanza dal centro abitato é tale da non consentire nessuna attività agricola redditizia”. Una meraviglia per il bestiame brado. Vogliamo destinare altri campi al pascolo? Ne pagheremo le conseguenze.

F.B.

Alimentazione, analisi del fieno

Novembre 2016

Mentre io,Leonardo de Curtis e Michela Parduzzi da qualche anno durante i corsi, con i conoscenti ed i clienti parliamo di nutrizione, di analisi del fieno e della integrazione della dieta del cavallo e dell’asino, negli USA e mondo anglosassone in genere la pratica è consolidata. La rivista The Horse (da non confondere con The Horse’s Hoof edita da Yvonne Welz) non lascia passare un mese senza pubblicare un articolo sul fieno, sull’erba. La cosiddetta sindrome metabolica trova la sua origine nelle erbe e di conseguenza nei fieni con esse prodotti. Le erbe sono state “migliorate” nei decenni per massimizzare la produzione degli animali da reddito. Un settore dove l’obiettivo non è quello della performance del cavallo atleta o dell’animale che deve vivere a lungo. Senza una analisi del fieno non è possibile correggere la dieta o decidere di cambiare fornitore. Se per un animale apparentemente in buona salute la analisi del fieno è cautelativa e preventiva, nel caso di un laminitico o prono alla laminite si tratta del passo necessario per affrontare con determinazione e efficacia il cambio di gestione.                                                

In questo articolo una alimentarista spiega semplicemente la procedura di campionamento e analisi al proprietario.                                                                

Americani, australiani, sudafricani e popoli di lingua inglese in genere inviano i campioni di fieno per l’analisi ad un laboratorio nello stato di NY. Non solo i proprietari di cavalli ma soprattutto gli allevatori di bovini e i produttori di latte. Altri laboratori lavorano in USA, ad esempio quello associato all’Università del Kentucky.  Purtroppo in Europa la pratica non è ancora diffusa, i costi di analisi sono estremamente più elevati, le unità di misura per l’energia adatte all’erbivoro ruminante, di alcuni minerali ad esempio il rame non viene determinato il contenuto.  Infatti, come gli australiani  o i tedeschi per esempio, affrontando una pratica burocratica extra io e Leonardo de Curtis preferiamo inviare i nostri campioni in USA. Riceviamo il profilo alimentare in 15-25 giorni.  

Leggete gli altri articoli di presentazione dell’argomento in questa sezione, l’alimentazione è uno dei più importanti aspetti della vita. Il vostro pareggiatore NON è un vero professionista se non è sensibile all’argomento e non è capace di aiutarvi e sostituirsi a voi almeno nel campionamento del fieno. Una pratica che è semplificativa della gestione e quindi economica.

The Horse, 7 novembre 2016

Hay analysis is the most accurate way to determine your hay’s chemical composition and nutrient value. The data you get back is useful in deciding whether a particular hay is a good choice for you horse. Ideally, hay growers should analyze it prior to purchase, but unfortunately fewer growers and brokers fully test hay they sell to horse owners prior. Therefore, you’re often left analyzing the hay post-purchase. If you have a horse with special dietary needs, such as low nonstructural carbohydrate (NSC) levels due to equine metabolic syndrome, purchasing hay before it is tested is a gamble.

Get a Good Sample
The data provided on a hay analysis is only as good as the submitted samples, so getting a representative sample is very important. While you might feel tempted to take a grab handful from a bale to submit to your chosen lab for analysis, this won’t result in data that’s representative. You’ll need to collect samples from multiple haybales. According to the National Forage Testing Association, the first step is to identify a single lot of hay. If testing hay prior to purchase, make sure the sample is from a single cutting, from the same field, and of the same type of hay.
If possible, avoid testing hay that has just been baled. Hay just off the field may might have high moisture levels, which can impact results. It’s better to take a sample at the time of sale or just shortly before feeding it. This way the results more closely match the hay you are actually feeding.
Next, you will need a hay corer or probe. This is typically a hollow stainless steel tube with a sharpened end that’s about two feet long and 3/8- to ¾-inch in diameter. Smaller diameter cylinders result in a sample that does not adequately represent the stem-to-leaf ratio of the hay and might result in inaccurate data. The market offers several commercial hay probes, a common one being the Penn State Sampler. This corer is attached to a battery or electric drill for easy sample collection. The National Forage Testing Association (NFTA) offers a list of hay-testing probes and where to purchase them. Shafts made of metals other than stainless steel should be avoided as they could contaminate the sample. Some analysis labs sell probes and include the cost of a test in your purchase.
You’ll also need something to place your samples in as you core a minimum of 20 bales. I recommend having a sealable storage bag on hand for collecting the samples.

Collecting and Shipping Your Sample
With hay probe and bag in hand you are now ready to walk around your haystack selecting random bales to sample. It is important that you don’t avoid or select any particular bale. Rather, walk five steps and sample a bale. Walk 10 steps and sample another bale, regardless of what the bale looks like.
Take the sample from the short end of the bale, so when you insert the probe it cuts through a cross section of several flakes. Draw imaginary lines from corner to corner of the short end making an X and insert the probe where the lines cross. The probe must be inserted into the bale straight for about 12 to 24 inches. After removing the probe from the bale, empty the contents into your bag before moving to the next bale. Repeat about 20 times randomly around the stack.
Knowing how much forage to collect for your sample is important. The lab needs to grind the whole sample for accurate testing, and if you send too much they might just grind a subsample, which defeats all your efforts of collecting samples from multiple random bales. Ask your lab contact in advance whether the lab will grind the entire sample and how much sample is needed. Most require about a pound of hay.
Once collected, seal the bag and mail it as soon as possible. Avoid leaving on the seat of your car or other potentially hot areas, because this could cause some nutrient deterioration. My preference is to send the sample in a two-day flat-rate envelope.

Use the Right Lab
Choose a lab that participates in the NFTA proficiency certification program. Labs participating in this program are sent blind samples by NFTA to test and the results must match the true mean within a certain accepted range of accuracy.
Note that most labs are analyzing feeds for ruminants and not horses, so an important question to ask is whether the lab does a specialized analysis for horses. Labs that do analysis of hay solely for ruminants will not be able to provide an estimated energy content of the hay for horses. Additionally, they might not perform all the nutrient analysis desired, such as starch and trace minerals. I recommend at a minimum having energy, protein, calcium, phosphorus,magnesio, iron, copper, zinc, and manganese tested, along with the breakdown of carbohydrate fractions acid detergent fiber, neutral detergent fiber, starch, water soluble carbohydrate, and ether soluble carbohydrates. Some feed companies offer hay analysis services to their customers, so you might want to check with your chosen feed company’s representative to see if this service is available.

Hay Analysis Cost
The cost from lab to lab and will depend on the types of analysis methodology used and how many nutrients you would like tested. It’s possible to get a very thorough range of nutrients tested for approximately $30 using what is known as near infrared reflectance, or NIR. E’ necessario aggiungere il costo di campionamento,spedizione e autorizzazioni per chi non vive in USA.  Using this methodology the sample is ground and subjected to light. The spectrometer that measures this has been calibrated to samples of known nutrient content and therefore the amount of infrared light reflectance is used to determine the nutrient content.
Some labs might also use wet chemistry. These techniques are more expensive due to the fact that they are more labor intensive and time consuming. With this technique, the ground sample is subjected to treatment with a number of reagents often under heat. Some believe that these techniques give more accurate results, because you’re not reliant on calibration of the NIR equipment. However there’s always the possibility of error with the wet chemistry techniques, as well.
I generally recommend NIR testing methods for carbohydrates and protein analysis. Minerals don’t utilize NIR and by making use of the slightly cheaper NIR tests it often allows for the testing of minerals not typically included in standard testing packages such as selenium. However, when testing hay suitability for horses with metabolic issues where the NSC percentage is significant, it might be of benefit to utilize the wet chemistry analysis.

Take-Home Message
Hay testing can be an important step in better understanding exactly what your horse is eating. It can help you to make choices about whether additional feeds and supplements are necessary as well as determining whether a specific hay is even appropriate for your horse. While I would argue that some data is better than no data, because an accurate and representative sample is needed for good results, if you buy hay in small quantities or go through your hay supply rapidly it might not be worth conducting an analysis.

ABOUT THE AUTHOR
Clair Thunes, PhD
Clair Thunes, PhD, is an independent equine nutrition consultant who owns Summit Equine Nutrition, based in Sacramento, California. She works with owners/trainers and veterinarians across the United States and globally to take the guesswork out of feeding horses. Born in England, she earned her undergraduate degree at Edinburgh University, in Scotland, and her master’s and doctorate in nutrition at the University of California, Davis. Growing up, she competed in a wide array of disciplines and was an active member of the United Kingdom Pony Club. Today, she serves as the regional supervisor for the Sierra Pacific region of the United States Pony Clubs. As a nutritionist she works with all horses, from WEG competitors to Miniature Donkeys and everything in between.

Alimentazione, nutrire lo zoccolo – “Feeding the Hoof”, Pete Ramey

Alimentazione, “Feeding the Hoof” 7-30-08 Pete Ramey

Copyright 2008

“I have constantly been both praised and criticized for my refusal to stop learning, changing and evolving. Some people appreciate it when I admit to my mistakes. Others use it against me. I take the good and the bad words in stride; I am who I am, and people don�t motivate me anyway- it�s the horses! As for the horses in my care, my motivation comes not from my success stories but from my failures. When I look one horse in the eye and realize that I am not good enough, it dominates my every thought- the success stories are forgotten.” Pete

The very best hoof care can only go so far. We must properly feed our hooves if we want the best out of the horse and we must properly feed our horse if we want the best out of our hooves. Over the years I noticed that no trim mechanics could grow healthy walls, laminae, soles or frogs on some horses. This led me to Katy Watts www.safergrass.org and her studies on varying sugar levels in grasses and hay. When I realized that constant carbohydrate overload was destroying the hooves of so many horses, I became a “sugar freak”; an expert at finding the “hidden” sugars in horses’ diets and convincing horse owners to take the necessary steps to eliminate them. My trimming changed very little, but the results I was getting improved dramatically when I started to pay more critical attention to the diet.

Grass became “the bad guy” for me; a distant memory for many of the horses in my care. For some horses this is truly the way it must be, but I’ve always noticed that some pastures support herds of horses in perfect health, while another pasture two miles away seems literally toxic to any horse that lives there. I’ve noticed the same thing in horses at boarding facilities with little or no access to grass. I would find myself at one boarding facility preaching that a lack of exercise was causing the sickness and weakness in their horses, but then drive a few miles to another (seemingly identical) situation that featured horses in extraordinary health, with beautiful feet- in spite of spending 12+ hours in the stall every day. I didn’t talk about these observations very much, but they have constantly gnawed at my gut instinct — I was missing a critical piece of the puzzle.

I had several pastures within my clientele that produced poor hooves no matter how they were previously shod, and the problems persisted no matter how I trimmed them. The hoof walls were weak and peeling apart in layers. There was no white line integrity and I could not grow well connected walls. The soles were thin and thrush was common. I would show up at 5 weeks to trim the feet and it looked like I should have been there 4 weeks ago. Again, it was easy to blame the excess sugar consumption and no doubt that is still a big issue. But it was hard to ignore the fact that there were other pastures in the same area that supported nice hooves in spite of that same free access to “all you can eat” green grass.

Finally, Katy Watts led me to testing the grass in those problem pastures and found that there was virtually no copper or zinc in the horses’ diet. [Copper supports enzymes that form the strengthening cross-links between collagen and elastin molecules in connective tissue. Deficiencies lead to abnormalities in bone, cartilage, tendons, ligaments, and arterial walls among the most dramatic consequences. In horses, copper deficiency has been linked to uterine artery rupture in mares, a fatal complication of labor. Copper deficiency is known to cause developmental bone disease in foals. From research in other animals we also know that copper deficiency has adverse effects in hair quality. Although it hasn’t been studied in horses, remember that the ingredients and growth mechanisms for hair and the hoof are virtually identical.

Zinc performs a host of functions in the body. Structures on proteins called zinc fingers allow them to bind to DNA. Zinc fingers also influence the folding and structure of proteins. In enzyme systems, zinc is essential for pigment formation, antioxidant function, transport of carbon dioxide in the blood, bone building and remodeling, insulin production and release among others. Eleanor Kellon, VMD]

I bought the over-the-counter hoof supplement that had the highest zinc and copper levels I could find, and it improved the hoof quality of every horse in those pastures [Source Focus HF Hoof].

Now knew I had found the tip of an iceberg; I enrolled in Dr. Kellon’s basic course “NRC Plus” www.drkellon.com . I firmly believe that every person responsible for taking care of horses should take this online course. It will teach you the relationships, roles and importance of vitamins, minerals, proteins, electrolytes, how the horse utilizes food for energy and the basics of what makes it tick. The course demystifies the feed labels, forage analysis and teaches you how to really provide for your horse’s needs.

During this course, when I looked back at my pasture and hay analysis from the past, it became clear that the lack of copper and zinc were the least of my problems. In my area, the grass, hay, water (and even the mineral blocks I was recommending) consistently have extremely high levels of iron. [Excess iron cancels the absorption of copper and zinc- even if there is an “adequate” amount of those minerals available. Excess iron has many effects, including predisposition to infection, a predisposition to arthritis and increased risk of tendon/ligament problems, liver disease and altered glucose metabolism, including insulin resistance and overt diabetes. Eleanor Kellon, VMD]

High body iron levels drive insulin resistance, and vice versa. This may explain why the high sugar content of the grass had an exaggerated effect on the horses living on the high-iron pastures and water sources. I was first called to each of these facilities because of acute and/or chronic laminitis, and the problems persisted even with grazing muzzles or dirt paddocks with hay (from the same region). Now I understand why.

The most frustrating part is that after taking that class, I can now read the labels on equine feeds and supplements and compare them to the horses� actual needs. The deception is sinful. Horse owners buy a supplement and/or commercial feed and think they have covered all the bases of nutrition. They read the label and see, “It’s in there: zinc, copper, biotin, calcium, phosphorus… All the things they are told their horse needs for optimal health and performance listed in ppm (parts per million) or percentages, but they don’t know what it means. They put their faith in the manufacturer. In most cases, the actual levels provided are only a fraction of what the horse needs.

One very popular daily supplement I found at a customer’s barn was 93% salt and had 3ppm of zinc proudly printed on the label. Since zinc was listed (along with a dozen other minerals in similar amounts) the owner thought she had the trace minerals covered. Her 880 pound horse horse would actually have to eat 220 pounds of this supplement per day to get the minimum NRC requirement for zinc! (Needless to say this would kill the horse.) Deception- and our horses are suffering for it.

To make matters worse, if a supplement does not complement the grass, hay and other feeds it is worthless or even toxic. Understand this all varies- every pasture and hay field has a unique mineral profile and will thus have unique supplement needs. You should test each of your horses’ food sources and consider the entire nutrition profile together. The horses with little or no access to green grass are subject to the same problems as well- it all depends on the soil in the hay field. Additionally, the hay-drying process eliminates vitamin E and essential fatty acids so important for skin (hooves) and for fighting inflammation. These must be supplemented if the horse has limited access to green stuff.

At boarding facilities, where hay and grains provide most of the calories, I’m seeing another very common scenario. The horses are often getting too much calcium and not enough phosphorus. It is important that they are balanced in a 2:1 ratio respectively. Alfalfa and in some areas even grass hays tend to have a ratio of 5+ :1. This creates a functional lack of phosphorus that can lead to angular deformities in foals and bone loss in older horses. This does not mean that you should blindly supplement phosphorus. Too much phosphorus also robs the horse of calcium. You must test the forage!

Excess calcium could also make magnesium less available to the horse. [The symptoms of inadequate magnesium are the same as those of excessive ionized calcium. These include irritability, hypersensitivity, muscular symptoms from twitching to spasm, with a potential for GI symptoms and heart irregularity when severe. Horses with moderate magnesium deficiency are often misdiagnosed as EPSM. Other magnesium responsive clinical symptoms I have seen are gait disturbances, including stilted gait, base wide gait behind, difficulty controlling the hind end when turning and reluctance or inability to canter. The magnesium deficient horse is not a happy camper! Eleanor Kellon, VMD]

Salt is another very common deficiency I see everywhere I go. Most horse owners think that if they provide a salt block, the horse’s sodium needs are met. In truth, horses do not receive adequate levels of sodium by licking a salt block. One sedentary horse would have to consume over 2 pounds (an entire stall sized brick) in one month. If he was working, he might need 2-4 times more than that. Salt is ideally provided in a loose form. Most horse owners don’t realize how critical it is for their horse’s sodium needs to be met. [Sodium is essential for absorption of many nutrients, as well as their entry into cells (including glucose), essential for the normal functioning of all nerve and muscle tissue. Sodium is also the major regulator of water balance in tissues. In addition to “holding” water in the tissues, sodium is what the brain “reads” in determining when to trigger thirst and when to regulate the amount of sodium, and therefore water, the body excretes in the urine. If sodium intake is too low, the kidneys will actively excrete potassium and save sodium, even if blood potassium levels drop below normal. This is a very, very common mistake made when supplementing performance horses.

Insufficient sodium inevitably leads to some dehydration. The brain reads sodium levels in the cerebrospinal fluid. The cerebrospinal fluid in turn is a filtrate of blood. Blood levels of sodium will be maintained by “stealing” sodium from the extracellular fluid. This leads to the decrease in skin elasticity that is familiar sign of mild to moderate dehydration. The rule of thumb is that as little as 2 to 3% dehydration can lead to a 10% drop in performance. However, excessive intakes need to be avoided. Eleanor Kellon. VMD] Again, actually testing and supplementing specific amounts is optimum.

These are only a few small examples of many. Horses need to consume each nutrient in adequate amounts and usually in balance with the amounts of several other nutrients. This is not just about growing healthy hooves, either. Balanced nutrition profoundly effects attitude, immune function, strength, endurance, recovery; actually every aspect of health and performance. If your horses are having problems of any kind, you can bet there is a nutritional component. So far, every time I have had troubles growing healthy feet and have tested the forage, I have found significant mineral ratio problems and/or deficiency- every time. The nutrition balance may be all or part of your horse’s problem, whether you are concerned about a training issue, recovery from an illness or carving 2/10 of a second off your lap time.

The best news is that feed testing, balancing and supplementation saves most horse owners a considerable amount of money (Now why haven’t the feed companies told us about this?) but you will be required to think, rather than just blindly throwing your money away. When I tested the grass and hay in my area, along with the bad news [no Zn or Cu] I got some great news: The grass was completely covering ALL of the other nutritional needs- my customers with pasture can meet NRC guidelines of every nutrient (including protein) for pennies a day. Too many horse owners spend hundreds of dollars a month to keep their horses constantly on the brink of laminitis by feeding buckets of feed and random supplements “just in case” the horse is missing something in his diet. Why not find out exactly what he is missing and just buy that?

Here’s how to do it:

Take samples of your hay and grass. Send them in for testing to www.equi-analytical.com (read the directions for sampling on that site). Your analysis will be emailed to you in a few days. Choose the 601 package for $35 as a start for most situations (a more comprehensive package is available for $79).

Now what? You will get back a long list of nutrients that will probably look like Chinese algebra to you. Here are some options: 1) (good) Join the Yahoo group EquineCushings, read the introductory information and then ask for help (there is incredible help to be found there) [For excellent help with hoof trimming issues, also join the Yahoo group BarefootHorseCare]. 2) (better) contact Dr. Kellon www.drkellon.com. She does consultations for $100- a real bargain if you ask me. 3) (best) Enroll in the NRC Plus course ($210) and learn to do it yourself.

Once you have designed your custom supplement, you can order each ingredient separately for maximum cost saving. Local mills that actually mix their own feed, or general livestock supply stores, can often get you bags of the most commonly needed minerals. For instance, a 50 pound bag of magnesium oxide for around $10 will likely outlive your horse. For smaller amounts, you can try Uckele Health and Nutrition, www.uckele.com (or call them at 800-248-0330), or Gateway Products has many single ingredient products available www.buygpdirect.com . It depends on what you need, but most horse owners are reporting a total cost of 20-30 cents per day. Another option that saves you time and labor, and still will reduce your overall supplement costs, is to have the minerals you need custom mixed for you. Uckele (above) and Horse Tech, www.horsetech.com , will do this service for the individual owner.

Feed the supplement to your horse daily. This is usually easy if the horse is also on feed- the actual volume of the supplement is usually very small. If the horse is only on hay or grass, you might have to get creative. Mixing the supplements into a spoonful of unsweetened applesauce or in a small amount of beet pulp mash and oats will usually do the trick.

 

Now you have all the tools…. Just do it- yesterday!

“I highly recommend that if you take the ‘NRC Plus’ course, have your own forage analysis in hand (or for hoof professionals, the analysis of your customer with the worst hooves). That way it is not just a mountain of science and theory. I was floundering with the information overload until I started balancing the diets for real horses that I knew personally. Then it immediately started snapping into focus.”

Once you start testing, you will probably find that your pasture and/or hay is providing ALMOST everything your horse needs- including calories, fat and protein. This may surprise you, but understand that tiny “holes” in the overall nutrition profile can throw everything out of balance and make it seem like the horse is getting almost nothing from the hay and grass; or too much (The “starvation” your horse is sensing can lead to overeating). Constant access to forage, and detailed mineral balancing should be the starting point for every equine diet. From there (depending on the individual and the work load) you may have to add or take away from that, but it should be done scientifically- not at random as we were all taught. Why doesn’t every horse owner know this? There’s no money in telling you.

Alimentazione, considerazioni di un biologo.

Durante l’estate ho offerto una settimana dedicata all’alimentazione del cavallo sulla base delle ricerche ed esperienze raccolte nell’NRC (Nutrients Requirement of Horses) edito dal Consiglio Nazionale  delle Ricerche statunitense. Si tratta di una pubblicazione edita dal dopoguerra di cui ora è disponibile la sesta edizione del 2007. La disamina dei vari nutrienti ed un accenno alla biochimica ed alla fisiologia precedono dettagliate tabelle dove sono indicate le necessità di energia, proteine, macro e microelementi, elettroliti,  etc. Il fabbisogno, a seconda del peso dell’animale e delle condizioni individuali e particolari come crescita, lattazione devono essere confrontate con le percentuali ed i pesi dei nutrienti nell’alimento principe  di ogni erbivoro, il fieno e l’erba. Solo quando all’analisi i nutrienti nel fieno e nell’erba(erba che impone cautela ed attenzione alla stagione) risultano insufficienti per il peso, condizione ed attività è necessario integrare la dieta. Per l’integrazione l’alimentarista ha a disposizione altre tabelle dove può scegliere tra molti prodotti al fine di bilanciare o di mantenere bilanciato l’insieme.

Questa è la premessa irrinunciabile senza la quale non è possibile prescrivere una dieta per il mantenimento dello stato di salute e l’ottenimento di una performance. Domanda ed offerta devono incontrarsi.

L’offerta, ciò che offre il fieno a disposizione, varia entro limiti assai ampi. I valori assoluti ed il rapporto fra i vari nutrienti cambia, non è lo stesso, variando a seconda della località, varietà delle erbe, concimazione, tecnica di fienagione, immagazzinamento, età. Ciò che risulta non sufficiente quantitativamente può essere, e questo è facilmente comprensibile da tutti, integrato semplicemente aumentando la massa somministrata ogni giorno. Per esempio invece di 10 kg. di fieno ne daremo 11. Questo purtroppo è un metodo diretto e soddisfacente, entro certi limiti, se si tratta di dovere aumentare l’apporto di energia, contenuto negli  zuccheri semplici e digeribili e nelle fibre facilmente fermentabili. Non abbiamo di norma un problema di zuccheri nei fieni. Il loro contenuto percentuale é soddisfacente nella maggio parte dei casi, anzi siamo costretti a ridurre il loro contenuto se l’animale conduce vita sedentaria o è un laminitico. Somministare una quantità maggiore é facile e intuitivo finchè le caratteristiche del fieno non sono così basse da rendere ciò impraticabile. Diverso è l’atteggiamento dell’alimentarista responsabile e competente se il deficit ad esempio riguarda le proteine. Aumentare semplicemente la quantità di fieno a disposizione per fare fronte al deficit percentuale di proteine nel fieno aumentando la razione può forse soddisfare il bisogno proteico ma comporta un eccesso di energia finale sotto forma di zuccheri di cui il fieno è normalmente carico. Il problema si aggrava se all’aumento del quantitativo di fieno sostituiamo le granaglie o un mangime. Le granaglie hanno un contenuto estremamente elevato di zuccheri semplici rispetto a qualsiasi fieno od erba. L’avena, considerata il migliore alimento integratore del fieno, ha un contenuto percentuale di carboidrati solubili in acqua (ad elevato indice glicemico) molto elevato. Questa energia, se non utilizzata dal cavallo da lavoro agricolo di un tempo o bruciata dal cavallo sportivo che pratica una attività anaerobica, un allenamento intenso e gare di velocità, non può altro che essere immagazzinata nel fegato sotto forma di glicogeno o trasformata in grassi. C’è un posto per l’integrazione con granaglie ma molto ridotto, alimentaristicamente parlando, rispetto a quella che è la percezione generale causata dall’ignoranza della Scienza della Nutrizione. Scienza della Nutrizione ridotta quasi sempre ad un superficiale adattamento alle necessità di allevamento per la produzione di carne e derivati e latte o residuo mal interpretato delle condizioni di vita e lavoro dei cavalli nel passato. Il fabbisogno proteico non soddisfatto dal fieno scadente a disposizione nel centro o a casa, riscontrato con le analisi o supposto solo grazie alla mancanza di prestazione o dimagrimento deve trovare ben altra soluzione. Certo non trova soddisfazione nella somministrazione di un alimento come l’avena carico di energia e non ricco abbastanza, relativamente perché in valore assoluto lo sarebbe, di proteine.

Questo esempio potrebbe essere seguito da molti altri. Se l’animale é impegnato in una gara di fondo e avendo già soddisfatto il fabbisogno di nutrienti desideriamo bilanciare gli elettroliti ancora una volta l’analisi del fieno sarà utile anche se l’alimentarista di fatto sa già a priori che l’animale si troverà in deficit di sodio e cloro ben prima di potassio. Sodio, cloro e potassio hanno concentrazione diversa nei liquidi interstiziali e nel sudore. Sudare pesantemente non fa perdere solo elettroliti ma altera i rapporti fra ciò che rimane. Il problema sono le quantità, la stima del quantitativo di sudore in litri, le modalità di somministrazione degli elettroliti ed i tempi.

Si tratta di una scienza, di una specializzazione poco diffusa di fronte alla quale la maggior parte dei professionisti o proprietari che siano reagiscono con un comportamento piatto e omologato  che viene ricondotto erroneamente alla solita “tradizione” o al ” si é sempre fatto così”  di molto comodo, poca serietà ed efficienza.

Come in altri settori le informazioni, ricerche, pubblicazioni ed esperienza sono largamente sufficienti ma quasi del tutto sconosciute per inerzia intellettuale o commerciale a tutti i livelli ed a ogni figura professionale. L’NRC, la sua lettura, facilitata ed integrata da un buon testo propedeutico ,di fisiologia e di Scienza della Nutrizione Umana meriterebbero tempo e attenzione. La buona e corretta alimentazione cardine per la soddisfazione dell’insieme delle norme igieniche atte al mantenimento dello stato di salute dovrebbe essere conosciuta nei tratti essenziali dal proprietario e tenuta nella massima considerazione dal pareggiatore che io identifico come un operatore di igiene finalizzata al benessere animale e ahimè dal veterinario affinché sbilanciamenti, carenze ed eccessi non siano causa di malattia a breve o lungo termine. Con questo sito e gli incontri periodici offro la conoscenza ed esperienza del biologo a coloro che preferiscono la scienza alle frasi fatte pronunciate nei centri e purtroppo ancora in ambiente accademico dove si millanta per benessere animale ciò che è benessere aziendale e si adattano malamente i principi dell’alimentazione degli animali in produzione ai cavalli che sono invece animali sedentari o atleti. Rinunciare alle analisi ed al ragionamento che può condurre in loro mancanza ad escludere almeno gli errori più gravi non ha nessuna giustificazione. Purtroppo allo scrupolo ed attenzione che spesso contraddistinguono il contadino e l’allevatore non fa da specchio un altrettanto efficace comportamento da parte dell’allenatore e del proprietario.

 

Nutritional Philosophy by dr. Kellon (AHA Advisory Panel)

Il 20 luglio prossimo ci incontreremo a Manziana per discutere di gestione, alimentazione e tecnica per la manutenzione degli zoccoli dei nostri cavalli. Sono consapevole dei nostri limiti in genere, ognuno di noi ha i suoi. Ciò che più importa é la ricerca della consapevolezza del limite e la volontà di superarlo. Non in Podologia, non in Scienza dell’Alimentazione né in qualsiasi altra disciplina coltiviamo, se fine a se stessa. In qualche pagina su questo sito ho scritto che la podologia non é altro che una scusa per esplorare il meraviglioso mondo delle Scienze Naturali. Il 20 ne avremo un’altra senza trascurare la prima. Il filo conduttore lo troveremo in Eleanor Kellon che vi presento con uno scritto introduttivo all’argomento.

Having been fascinated by nutrition and biochemistry all my career, it amazes me that in many circles it is considered “alternative”. What could be more inherently important to the health and function of the body than the nutrients which go into it? Deprived of air, the dire consequences are shortly evident. Being deprived of key nutients isn’t quite as dramatic, but there are still prices to pay.
From the time of conception, the horse’s body depends on a supply of nutrients to build and maintain tissues, fuel exercise, etc. These have to come from the diet. However, making sure the horse takes in enough calories to hold weight does not guarantee adequate intake of key proteins/amino acids, essential fats, minerals and vitamins.
Critics of managed nutrition and supplementing horses may point out that the species has survived for a long time without it. That’s true, but the reasoning is faulty. In their natural habitat, horses roam over a very wide range giving them exposure to different types of plants and soil types, and therefore a very varied diet. Domesticated horses live on much smaller pastures and eat the same meal 24/7 for months or years at a time.
Surviving is also very different from thriving and optimal health. There is always more to be learned, but scientific studies have given us a good basic framework regarding the horse’s nutritional needs. To me, it isn’t about how much you can get away with in a horse’s diet, but how much you can maximize to improve health and performance.
Feeding a horse properly isn’t like building a house or putting together a puzzle. It’s more like baking a cake. If you leave the baking powder out of a cake recipe, the results are catastrophic and you end up with a cracker instead of a cake. This is the equivalent of a full blown nutritional deficiency. However, adding too much also has negative effects. To get the perfect cake, all ingredients need to be balanced. This dynamic approach, focusing just as much on balance as on intake of individual nutrients, is what I have seen to be the most effective – and also efficient – way to build a sound diet.
The horse’s body is equipped with a system of checks and balances that allows it to increase absorption when needed, eliminate excesses. However, these systems have limits. With severe deficiencies, the horse could absorb all the mineral available and still come up short. With minerals like iron where there is no pathway for active excretion, balance is the only way to head off toxicity problems.
Balance between nutrients, especially minerals, is just as important as avoiding deficiencies. On a horse by horse, herd by herd, basis I have seen the difference it can make to get it right nutritionally. Moving forward, I’d like to see services for owners and supplements for their horses move in a direction to better supplement what they need, avoid what they don’t, and bring the body into better balance.
Eleanor Kellon, VMD.

Alimentazione e zoccolo. Diet, hooves.

The Importance of the Equine Foot,  Dr. Eleanor Kellon, VMD, AHA Advisory Panel

The equine foot is a miracle of engineering and a design that is unique in the animal kingdom. Other ungulates (animals that walk on their toes) have shock absorbing mechanisms ranging from a cloven hoof to the very soft and cushiony foot of an elephant, camel, rhino, etc. Why the equine foot evolved the way it did is a bit of a mystery, but one clear thing is that the form of the horse is best suited to brief spurts of speed while the vast majority of the time the horse spent walking and grazing.

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Alimentazione, integrazioni…

Con questa lettura, che spero avrà un seguito data l’importanza dell’argomento, vorrei richiamare la vostra attenzione sull’alimentazione. Pensieri in libertà sulle pratiche correnti e quanto sarebbe auspicabile secondo la NHC. Prendo in prestito da Jackson l’abbreviazione NHC, Natural Hoof Care. I “quattro pilastri” della NHC sono la gestione, che intendo come spazio adeguato qualitativamente e quantitativamente, il rapporto onesto con l’uomo, la dieta semplice ed adeguata alla specie, l’intervento di pareggio tale da mantenere o ricondurre lo zoccolo verso forme e proporzioni naturali. Alla mia introduzione fa seguito un articolo della dr. Kellon in lingua originale.

Allegra. Schnappi nascosto.

Allegra. Schnappi nascosto.

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Alimentazione. Esempio di slow feeder.

I nostri animali necessitano di alimentarsi con continuità con piccole quantità di cibo. I “pasti” convengono alla organizzazione delle scuderie e costituiscono un risparmio di tempo ma non sono fisiologici per il cavallo. La rete, appesa alla parete del trailer o del box consente all’animale di passare il tempo e di alimentarsi con maggiore continuità ma non rispetta la sua necessità di alimentarsi a terra. Nelle fotografie potete vedere una economica soluzione di “rallentatore”.

Una cassetta per il trasporto delle olive, particolarmente robusta perchè disegnata per essere impilata, contiene il fieno, sfuso o in pressa. Un pezzo di rete elettrosaldata tagliata a misura viene posato sul fieno e due barre filettate ne impediscono la rimozione da parte dei cavalli. Le barre filettate sono rivestite con un pezzo di tubo di plastica. Attraverso le maglie della rete possono prelevare una piccola quantità di cibo alla volta.

La mattina seguente o la sera troverete la rete sul fondo della cassetta. Piano piano capirete quante cassette disporre affinchè i cavalli non rimangano senza cibo. Disponendo più cassette nell’area destinata si può in qualche modo anche favorire il movimento. Nelle fotografie sotto la cassetta è stato disposto un foglio di gomma pesante per impedire la formazione di una zona fangosa. Nulla impedisce però di spostare le cassette di tanto in tanto. Le cassette possono essere facilmente ancorate al terreno con dei tondini da cemento armato ripiegati a gancio. Gli animali possono alimentarsi lentamente mentre non siete presenti. Meno noia e meno ulcere.

Gli slow feeder non sono solo dei rallentatatori nell’assunzione di cibo. Staccando da terra il fieno é limitata l’assunzione di larve e uova di parassiti dal terreno. Il fieno viene insalivato meglio, la digestione migliora, vi troverete ad alimentare di solo fieno cavalli in forma. La resa del cibo aumenta.

Le fotografie sono state fatte in un allevamento di galoppatori.

Here is a cheap slow feeder. Look at the pictures, it is easy to build. The animals can eat maintaining the natural position little amount of food continuously. You will find the net on the bottom of the box.

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Alimentazione, la leggenda del fiocco

di Alberto

Il termine fioccatura si applica alle granaglie che vengono schiacciate per laminazione dopo aver subito un trattamento termico.

Il processo fu massicciamente adottato negli anni ’70 per la nutrizione del vitello a carne bianca, molto di moda in quel tempo. Questo avveniva per evitare l’arrossamento delle carni, caratteristica del passaggio da monogastrico, il vitello, a poligastrico, il manzo.

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