Come forse alcuni biologi e molte persone comuni sono rattristato per la decisione di bando e condanna della ricerca produzione e consumo delle proteine ricavate dalla coltura di cellule.
Non ho seguito l’iter che ha consentito di arrivare a produrre proteine “sintetiche”. Da quando ero studente, ormai una cinquantina di anni fa, ho sempre pensato però che la fine degli allevamenti di animali e la loro “liberazione” passasse obbligatoriamente per la produzione di proteine costruite in laboratorio.
Il rigetto del sistema è motivato dalla pretesa insufficiente qualità delle proteine “sintetiche”. Effettivamente un pezzo di carne non è solo proteine ma porta con se un enorme numero di diversi nutrienti, cofattori, enzimi e coenzimi che concorrono a renderlo di alto valore biologico. Non credo che questo basti. Abbiamo a disposizione altri alimenti di origine vegetale che possono farne le veci. Con qualche attenzione vegetariani e vegani vivono bene e sono ben rappresentati tra gli atleti di livello mondiale. Potessero integrare con proteine di origine animale coltivate magari condite come meglio possibile in laboratorio, forse vivrebbero anche meglio.
Altra motivazione è la difesa del Made in Italy. Questa è veramente una sciocchezza. Interessi, rendite di posizione, non vedo altro. Se non l’interesse generale soccombere per la salvaguardia del particolare.
Eppure in un mondo che conta ben otto miliardi persone dove milioni di ettari sono sottratti al bosco ed a altre culture e dove scarseggia ormai l’acqua persino dove è sempre stata abbondante con quale ottusità si può rinunciare ad un hamburger “sintetico”. Appestati da pesticidi e concimi, avvelenati da carni gonfiate e antibiotici abbiamo perso il senno?
Sui miliardi di animali che obblighiamo ad una breve vita orribile e sono macellati peggio non un pensiero.
Non sono fiero di essere uomo anzi consapevole di avere più mezzi e capacità degli altri animali mi vergogno profondamente. La natura non è affatto bella. I virus parassitano le cellule, altri parassiti se la prendono con noi, tutti quanti approfittiamo delle piante fino ai buchi neri che si mangiano le galassie con un appetito senza fine. Se c’è qualcuno responsabile di tutto questo ha di sicuro le rotelle fuori posto.
Eppure noi che ci sentiamo tanto intelligenti e creativi, mi riferisco ora a noi italiani, non siamo capaci di vedere otto miliardi di persone su un pianeta asfissiato ne molti miliardi di povere bestie per terra, mare e cielo.
Non ne faccio una colpa a chi ci governa del tutto preso nella valutazione di interessi del momento, reso cieco dall’ignoranza e per natura umana privo della capacità di vedere al di là di un orizzonte temporale brevissimo. Diciamo che gli animali non hanno coscienza del tempo. Fosse così non dimostriamo affatto di essere diversi.
Le proteine sintetiche arriveranno prima o poi in tavola a dispetto di tutte le resistenze. Un pericolo tuttavia esiste e portano con se. La meccanizzazione in agricoltura, i trattori, ci hanno consentito di moltiplicare la produzione. Con essa il nostro numero. Tutti conoscono il rapporto che esiste tra la volpe artica ed il lemming. Con aumentare del numero dei topi aumenta, con un certo ritardo il numero delle volpi. Con l’aumentare del numero delle volpi diminuisce quello dei topi cui segue quello delle volpi e così via con un andamento ciclico senza fine. Noi costruiamo più trattori, ariamo più campi e facciamo più figli che non muoiono di fame e che a loro volta guidano i trattori. Il ciclo è più lungo ma si compirà o per mancanza di carburanti o di trattori o di campi sufficienti. Con le proteine sintetiche potrebbe avvenire qualche cosa di simile. Una sterminata quantità di cibo ed un altrettanto sterminato numero di persone che porteranno inevitabilmente con loro bisogni e aggressività, fame di spazio, di aria e di acqua.
Questo è ciò che dovrebbe preoccupare e questo si dovrebbe governare. Dovremmo in qualche modo cercare di limitarci prima che qualche cosa d’altro lo faccia drammaticamente per noi. Appunto, dovremmo ma non sappiamo. Questa maledetta selezione del più adatto che ha determinato l’evoluzione delle specie ci obbliga a combattere contro tutto e tutti senza lasciare tempo e testa per altro.