L’introduzione alle traduzioni del n°52 di The Horse’s Hoof e newsletter di bitlessandbarefoot-studio.org – ottobre 2013
Sulla copertina di questo numero, l’ultima copertina di carta di The Horse’s Hoof , che dal prossimo numero verrà edito solo in PDF, è rappresentato un passaggio sul monte Crawford. Il cavallo é Stars Aflame arabo di 11 anni, l’amazzone Rose Ross. Con una certa amarezza Yvonne rinuncia alla edizione tradizionale stampata, il costo per la stampa e l’invio sono troppo alti per una pubblicazione che ha abbonati sparsi intorno al mondo con una tiratura limitata.
Anche questa volta é stata una maratona tradurre gli articoli che mi arrivano solo un paio di giorni prima della edizione. Sono riuscito a tradurre praticamente tutto, dalla prossima uscita farò una selezione maggiore. La prefazione agli articoli dovrebbe essere utile a inquadrare meglio ogni argomento. Il corsivo identifica note e commenti, introduzioni. Fatevi vivi, si campa di soddisfazioni. Se avete storie e considerazioni da raccontare o da fare inviatele all’editore in lingua inglese oppure a me. La newsletter riguarda:
Il programma 2013-14
Il pareggio e la tendenza
La IBHA e l’unificazione
La Equine Fusion e Fabrizio Gennenzi
Con l’autunno ormai iniziato approfitto per comunicarvi il programma di massima di bitlessandbarefoot-studio per il 2013-14. Messo da parte momentaneamente il programma Face to Face degli incontri settimanali serali, ho due appuntamenti in calendario. Il primo a Certaldo per i Santi, il secondo a Roma, in data ancora da definire. Trovate le informazioni con il necessario anticipo sul sito alla pagina Incontri.
L’inverno sarà dedicato soprattutto alla preparazione pratica degli apprendisti che desiderano entrare a far parte della American Hoof Association di Pete Ramey.
Per la prossima estate ho in mente due settimane full immersion.
Una, riedizione della settimana pratica luglio 2013, con pareggi commentati, l’altra dedicata alla alimentazione. Come tutti quelli che mi conoscono sanno bene sono stato sempre piuttosto tiepido sull’argomento. Non perché lo sottovaluto anzi, l’alimentazione é uno dei cardini della gestione naturale. Il fatto è che parlare di diete e stare tappati in casa conducendo uno stile di vita non igienico non paga. E non migliora molto la vita del cavallo avere un proprietario fanatico di tabelle se il resto del poema viene letto in un box o un recintino sudicio. Ora, le cose sono cambiate ed è disponibile, credo, un insieme di persone che hanno fatto proprio il natural boarding rendendo possibile e necessario un salto di qualità. Tra queste non solo alcuni proprietari ma i ragazzi, e le ragazze, che stanno dimostrando di impegnarsi seriamente per proporsi come pareggiatori qualificati. A costoro sarà necessaria una preparazione tale da metterli in condizione di fre fronte alle domande e problemi che passano per lo stomaco dei cavalli. Il programma sarà disponibile a gennaio sul sito pagina Incontri ed i contenuti del corso di buon livello, qualche ricordo di biochimica mi permette di rendere accessibile la materia senza mortificarla.
Sul pareggio, noto una tendenza opposta a quella che ha imperato per anni, particolarmente invasiva su certe strutture del piede suola e fettone in primis, che lascia alcune o tutte le parti lunghe o eccessive. Il fenomeno sembra appartenere a varie correnti ed individui ed avviene su entrambe le sponde dell’Atlantico. L’origine di questo modo di (non) pareggiare lo zoccolo si trova, secondo alcuni, nell’atteggiamento contemplativo che si accompagna a sentimenti superficialmente naturalistici (lasciamo che ci pensi la natura), secondo altri dalla presa di posizione di alcune compagini barefooter che hanno rivisto le loro linee di guida teoriche alla ricerca esasperata della distinzione a tutti i costi e di conseguenza la pratica del pareggio. Su questo più prosaicamente Pete Ramey, in uno scambio di idee di questa estate, individuava nella mancanza di logica e di comprensione in quanto si faceva prima la deriva verso altrettanto illogiche ed inconcludenti pratiche. Quale che sia la ragione il risultato evidente sono cavalli nel limbo, che magari laminitici, non vanno né avanti né indietro, condannati nel loro stato con pareti che Devono Dogmaticamente Arrivare A toccare Terra. Cavalli che se migliorano nella condizione generale é a causa delle radicali scelte di gestione senza o con poco aiuto da parte della meccanica. Quella meccanica che consentirebbe il conseguimento del risultato più alla svelta e senza far soffrire ulteriormente l’animale. Anche il pareggio é soggetto alle mode, spero con la AHA e altre associazioni seria espressione del barefoot mondiale che queste mode durino poco.
Recentemente si è costituita la IBHA, trovate la inserzione pubblicitaria nell’ultima pagina della rivista. Non so se sarà una meteora del barefoot. Ma è l’espressione di una tendenza, quella alla unificazione. La IBHA si propone come controparte delle agguerrite organizzazioni di maniscalchi che ben lungi dal litigare fra loro fanno fronte unico nella difesa dei loro interessi e rendite di posizione. Le più recenti vittorie di KCLaPierre negli USA e del movimento barefoot in UK sono solo una piccola cosa. State sicuri che il brutto deve ancora arrivare ed arriverà con il consolidamento del barefoot tra la gente e la conseguente richiesta di pareggiatori. Per questo è necessario soprattutto dialogare e superare divergenze. Ma non solo. I giovani devono cercare appoggio nelle grandi organizzazioni internazionali che se non legalmente hanno comunque un grande rilievo intellettuale, morale ed accademico. La loro forza è la loro e viceversa. Tenete presente che l’Adam’s, testo unico della podologia mondiale riporta: chi deve intervenire su un cavallo da lasciare barefoot deve possedere una adeguata specializzazione. Il maniscalco deve essere specializzato.Nessuno meglio di chi si dedica al barefoot da sempre ed appartiene alle scuole maggiori é in grado di pareggiare e preparare altri a farlo. La recente presa di posizione del governo britannico che ha invitato Dawn Sanders alla conferenza ministeriale per dettare le nuove regole sul pareggio parla chiaro. (Dawn Sanders, scozzese, fa parte del gruppo dirigente della American Hoof Association di Pete Ramey). Fatti salvi i principi del barefoot che sono il movimento, la dieta semplice, lo spazio e la socialità, principi che a me piace riassumere nel loro insieme in “Igiene Veterinaria per il Benessere Animale” rimane l’assurdità della divisione in gruppi e gruppuscoli che hanno ragione di essere solo nella ricerca della difesa della propria fetta di mercato. I nemici veri del barefoot sono coloro che si offrono con una preparazione superficiale incapaci di far compiere una svolta al cavallo nella produzione di una performance, quelli che sono incapaci di affrontare una patologia. Non coloro che affrontano uno zoccolo con un programma differente tenendo in diversa considerazione l’ambiente del cavallo e le capacità ed impegno del proprietario. Mi spiego. Credo che io ed Hebrock di “liberated horsemen” raggiungeremmo lo stesso risultato sullo stesso cavallo nella stessa situazione chiedendo ai proprietari un diverso impegno su diversi terreni dopo avere effettuato (forse) un diverso pareggio. Quello che conta e che fa la differenza credo sia la capacità di interpretazione della situazione e la scelta del protocollo migliore nella circostanza. Capacità di scelta che deve riproporsi ad ogni pareggio.
Solo l’ignoranza fa assumere la posizione radicale del “così é”.
In questo numero sono proposte come solito le due tipologia di articolo. Dell’appassionato, entusiasta dei risultati ed altri un pò più tecnici.
L’elenco dei risultati ottenuto dai cavalli non ferrati alla Tevis è da esprre nella bacheca del vostro centro o inviarlo a tutti i vostri conoscenti. Nulla parla più chiaro.
Altri articoli riflettono la posizione di chi scrive. Su uno in particolare mi piacerebbe rifletteste. Quello di Joe Camp sulle sverminazioni. Se avete letto sullo scorso numero il mio “a parasitological study in a herd” non vi dovrebbe sfuggire la diversa impostazione anche se non avete idea di cosa sia la statistica medica. Un conto è scegliere ed utilizzare in modo male accorto un farmaco, altro diventare vittime del si dice, della chiacchiera, della moda del naturale impossibile. E’ purtroppo naturale che i cavalli in ambiente antropizzato siano parassitati. E’ altrettanto naturale che lo restino se non si interviene con farmaci in grado di controllarli, se é il caso. Il salvavita di turno accontenta la coscienza del proprietario lasciando l’animale come lo ha trovato se non con qualche danno maggiore. Il pericolo maggiore delle pratiche alternative consiste nel far dimenticare o nascondere la realtà. Non equivocate pensando che io sia un barbaro somministratore di paste antielmintiche. Tutt’altro. Sono usate e prescritte a sproposito. Solo non mi va di essere preso in giro. Aglio, fieno greco, diatomee, semi di zucca e canti della vispa Teresa sono credenze popolari vecchie e nuove senza nessuna evidenza scientifica. Purtroppo.
Infine desidero riportare la buona accoglienza che hanno le scarpette norvegesi “Equine Fusion” che importa Fabrizio Gennenzi cui si deve la traduzione dell’articolo di semeiotica. Queste scarpette sono fabbricate con materiale tecnico, sembrano dare buoni risultati e sono certamente confortevoli. Pur a sacchetto non fiaccano. Trovate i necessari riferimenti nell’articolo scarpette e solette: https://www.bitlessandbarefoot-studio.org/scarpette-e-solette/
Provate e riportate!
Voglio anche ringraziare Yvonne Welz per il trafiletto che ci riguarda anche se siamo solo una piccola parte di THH. Portatele nuovi lettori!
THH Italian Translation Free for Subscribers! Pagina 35.
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Ci risentiamo nel 2014! Franco