Commento di Franco Belmonte dell’articolo “Ray Story” pubblicato sul numero 52 di “The Horse’s Hoof” magazine, 2013.
La storia di Ray cui faccio riferimento é emblematica della situazione nella quale si trova la maggior parte dei proprietari di cavalli e asini, laminitici. Nonostante la giovane età Ray ha subito gravissimi danni ma a giudicare dai risultati la terza falange all’interno della capsula cornea doveva essere ancora integra o quasi. Normalmente ed a causa della ignoranza in materia i professionisti non sono in grado di realizzare quello che non solo nel barefoot ma anche nella comune mascalcia é d’obbligo: il riallineamento e riposizionamento della capsula cornea intorno alla terza falange (o quello che ne resta nei casi più gravi). Il riposizionamento é descritto nei protocolli barefoot (vedi ad esempio AHA) ma anche in quelli che non escludono a priori la ferratura come l’ECIR. Lo stesso Adams’ descrive a grandi linee le linee di taglio e di intervento per il pareggio, anche se propedeutico alla ferratura. Purtroppo tutte queste opzioni rimangono spesso sulla carta a causa della ignoranza ed arretratezza della mascalcia, senza una chiara posizione espressa nell’interesse degli animali . Mi spiace ma se così non fosse non si spiegherebbe le quantità di animali laminitici con zoccoli deformati ed abbandonati al loro destino ed alla eutanasia. Le pubblicazioni ci sono, gli specialisti pure e le giustificazioni futili. Basta uscire dal solito giro e dai preconcetti. La storia di Ray é la solita. Un proprietario pur bravo e sensibile, un cavallo allevato e gestito tradizionalmente, un maniscalco, altri professionisti che saranno ben passati di lì ma incapaci di vedere e comprendere. Non è lecito attendere che un cavallo sia per terra o cammini malamente per riconoscere che è stato vittima o sarà facilmente vittima della patologia. Il primo obiettivo e la prima motivazione della medicina sono la prevenzione e l’onestà.
Ancor peggio quando pur essendo conservato il parallelismo tra parete e falange quest’ultima ha abbandonato la sua posizione spostandosi verso il basso ( dire movimento verso l’alto della capsula é la stessa cosa ). La distanza tra parete e terza falange, la posizione del processo dorsale della terza falange rispetto alla linea del pelo in corona, quindi la collocazione della articolazione interfalangea distale nello spazio ha un significato la cui importanza sfugge ed è trascurato dai più. Invito tutti coloro che dovrebbero avere capacità di interpretazione di immagini radiografiche a leggere la parte iniziale del lavoro di C.Pollit:
http://www.safergrass.org/pdf/AftertheCrash.pdf
Della pubblicazione riporto un passo :
“As the histopathology of laminitis clearly shows, the major feature of acute laminitis is a progressive increase in the distance between the hoof wall and the distal phalanx. Initially this distance is microscopic in scale, but rapidly progresses to a separation measurable in millimeters. In radiological terms, this translates to an increase in the distance between the outer hoof wall and the upper surface of the distal phalanx; for convenience, the hoof, distal phalangeal distance (HDPD). The HDPD never varies in normal horses (Fig 6). If the HDPD increases, laminitis is the likely cause and it is extremely important to know the rate and magnitude of the HDPD increase. Good quality radiographs, documenting the shifting status of the distal phalanx within the hoof capsule, supply important diagnostic and prognostic information and should be part of the work- up of every laminitis case”.
Non si tratta di barefoot o di ferratura, l’ignoranza sulla gravità del “sinker” e le sue necessità di riabilitazione, in primo luogo la dieta, non possono più essere nascoste o trascurate. Capita invece di vedere cavalli chiaramente in questa situazione che continuano ad essere allenati, montati nel silenzio.
Non equivocate le mie parole.
Questo non é un attacco ad un ordine o a delle persone ma la denuncia di una situazione che non si può più sopportare, sostenuta da teorie, visione globale e tecniche sorpassate. Maniscalchi come Pete Ramey e Jaime Jackson, veterinari come Tomas Teskey, Hiltrud Strasser, Robert Cook, Robert Bowker, Taylor, Kellon, Kerry Ridgway, James Rooney, più recentemente Neal Valk e altri testimoniano il successo del barefoot nel mantenimento della performance e nella riabilitazione. Leggeteli.
Questi professionisti sono la prova della possibilità di campare bene facendo il medico ed il pareggiatore. Se per medico o paramedico si intende colui la cui missione é quella di curare e solo in seconda istanza rendere disponibile all’utilizzo.
Arrivando alla storia raccontata su The Horse’s Hoof che descrive il caso di Ray è finita bene. Spesso i proprietari si rivolgono al pareggiatore all’ultima spiaggia come ad un guaritore. E’ un errore grossolano, i danni sono irreversibili e a volte invalidanti per sempre. Il pareggiatore che ha studiato, appartenente alle maggiori scuole internazionali, è un tecnico specializzato con una strategia di intervento organizzata. Sottolineo “che ha studiato a lungo”. Non é possibile copiare gesti in situazioni che cambiano con l’individuo e temporalmente.
Le fotografie di Ray pubblicate sul numero 52 di “The Horse’s Hoof” dicono tutto. Procuratevele abbonandovi. Sono pochi euro l’anno. Basta che vi guardate intorno per trovare un mucchio di Ray. Fatevi avanti e date una speranza concreta. Trascrivo e traduco solo i passi essenziali tanto la situazione é comune e conosciuta, le frasi scontate.
“Money cannot buy the feeling of happiness and accomplishment that we have when we save even one life, such as Ray’s”.
“I soldi non possono comperare la felicità e soddisfazione che abbiamo quando salviamo una vita, come quella di Ray”. (marianne@advancednaturalhoofcare.com)
“A horse that hadn’t walked or even placed weight on his front hooves in weeks took his first steps. I was amazed and ashamed all at the same time. The guilt I experienced for allowing this magnificent animal to suffer needlessly, when help was literally right around the corner, was overwhelming”.
“Un cavallo che non aveva mai camminato caricando i suoi anteriori fece i primi passi. Ero stupito e nello stesso tempo provavo vergogna. Ero sopraffatto dal rimorso per aver fatto soffrire quel meraviglioso animale inutilmente”. (Tony Vincent)