Se Renzi non riesce…
…la resistenza generalizzata che il sistema amministrativo dimostra nei confronti di ogni richiesta diretta al cambiamento è la stessa incontrata, in sedicesimo, da coloro che auspicano e cercano di diffondere una più efficiente ed igienica gestione moderna dei cavalli. Non credo il paragone azzardato o privo di senso. Le rendite di posizione derivanti dalla malattia in genere, nel nostro caso particolare la zoppia, fanno si che la logica continui a cedere il passo di fronte ad atteggiamenti, necessità e tecniche superate da tempo. Le rendite portano alla sclerosi sociale dove poco può cambiare ed ogni scoperta, scientifica o tecnica applicativa disturba equilibri consolidati. Renzi può identificare nelle alte gerarchie dello Stato la principale causa dell’ulteriore fallimento della politica di cui tanto si discute in questo periodo, ma l’insieme delle cause ritardanti il rinnovamento non è così semplice e chiaro. Determinanti resistenze sono offerte dalla inerzia della società, dalla sua mancanza di capacità organizzativa e in ultima analisi ignoranza. Se lasciamo l’ambito dell’amministrazione della cose umane per quello etico e pratico del benessere animale, grazie alla stessa metodica di osservazione, possiamo riconoscere ed identificare le categorie professionali che detengono una rendita di posizione a suo discapito. Nella malattia, nella anormalità delle ripetute continue visite veterinarie, nella insistente ripetuta vaccinazione, nella ripetuta ferratura per dodici mesi e, senza continuare oltre nella compilazione di un elenco interminabile ed inutile ma, in estrema sintesi nelle male pratiche cui sono normalmente sottoposti dalle varie figure professionali gli animali scuderizzati o anche quelli per molti versi dimenticati in spazi più o meno grandi, si manifestano gli stessi esiti dannosi causati dalla inerzia, interessi ed ignoranza che il Governo trova nell’amministrazione. Pilotati dalla stessa resistenza, a sua volta e sempre motivata dal mantenimento di una rendita di posizione. Comportamenti forse più miserabili se ad essere coinvolto é un essere vivente, nel modo più diretto. Nel mettere fianco a fianco in parallelo situazioni ed atteggiamenti, stralcio da un saggio di storia della chimica e di filosofia della scienza di Solov’ev: “La storia della chimica, al pari di quella degli altri rami delle scienze della natura, viene scritta ininterrottamente. Il crescere del numero delle ricerche storiche (negli ultimi tempi da noi e oltre confine sono stati pubblicati molti articoli e libri dedicati a singole questioni di storia della chimica) ha fatto sì che molti fenomeni la cui conoscenza sembrava consolidata, venissero rimeditati e, sovrapponendosi al nuovo materiale storico, ricevano oggi una altra spiegazione”. Ed ancora: “..compito della storia della scienza è appunto quello di indicare le vie battute dal pensiero scientifico nella ricerca della verità. Alla conoscenza del vero si è quasi sempre arrivati per vie tortuose, attraverso il superamento faticoso di pregiudizi e di errori che il principio di autorità ed il conformismo scientifico tendevano a perpetuare, tanto che si è potuto a ragione sostenere che fare la storia della scienza significa fare la storia dell’errore umano nella scienza”. L’inerzia ed il conformismo si presentano sempre eguali. Sostituite poche parole e ritroverete i problemi incontrati in questi venti anni dall’iron free movement nel nostro piccolissimo settore e quelli incontrati dagli “animalisti” in genere. Considerate che i chimici o i fisici ed il resto degli altri scienziati, pur nelle resistenze fra colleghi o politico religiose, ricevevano una grande spinta dalle continue e montanti richieste della società e del mercato. La stessa richiesta di miglioramento ed emancipazione teorica, pratica ed etica, per ora frammentaria, viene fatta da animalisti, proprietari di cavalli e studenti, insoddisfatti delle prestazioni, programmi di studio ed etica correnti ed imperanti. La revisione delle normative a favore del benessere animale e soprattutto il loro rispetto non può aver luogo nella mancanza di sensibilità e partecipazione della massa. Ad esempio la revisione dei piani di studio delle facoltà di veterinaria ed il loro riorientamento dal controllo ed ispezione dell’allevamento e produzione animale verso la medicina non può avere luogo senza l’impegno nel fronteggiare le resistenze al cambiamento che può e deve essere assunto da coloro che desiderano un medico, non un addetto formato per l’ispezione a garanzia dell’alimentazione umana, per la cura dei loro animali. Egualmente da maniscalchi, pareggiatori, allenatori ed istruttori, deve essere sollecitata una prestazione in linea con le proprie aspettative e tendenze dalla avanguardia di proprietari di animali non disposti a barattare salute per utilizzo. I proprietari degli animali da parte loro debbono diventare consapevoli sia dei limiti attuali e delle deficienze teorico pratiche dei professionisti cui si rivolgono per potere desiderare di ottenere di più sia delle necessità di base dei loro animali cui devono provvedere direttamente. Come? Con l’IGIENE, l’insieme dei comportamenti e delle caratteristiche ambientali tali da ridurre il manifestarsi della malattia e facilitare il mantenimento dello stato di benessere. Comportamenti e caratteristiche comuni a tutti i viventi. Più in generale dovrebbe farsi strada l’idea della difficoltà e dei costi della gestione “umana” degli animali e l’accettazione dei conseguenti addebiti, limiti e rinunce. Difficoltà e costi intrinseci alla gestione animale che nel mondo urbanizzato hanno determinato l’offerta di gestione animale da parte dei centri ippici, veri e propri condomini per animali, dove le necessità di specie vengono trascurate ed i cavalli non hanno in realtà un padrone ma un gestore. Nell’ignoranza del proprietario e interesse del gestore qualsiasi riferimento al benessere animale è perduto. L’alimentazione con concentrati ed a pasto, la tosatura e le coperte, la ferratura e le imboccature, lo spazio ristretto e l’isolamento, l’addestramento e l’allenamento nell’ignoranza delle Scienze, trovano giustificazione o causa nell’ignoranza e nell’interesse al mantenimento di pratiche gestionali usuranti che prevedono spese e ricambio di animali. Non so come evolverà la situazione del paese Italia e come Renzi e i suo successori la affronteranno. Vedo però chiara una stretta analogia di comportamento da parte della gente qualsiasi sia il problema da affrontare.
Per il proprietario di un cavallo, come di un cane o di qualsiasi altro animale, può rappresentare un buon allenamento sforzarsi di abbandonare preconcetti e situazioni di comodo apparente ed affrontare almeno la gestione del proprio animale in modo coerente e moderno. Almeno in questo non si possono addurre scuse di controllo o ingerenza.
Credo che tutti, pur nella nostra limitata sfera di influenza, possiamo studiare, informarci, rinunciare al pregiudizio, fare propaganda a favore di una vita più bella e di maggior valore e in definitiva creare un Paese migliore richiamando alla responsabilità noi stessi e coloro che offrono prestazioni di qualsiasi grado o genere.