Up left, Daina before trim (BT) / Up right, Daina after trim (AT) Terrain, terrain, terrain, free movement.
Italiano / English a little
Prima di introdurre la pagina Studio di zoccoli desidero mostrarvi Daina. Jackson pone giustamente l’accento sul mustang, esempio e guida. Senza una bussola la navigazione è impossibile, é necessario un riferimento. Invece del solito zoccolo di mustang vi propongo quello di Daina, la cavallina dodicenne di Rossella.
Il movimento, la gestione complessiva ed una buona conformazione come base di partenza: Il risultato, uno zoccolo bilanciato e forte. Suola regolare, fettone robusto , parete uniformemente consumata. A sinistra nella foto prima del pareggio, il consumo omogeneo della parete dichiara che l’atterraggio avviene piatto o leggermente di tallone e che la forza peso è distribuita in eguale misura medialmente e lateralmente. A destra, poco è stato fatto. Mi sono “messo in coda” al consumo naturale. La parete è uniformemente “distale” al piano della suola. Questo zoccolo è sano, la parete saldamente connessa non ha bisogno di essere scaricata di parte del suo lavoro, la finitura dà una marcia in più al cavallo. Prima di tanti zoccoli di poveri cavalli eccone uno come si deve o almeno accettabile nonostante le condizioni climatiche. Il “wild hoof” di Daina! Probabilmente Jackson direbbe che è “biodinamicamente bilanciata” … J.Jackson utilizza questa espressione nel suo ultimo libro: The Natural Trim, Principles and Practice. Per biodinamicamente bilanciato intende uno zoccolo, e quindi tutto il cavallo, felice ed in armonia con l’ambiente senza necessità periodica di pareggio dello zoccolo . Daina ha ancora bisogno del mio aiuto ogni tanto. Ma il mio sogno é quello di Jaime. Diana o Daina come Apollo, uno dei suoi cavalli. Miti e leggende… Tuttavia il mio modo di lavorare lo zoccolo probabilmente differisce almeno in alcune circostanze da quello di Jaime pur essendo il fine comune. Non faccio parte della American Hoof Association per caso. Condivido la teoria e la tecnica applicata da Pete Ramey pur mantenendo la originalità di pensiero che la AHA come associazione permette di avere. Questa originalità nel mio caso si esprime soprattutto nella didattica, teoricamente con i richiami continui alle norme igieniche e praticamente con il rifiuto etico dell’utilizzo dei monconi di cavallo utilizzati da tutti, da Pete come da Jaime come dalla Strasser. Al riguardo ho scritto diversi articoli, uno si trova nella pagina pubblicazioni di questo sito con il titolo” Hearth and t….a testimony…”. Anche sull’utilizzo di accessori per la protezione dello zoccolo ho qualche perplessità. Quando le protezioni da temporanee diventano permanenti o semipermanenti intravvedo una sconfitta per il barefoot. Le horse slip o le nuove horseshoe della Easycare per esempio, che infatti possono essere incollate o inchiodate, rappresentano se non in casi particolari il superamento dell’attesa a vantaggio della prestazione immediata nell’interesse del proprietario. Su questo punto ed altri ho una posizione molto vicina a Ramey all’interno della AHA che raccoglie al suo interno anche pareggiatori che esprimono, se non formalmente, nella sostanza posizioni più commerciali.
Mentre gruppi e correnti continuano a nascere e sparire molti concetti sono sfumati ed é piuttosto difficile collocarsi. Sento una solida comunione con Pete, stimo la Strasser per tutto lo studio compiuto ed il lavoro di divulgazione…condivido con Jackson, sebbene con alcune riserve tecniche, la visione sul Natural Boarding ed il profondo rispetto dell’animale.
Recentemente (2012) é nata la IBHA con il solo scopo di unificare il movimento barefoot invece di separare. Non so se riuscirà nel suo intento, é comunque l’espressione della buona volontà ed intelligenza di alcuni e di una tendenza. Io stesso vorrei che i raggruppamenti italiani trovassero una base comune nei principi. bitlessandbarefoot-studio, BHI, WildHorse, Scuola Olistica di Gestione Naturale e chiedo scusa a chi eventualmente dimentico, riproducono in questo piccolo settore la bagarre politica di questo paese. Tutti sono invitati ai miei seminari e spero che loro facciano con me altrettanto. Sono fermamente convinto che la divisione del movimento barefoot sia un riflesso dell’ignoranza di base dei suoi membri, l’ignoranza dei principi e punti di vista che animano i capo scuola. Ciò che non si conosce è più comodo evitare che cercare di comprendere. Senza interesse per la reciproca comprensione delle motivazioni fallisce ogni tentativo di superamento degli errori. Per questo, con i miei limiti, cerco di illustrare le varie linee agli studenti ad ogni introduzione al barefoot. Parlo della tecnica e visione di Ramey, di Strasser e di Jackson. Chi si comporta alo stesso modo? Chi esorta alle letture in originale? Spero che diventi prassi comune.
Daina, before and after the trim. Probably Jackson would say that she is biodynamically in balance. Or, better, on the way. I am glad to show this horse first and before many others not so lucky. Instead of to show the usual hoof of the mustang you are used to see, here is Daina. A natural boarding, the best I can, not me, realized her hooves. Biodynamically is a word used in the latest book of Jackson, The Natural Trim, Priciples and Pratice. When coupled with the word balance means harmony. Harmony between the horse and the environment. I hope to need to trim even less Daina in the future. The same dream, that is, Apollo “self trimming” … Daina…”self trimming”…
… I share with him the envision of the Natural Boarding and respect of the animal. As well much respect for H.Strasser and her effort to drive the owner in a totally iron free environment, no shoe, no bit. I belong to the American Hoof Association because of Pete Ramey and his rehabilitation technique but I would like to see a barefoot movement more united. In the page “pubblicazioni” of this web site it is possible to read some of what published thanks to “The Hose’s Hoof” magazine about ethics.