I principi del barefoot, Pete Ramey (Barefoot principles, an introduction)

A domanda, risposta. Una introduzione di Pete Ramey,

Foot, Function, Form. Aprile 2013

Pete Ramey

Pete Ramey

Italiano / English

D. Il mio cavallo ha una muraglia molto fragile, numerose discontinuità. Sembra a volte che si sfaldi. Abbiamo provato a ferrarlo, ad aggiungere grappe, resine epossidiche e colle ma lo zoccolo non tiene il ferro più a lungo di un mese. Il mio maniscalco suggerisce di sferrarlo per un po’ ma il cavallo è troppo zoppo per essere cavalcato appena perde un ferro.Si può fare qualche cosa? Alcuni cavalli sembra nascano con piedi così brutti. Non c’è alcuna speranza per loro?

R. Si, alcuni cavalli hanno un piede così limitato da non potere fare il loro lavoro. La buona notizia è che sono talmente pochi! Ne ho trovato una mezza dozzina durante la mia intera carriera , incontrando migliaia di cavalli negli Stati uniti e molte altre contrade. Ciò che è molto più comune è vedere cavalli che non hanno avuto l’opportunità di sviluppare il loro piede e le sue potenzialità genetiche. E’ facile denigrare un cavallo per il fatto di avere brutti piedi, più giusto e più produttivo sarebbe denigrare noi stessi. Quando abbiamo a che fare con problematiche di questo tipo o vorremmo prevenirle pensiamo a tutte le variabili che influenzano direttamente la qualità dello zoccolo e la capacità del cavallo di muoversi confortevolmente su ogni terreno. Proviamo ad ottimizzare ogni fattore e quasi sempre otterremo un miglioramento della performance. Ecco una breve disamina delle condizioni.

Nutrizione

La materia non è così semplice, la maggior parte dei problemi di debolezza strutturale dello zoccolo è causata da insufficiente apporto minerale e/o quantità eccessiva di zuccheri nella dieta. Restringendo la discussione e la nostra attenzione a queste due variabili è possibile ottenere degli ottimi risultati. La qualità di parete, suola e fettone di solito migliora se si trova il modo di ridurre gli zuccheri. Una parte del tempo normalmente speso tra l’erba può essere rimpiazzato in un recinto nudo, ogni mela o carota eliminata, almeno parte delle granaglie sostituite da alimenti ricchi di fibra. E’ anche importante comprendere che non è sufficiente soddisfare le esigenze nutrizionali di un cavallo gettando un blocco di sale nel recinto o aggiungendo una paletta di un integratore anche se un concentrato minerale ad hoc può fare in alcuni casi la differenza. Per cambiare livello ed ottenere il migliore risultato possibile sarebbe necessario consultare un nutrizionista (spesso vale il suo peso in oro) che prescriva una dieta corretta intorno al cavallo ed il suo ambiente, pascolo, fieno, acqua. Una alternativa è applicarsi e studiare. Un capitolo del mio libro “Care and Rehabilitation of the Equine Foot” é dedicato alla nutrizione a cura della veterinaria Kellon. Ognuno ha a disposizione un’erba ed un fieno che possono essere anche molto distanti tra loro per valore nutritivo e bilanciamento.

In assenza di “esperti” aggiornati e competenti riguardo alle necessità del cavallo naturale è sicuramente meglio adottare un basso profilo e rifugiarsi nella semplicità del fieno di prato naturale e ben fatto. Nutrizionisti improvvisati, titolari o meno di titoli accademici, possono fare molto più danno del semplice contadino avveduto che distingue tra animale in produzione di carne o derivati e animale a riposo o in lavoro leggero. Da considerare che per lavoro spesso si intende una caricatura di ciò che era richiesto ad un animale in passato ed al lavoro nei campi o attaccato ad un carro. Animale che era ricompensato con una quantità maggiore di fieno ed una manciata di avena, ndt.

Nella mia zona ho fatto analizzare il fieno e l’erba. Ho trovato che non vi è quasi traccia di rame e zinco. Di conseguenza utilizzo “supplementi” che provvedono l’animale rispetto a questi elementi secondo quanto prescritto dall’NRC (National Research Council). La risposta degli zoccoli è eclatante. Il suolo, quindi i nutrienti presenti nell’erba, variano da posto a posto. Senza analisi degli alimenti non è possibile nemmeno pensare di potere ottenere se non un risultato modesto e minimamente accettabile. Eccessi e sbilanciamenti sono entrambi causa di problemi. Non solo gli zoccoli migliorano. La salute nel suo insieme, la performance, il sistema immunitario, il recupero, ogni aspetto ne trae un reale e visibile beneficio.

La carenza di zinco e rame è comune a molti terreni. Nel mio caso, nel Lazio, tra Roma e Viterbo, questi elementi sono presenti solo in traccia o assenti, ndt.

Ambiente

La maggior parte dei proprietari sa bene che urina e feci possono essere distruttivi per parete, suola e fettoni. La pulizia giornaliera di recinti e aree frequentate è di assoluta necessità. Di eguale importanza è la natura del terreno sul quale il cavallo trascorre la maggior parte del tempo. Terreni soffici, piedi teneri. Il piede si adatta naturalmente al suo terreno in libertà. Questo non è di aiuto al cavallo domestico cui si chiede di vivere in un ambiente e “lavorare” in un altro.

Fettone in ordine

Ormai molti proprietari riconoscono che un fettone ampio, in salute, è un buon passaporto per l’ottenimento di uno zoccolo a posto. Ma molti non realizzano stranamente il contrario. Un fettone infetto determina la rovina dell’intero zoccolo. Quando dovete pulire con un nettapiedi la lacuna centrale di un fettone infetto dovete stare molto attenti alla reazione violenta del cavallo. Pensate quanto è doloroso per il cavallo ogni passo e quanto eviterà di atterrare correttamente di tallone. Quel cavallo accorcerà il passo e atterrerà di punta. Questa povera andatura sarà comunque stressante per la connessione laminare ( il sistema connettivo di parete e terza falange ) con conseguente parete curva, suola sottile. Di solito il cavallo atterra di punta ha difficoltà a trattenere il ferro in posizione, è un grosso problema. La soluzione al problema della infezione del fettone e sensibilità ed incertezza nel passo sta nella alimentazione ed ambiente.

Un problema di Igiene Veterinaria. Introduzione all’argomento nella pagina I.V. di questo sito, ndt.

Di pari importanza è la pulizia diligente dell’intero zoccolo e della lacuna centrale del fettone fino a che la sua massa non presenterà più una profonda fenditura nella sua parte centrale. Ancora più importante è la sollecitazione continua e controllata del fettone. La sua partecipazione. La protezione, specialmente eccessiva, finisce con il determinare ulteriore debolezza e sensibilità all’appoggio. Cavalcare il cavallo provvisto di scarpette e solette ammortizzanti aiuta il fettone a strutturarsi ed elimina spesso l’atterraggio di punta.

Nei casi peggiori il cavallo dovrà essere lasciato libero di muoversi con la protezione temporanea delle scarpe per il tempo necessario e privo di carico, ndt.

Scarpette

La maggior parte dei maniscalchi concorda sulla necessità di temporanei periodi di sferratura e pareggio periodico per il miglioramento generale dello zoccolo. Purtroppo questi periodi sono evitati dal proprietario perché interferiscono con l’utilizzazione del cavallo. Questi danni possono essere validamente superati con l’utilizzo di scarpette. Le scarpe sono il buon compromesso che permette il riposo al cavallo, il mantenimento del programma al cavaliere. Il fettone si sviluppa, tutto il piede tende a migliorare con il mantenimento dell’attività. Le scarpette sono state sviluppate grandemente durante gli ultimi anni. Ultimamente la mia preferenza va alle Easyboot Glove che tendo a mettere a caldo. Sono leggere e compatte a livello di un buon ferro, non hanno accessori che possono interferire con i movimenti.

Piccoli Nemici

Funghi e batteri sono continuamente al lavoro per deteriorare gli zoccoli del vostro cavallo. Contribuiscono a rompere e fessurare la parete, separare le lamine, indeboliscono il fettone e possono infettare la corona, suola e barre. La dieta e l’ambiente ancora una volta contribuiscono alla loro rimozione o rendono i materiali più densi contribuendo a renderli meno attaccabili. Pediluvi medicati sono utili soprattutto quando le fessurazioni e fenditure sono così profondi da non potere essere esplorati ad occhio nudo. I prodotti in commercio sono tanti, i requisiti per renderli accettabili sono:

  • la reale efficacia
  • il risparmio del tessuto buono
  • non contenere oli o grassi

Spesso scherzo con la gente e chiedo loro di fare un gargarismo con il prodotto che intendono utilizzare, se tutto va bene probabilmente il prodotto è buono per essere messo su uno zoccolo! Gli oli creano ambienti anaerobici e contribuiscono al mantenimento dell’infezione.

Oli, grassi e la loro degradazione offrono nutrimento a funghi e batteri, ndt

Manutenzione periodica

Il pareggio periodico, ogni 6 settimane o alla scadenza stabilita dal pareggiatore serve anche esso a mantenere alta la qualità del piede. Se i tessuti si accrescono eccessivamente per mancato movimento o intervento le lamine sono sottoposte a sofferenza, la parete cresce più sottile e fragile probabilmente in risposta alla necessità di rompersi più facilmente e non sottoporre lo zoccolo e l’intera zampa a meccanica sfavorevole. Non aspettate che lo zoccolo sia “brutto” per fare intervenire il maniscalco. Ricordate che il materiale che viene prodotto sarà quello che arriverà a terra magari fra mesi quando il cavallo parteciperà ad un concorso o sarete impegnati in un lungo viaggio.

Mantenere sotto controllo lo zoccolo

E’ importante comprendere che lo zoccolo può essere coltivato come una pianta. Non possiamo arrestare l’evoluzione dello zoccolo ma possiamo verificare se i cambiamenti sono favorevoli e associarli ad una o più delle condizioni che abbiamo imposto. Ogni cavallo ha un potenziale ma pochi hanno la possibilità di esprimerlo e buoni o meno buoni c’è sempre lo spazio per un miglioramento. Vale la pena fare del nostro meglio sempre. Non solo il cavallo offrirà una performance migliore ma più duratura, sarà meno soggetto ad incidenti ed alla fine dei conti avrete risparmiato tempo e denaro in cambio di maggiori soddisfazioni e meno grattacapi. Prevenire è migliore e più economico che curare.

Altri articoli di Pete Ramey in lingua originale si trovano qui : http://www.hoofrehab… pete ramey.htm

Se desiderate conoscere i maggiori titoli sull’argomento consultate la pagina “biblioteca del pareggiatore” in letture.

Article in the original language

Yes, some horses are just born with feet that cannot do their job. The good news is that such horses are so rare I have only seen a half-dozen in my entire career (spanning thousands of horses in 8 countries and most US states). What is, instead, very common are horses that have not had the opportunity to develop their hooves to their individual genetic potential. It is easy to blame a horse for having bad feet, but usually more accurate to blame ourselves—and more productive, too. When faced with hoof problems (or to prevent them), think of all the factors that can affect hoof quality and soundness. Try to optimize each factor and you can almost always improve hoof quality and performance. Here are some of the basics:

NUTRITION

Although the subject of equine nutrition is complex, a majority of hoof problems and weaknesses are caused either by mineral deficiencies or by excess sugars in the diet—focusing on those two items can reap major benefits. Wall quality, frog quality and sole quality can usually be improved by finding ways to cut some of the sugar from the horse’s diet. Some time on green grass can be replaced with time in a dirt paddock eating hay, some of the grains can be replaced with higher-fiber feeds, and sweet treats (including apples and carrots) can be eliminated. It is also important to understand that you can almost never meet a horse’s basic nutritional needs by throwing a mineral block out in the pasture and giving a daily scoop of feed. Concentrated mineral supplements are important and generally make a huge difference.

To take it to the next level, hire an equine nutritionist (often worth their weight in cut-diamonds)

to design a correct diet around your individual pasture and hay situation, or learn to do it yourself by studying the nutrition chapters in my book Care and Rehabilitation of the Equine Foot. Everyone’s hay and grass is different. In my home area, I have tested the hay and grass, and found that there is almost no copper or zinc present. So in my area, I only use supplements that are providing the full NRC (National Research Council) values of those two nutrients and the changes to hooves are dramatic. The soil, and thus the nutrients in grass, varies from place-to-place. You have to test your own forage to maximize your horse’s nutrition, because excess or imbalance can cause problems as well. This will not only help the hooves; the same nutrients needed for optimal hoof growth are also responsible for general health, performance, immunity and recovery—every aspect of the horse’s life, really.

ENVIRONMENT

Most horse owners already know that urine and manure can be destructive to the hoof walls, sole and frogs—routine barn and paddock cleanup is a must. An equally-important factor is the terrain the horse lives on. Horses that live on soft footing tend to develop soft hooves.

This is a natural adaptation that helps horses maintain their own hooves in the wild, but does not do us any favors if we wish to produce hooves that perform well on hard terrain and with our added weight. Draining wet areas, adding fine gravel to high-traffic areas, and fencing horses out of those mushy areas can really help the hooves.

FROG HEALTH

Most horse owners recognize that a wide, healthy frog is a good thing—an indication of a healthy foot. Fewer horse owners realize that a sick frog can literally cause the rest of the foot to be unhealthy or even to be destroyed completely. If you have ever seen a horse with a deep central sulcus infection, think of how careful you have to be when picking out the resulting deep cleft in the center of the frog. The horse will flinch at the slightest scrape with the hoof pick, and may react violently if you try to insert the hoof pick inside the cleft. Now imagine how painful it would be moving over terrain impacting the ground heel-first. These horses usually compensate by shortening their stride and landing toe-first. This

movement pattern over-stresses the laminae (connection of hoof wall to bone), leading to wall flares and thin soles at the toe. In my experience, most horses that have trouble holding a shoe are impacting the ground toe-first—it is a big deal.

To fix or prevent weakness or infection in the back of the foot, use the dietary and environmental advice already discussed. It is also very important to treat deep sulcus infections diligently—do not stop treating until you can see the entire frog i.e., there is no deep “crack” in the center, and no excess sensitivity. Most importantly, you have to put the frog and underlying tissues to work—overprotection leads to further weakness and increased sensitivity. Riding in hoof boots with padded insoles usually helps build strength in the frog area, and often eliminates the toe-first landing syndrome as well.

HOOF BOOTS

While most farriers would agree that a temporary barefoot period—while being routinely trimmed— can greatly improve hoof quality and function, this step is often eliminated because it interferes with the owner’s riding needs. Hoof boots are the great compromise that can allow the horse to benefit from barefoot turnout, while allowing the owner to carry on with their riding program. Riding in boots with padded insoles does a great job of developing the frog and internal foot as well—the more you ride, the more the foot tends to improve. Hoof boot development has come a long way in recent years. I tend to heat-fit the new Easyboot Glove, which is as light and almost as compact as a common horseshoe, with no buckles to interfere with movement.

THE MICROSCOPIC ENEMIES

Fungi and bacteria are always at work feasting on your horse’s hooves. Their destruction contributes to cracks and tiny fissures in the walls, separation of the laminae, sensitivity and weakness in the frog, and can infect the coronet, soles and bars as well. The dietary and environmental factors already mentioned help remove some of these microbes from the horse and/or strengthen the hooves, giving them resistance. Antifungal/antibacterial soaks can be very beneficial as well, particularly if damage is already deep enough that you cannot see to the bottom of cracks and fissures. Many products and home remedies will work—here are my basic requirements for an acceptable soaking solution:

1) Kills both bacteria and fungi. 2) Does not harm living tissue (I half-jokingly tell clients they should be able to apply it to their own most-tender-parts, or it is probably not appropriate to put into a separation or deep sulcus on their horse’s foot). 3) Is not oily or greasy (such solutions may seal fungi into an anaerobic environment, increasing the destruction).

ROUTINE HOOF CARE

Routine trimming , at six-week (or intervals, is very important to overall hoof quality. When a hoof becomes overgrown, the laminae tend to separate and the walls tend to become shelly and split—weakness develops from the inside-out. I believe that this is just another adaptation that would allow the hoof to self-maintain (break away in chunks) if it became overgrown in the wild. The flip-side of this is that when the hooves are constantly maintained at a correct length, they tend to get tougher, thicker and stronger from the inside- out. Allowing your farrier to place the horse on a routine, automatic schedule year-round will yield a much-better hoof than if you call and schedule the farrier when it “looks like” the hooves need care. Remember that the new hoof growth produced during the “off-season” is what you will be competing on when it makes it to ground-level six months later.

YOU ARE IN CONTROL

The most important thing you can understand is that hooves can be cultivated like a plant. You cannot stop hooves from constantly changing, but you can control whether this change is good or bad. Yes, every horse is bound by its individual genetic potential, but very few horses have had the chance to grow their best-possible hoof—whether your horse was blessed with nice feet or not, there is almost always room for improvement. It is worth the time, effort and money to do everything you can do develop the best hooves your horse can grow. The horse will not only perform better, but will also be less likely to become injured or fall victim to career-ending hoof disease—and in the end, you will probably spend less money on vet bills and specialty shoeing. Prevention is cheaper than cure and is a better deal for the horse as well.

To find more please go to :  http://www.hoofrehab… pete ramey.htm

Questo articolo è stato pubblicato in Letture, Pareggio il da .

Informazioni su Franco Belmonte

Born 1952. Degree in Biological Sciences University of Genova, Italy. Researcher, CNR of Italy 1977-'80 (neurochemistry) then various task related to biology till now. Active Member and Certified Trimmer of the American Hoof Association. Didactic activity: equine podiatry and nutrition. Area of interest: evolution and physiology. Airline pilot and flight instructor for living 1981-2002.