Ufficio federale svizzero di veterinaria

Nuova regolamentazione per quanto riguarda il cavallo

Esigenze

Per i cavalli rivestono un’importanza fondamentale i contatti sociali, così come la possibilità di coniugare nutrizione e movimento. Inoltre questi animali hanno esigenze ben precise per quanto riguarda il clima all’interno della stalla.

Il legame ancestrale con l’immensità delle steppe fa sì che il cavallo, animale predato abituato alla vita in branco, cerchi la compagnia dei propri simili come fonte di sicurezza. La sua principale attività è la nutrizione, e ciò non stupisce, visto che è originario di un ambiente arido, in cui l’unico foraggio disponibile possiede scarso valore energetico ma un alto tenore di fibre. Mentre un esemplare del branco rimane vigile, pronto ad allertare i compagni in caso di pericolo, gli altri trascorrono il proprio tempo pascolando, spostandosi per ore alla ricerca di erba fresca.

All’ambiente d’origine va ricondotta anche un’altra caratteristica propria del cavallo, ovvero l’istinto di fuga. Le infinite distese steppiche non offrono alcun riparo dai predatori, per cui l’unica strategia possibile è, appunto, la fuga. Tutto in questo animale sembra concepito appositamente per permettere una fuga rapida: le lunghe zampe, il sistema cardiovascolare, gli organi sensoriali… doti che oggi vengono esaltate negli sport equestri.

La steppa è un ambiente estremo: l’aria è pura e libera di circolare, la vista spazia all’infinito, il mondo è inondato di luce, ma le temperature possono cambiare bruscamente, passando da un caldo torrido al freddo più pungente. Questo clima così particolare ha fatto del cavallo uno degli animali domestici più resistenti ai cambiamenti di temperatura, ma lo ha reso anche molto esigente in termini di aerazione della stalla. Questo animale ha bisogno di luce e di spazio: il richiamo ancestrale della steppa lo rende poco tollerante agli ambienti angusti.

Solo in gruppo e con molto spazio a disposizione per muoversi i cavalli possono manifestare il proprio comportamento naturale e godere di buona salute. Non a caso è un obbligo di legge!

Movimento

Nel suo ambiente d’origine, la steppa, il cavallo trascorre la maggior parte del tempo a nutrirsi, spostandosi da un pascolo all’altro con i compagni del branco. È un animale predato, fatto per la fuga. E di questa esigenza innata deve tener conto anche l’uomo.

Già poche ore dopo la nascita un puledro sano si alza sulle zampe per raggiungere le mammelle della madre. Nelle praterie del Nord America i cavalli selvatici percorrono fino a 160 chilometri ogni giorno per nutrirsi o arrivare a una sorgente cui abbeverarsi. E un cavallo in fuga può raggiungere i 65 km/h.

Il cavallo, animale predato abituato ai grandi spazi, deve essere in condizione di osservare l’ambiente circostante. Ecco perché non gradisce essere legato. La legge tiene conto di questa caratteristica innata vietando la stabulazione fissa. È consentito tenere legati gli animali solo per brevi periodi, ad esempio durante il foraggiamento, per prepararlo al trasporto o per il riposo notturno in caso di escursioni che si protraggono per più giorni.

I cavalli devono potersi muovere a sufficienza ogni giorno, usufruendo di settori di uscita all’aperto con piena libertà di movimento oppure mediante l’impiego quali cavalcature o animali da lavoro. Le giumente d’allevamento con puledri, i giovani cavalli e gli esemplari che non vengono utilizzati dall’uomo devono poter godere ogni giorno di almeno due ore di uscita all’aperto. Ai cavalli utilizzati dall’uomo deve essere inoltre consentita l’uscita in almeno due giorni alla settimana per un periodo minimo di due ore ciascuno.

I settori di uscita all’aperto e i pascoli devono essere delimitati da recinzioni ben visibili che impediscano ai cavalli di scappare, ma non provochino ferite agli animali; per le recinzioni e i parchi in cui soggiornano cavalli non va quindi utilizzato il filo spinato.

L’uscita dei cavalli deve essere annotata in un apposito registro.

Gli animali detenuti permanentemente all’aperto devono disporre di una protezione dalle intemperie, di un settore di riposo, di foraggio appropriato in quantità sufficiente e di acqua fresca. Altrettanto importanti sono una buona qualità del suolo (che non deve essere fangoso, né imbrattato in misura considerevole da sterco o urina) e una sorveglianza regolare degli animali.

Termini transitori

  1. Divieto di stabulazione fissa entra in vigore a partire dal 2013.
  2. Anche le nuove prescrizioni concernenti l’uscita entrano in vigore dal 2013.
  3. Il divieto di utilizzare filo spinato entra in vigore dal 2010.

Riposo

I cavalli riposano più volte al giorno, per periodi di breve durata. Per assumere le naturali posizioni di riposo, devono disporre di spazio a sufficienza per distendersi nella stalla.

I cavalli possono sonnecchiare – o addirittura dormire per alcuni minuti – in piedi. Possono anche dormire accovacciati con il torace e il retrotreno appoggiati per terra, con la testa diritta o appoggiata al pavimento a seconda che stiano riposando o dormendo. Nella fase di sonno profondo, che dura soltanto pochi minuti, si stendono su un fianco con gli arti allungati, come molti altri animali.

Per permettere loro di assumere queste posizioni di riposo, i cavalli non vanno tenuti legati e devono disporre di spazio sufficiente per stendersi con gli arti allungati. Per fare un esempio, un box singolo per un cavallo con altezza al garrese di 1,7 metri deve avere dimensioni pari ad almeno 10,5 metri quadrati. Applicando la stabulazione libera in un ambiente con diversi compartimenti, per cavalli di questa stazza si deve calcolare una superficie di riposo per animale pari ad almeno 7,5 metri quadrati. Sempre a parità di stazza, l’altezza degli ambienti deve essere di almeno 2,5 m. Indicazioni dettagliate a seconda delle dimensioni dei cavalli sono disponibili nella tabella di cui si fornisce il link a destra.

Termini transitori

Le nuove prescrizioni concernenti le superfici e l’altezza degli ambienti in cui vengono tenuti i cavalli entrano in vigore con effetto immediato per le nuove costruzioni. Per le stalle già esistenti le cui dimensioni sono inferiori al 75% di quelle minime prescritte, l’entrata in vigore è prevista per il 2010. Se invece le loro dimensioni sono superiori al 75% di quelle prescritte, l’obbligo di adeguamento scatta a partire dal 2013.

Alimentazione, abbeveraggio, occupazione

I cavalli hanno un fabbisogno quotidiano d’acqua compreso tra i 20 e i 60 litri e passano metà della loro vita a mangiare: la loro natura di erbivori fa sì che svariate ore della giornata siano dedicate a questa attività.

I cavalli al pascolo devono avere la possibilità di abbeverarsi più volte al giorno. Pertanto, la soluzione migliore sarebbe quella di dare disponibilità illimitata di acqua attraverso abbeveratoi automatici, accesso a un bacino idrico, a una fontana o a un mezzo cisterna al pascolo. Qualora si faccia ricorso agli abbeveratoi automatici o ad altri contenitori per l’acqua, bisogna controllare con la massima assiduità che siano puliti e ben funzionanti.

I cavalli selvatici che vivono nella steppa pascolano ogni giorno fino a 16 ore, muovendosi lentamente. Anche i cavalli addomesticati hanno le stesse esigenze. Devono quindi poter avere accesso a foraggio grezzo (lettiera di paglia pulita, erba, fieno) per almeno 16 ore al giorno oppure essere nutriti con questo tipo di foraggio almeno tre volte al giorno. Il foraggiamento non serve solo a fornire l’energia e le sostanze nutrienti indispensabili per il cavallo, ma soddisfa anche il suo bisogno di essere occupato per varie ore al giorno.

Non bisogna però cadere nell’errore opposto, ovvero eccedere nelle quantità di foraggio. Alcuni equidi non hanno necessità di alimentarsi molto, pertanto occorre prestare particolare attenzione nel somministrare loro alimenti concentrati.

Gestazione e parto

Le femmine gravide devono poter partorire in tranquillità. Per i puledri il contatto con la madre e i conspecifici è essenziale.

Affinché gli animali dispongano di spazio sufficiente per il parto, le dimensioni dei box predisposti a tale scopo devono essere superiori di almeno il 30% a quelle previste per i normali box singoli; la medesima regola vale anche per i box in cui sono detenute giumente con puledri di età superiore ai 2 mesi.

I puledri e i cavalli giovani devono crescere all’interno di un gruppo per apprendere le forme di espressione proprie della razza.

Anche quando si trovano nel box per il parto, le giumente e i puledri devono avere un contatto visivo, acustico e olfattivo con altri cavalli.

Contatti sociali

La sua natura di animale predato fa sì che il cavallo prediliga la vita in gruppo, in quanto il branco è per lui fonte di sicurezza. Il contatto sociale è quindi importantissimo per questi animali. È vietato tenere un cavallo da solo, separato dai propri conspecifici, poiché questo tipo di detenzione non è compatibile con le caratteristiche e le esigenze della specie.

I cavalli che vivono allo stato selvaggio formano dei piccoli gruppi che fanno parte di un branco, all’interno del quale esiste una rigida gerarchia.

In effetti per i cavalli selvatici il contatto sociale continuativo è importantissimo: gli occhi di un intero branco vedono meglio degli occhi di un solo animale. Mentre il branco pascola, uno o più esemplari rimangono vigili, in modo che gli altri abbiano maggior agio di nutrirsi. I cavalli dominanti più esperti conducono il branco verso ricchi pascoli e fonti d’acqua. La vita in gruppo è quindi sinonimo di sicurezza.

Queste caratteristiche sono ancora ben presenti nei cavalli addomesticati, che quindi non vanno separati dai propri conspecifici. Anche quando si trovano nella stalla, i cavalli devono avere un contatto almeno visivo, acustico e olfattivo con individui della stessa specie.

La stabulazione in gruppo è adatta alla maggior parte dei cavalli. Bisogna però osservare alcuni requisiti strutturali che diano la possibilità agli animali di evitarsi e di mettersi al sicuro. Sono da evitare i passaggi stretti e i vicoli ciechi. Inoltre, i cavalli devono potersi nutrire indisturbati e dev’esserci la possibilità di separare temporaneamente dal gruppo gli esemplari malati.

Cura e salute

Prendersi cura degli animali significa prevenire malattie e ferimenti. Gli esemplari malati devono essere immediatamente accuditi a regola d’arte.

L’adozione di sistemi di detenzione adeguati è una premessa imprescindibile per mantenere gli animali in buona salute. In tal senso, non sono importanti solo un foraggiamento e un abbeveraggio sufficienti o un buon clima all’interno della stalla, bensì anche il movimento e i contatti sociali. Il modo in cui i cavalli vengono trattati riveste un’importanza determinante.

I detentori devono sottoporre gli animali a cure specifiche, in particolare per quanto riguarda gli zoccoli e il manto. Affinché i cavalli possano assumere una posizione anatomicamente corretta e muoversi in modo naturale, la cura degli zoccoli (con o senza protezione) deve essere svolta a regola d’arte. La lettiera va sostituita frequentemente per garantire che la parte cornea dello zoccolo non venga rovinata dal letame o dall’urina. La modifica della posizione naturale degli zoccoli, l’impiego di ferrature dannose e il fissaggio di pesi nella zona degli zoccoli sono vietati.

Al pascolo, i cavalli si rotolano nell’erba oppure si mordicchiano e si grattano a vicenda il manto. Quando non sono in grado di soddisfare queste esigenze naturali o possono farlo solo in misura limitata, è l’uomo che deve provvedere alla cura del manto attraverso una regolare pulizia e strigliatura.

Le condizioni di detenzione devono essere tali da mantenere gli animali in buona salute. In caso di necessità, va chiamato il veterinario.

Nel caso di cavalli denunciati come animali da reddito, di cui si utilizza la carne, i detentori sono tenuti a indicare i medicamenti impiegati nel giornale dei trattamenti. Il veterinario garantisce la sicurezza alimentare in seguito a un trattamento medicamentoso rispettando i termini d’attesa.

Utilizzo

Il settore equino, con i suoi diversi operatori, genera una cifra d’affari stimata in 1,58 miliardi di franchi e coinvolge numerosi ambiti, tra cui l’insegnamento dell’equitazione e la gestione di pensioni per cavalli.

Il settore equino dà impiego a oltre 10 000 lavoratori e comprende molteplici attività, come l’allevamento e il commercio di equini, la gestione di pensioni per cavalli, l’insegnamento dell’equitazione, la vendita di attrezzature equestri, la costruzione di infrastrutture, i trasporti, la produzione di foraggio, il commercio della carne, la professione di maniscalco, la medicina veterinaria, le assicurazioni specifiche, le pubblicazioni in materia, le manifestazioni ippiche, la pubblicità, le sponsorizzazioni, i media, i giochi.

Qualunque sia l’utilizzo cui i cavalli sono destinati, le loro esigenze restano immutate. E vanno rispettate!

Formazione

Chi dal 1° settembre 2008 detiene un numero di cavalli superiore a 5 deve disporre di un attestato di competenza in materia. A partire da 12 cavalli, la persona deve aver seguito una formazione professionale non legata a una professione (eccezione: azienda agricola).

Chi detiene oltre 5 cavalli deve poter esibire un attestato di competenza entro il 2013. Analogamente, dal 2013 chi detiene a titolo professionale un numero di cavalli superiore a 11 deve avere seguito una formazione specialistica non legata a una professione comprendente una parte teorica e una parte pratica.

Le persone che il 1° settembre 2008 erano già registrate come detentori di oltre 5 cavalli o erano gestori di un’azienda professionale di oltre 11 cavalli non devono svolgere la formazione. Sono esclusi da tali obblighi di formazione anche gli agricoltori dato che dispongono già di una formazione professionale e non sono quindi tenuti a seguire una formazione supplementare.

Le formazioni possono essere eseguite dalle organizzazioni appositamente riconosciute dall’UFV:

Trasporto

I trasporti rappresentano per gli animali un’enorme fonte di stress, e devono dunque avvenire nelle migliori condizioni possibili.

Non è certo un caso insolito che un cavallo debba essere trasportato in un’altra località, anche lontana, per partecipare a una gara o a un concorso. Proprio per questo il trasporto deve essere effettuato in modo da garantire le migliori condizioni possibili. La rampa per caricare e scaricare l’animale dal mezzo di trasporto deve essere antisdrucciolevole; inoltre, il pavimento del veicolo deve essere provvisto di lettiera in modo che il cavallo non perda aderenza con gli zoccoli. La durata del trasporto non deve superare le 6 ore.

Nel caso vengano trasportati più esemplari (verso il macello, all’alpeggio ecc.), lo spazio a disposizione sul mezzo di trasporto non deve essere eccessivamente ridotto, per evitare il rischio di scontri tra gli animali. Anche in questo caso il pavimento del veicolo deve essere provvisto di lettiera in modo che i cavalli non scivolino.

I trasporti di bestiame in Svizzera non devono superare le 6 ore. Chi trasporta animali a titolo professionale è tenuto a provvedere alla formazione e all’aggiornamento dei propri collaboratori. Per ogni trasporto deve essere designata una persona responsabile del benessere degli animali durante il viaggio. Il conducente del mezzo e l’addetto agli animali devono possedere una formazione pratica e teorica e sono tenuti ad aggiornarsi regolarmente.

Nel caso dei trasporti all’estero di durata superiore alle 8 ore, è obbligatorio sottoporre preliminarmente un piano di trasporto all’UFV.

Interventi e divieti

Le persone esperte possono marchiare i cavalli senza anestesia. Sono vietati il doping e l’asportazione dei peli tattili.

Come gli altri animali, anche i cavalli non devono essere maltrattati né costretti senza necessità a fatiche eccessive.

È espressamente vietato:

  1. somministrare sostanze e prodotti con l’intento di influenzare le prestazioni (doping),
  2. svolgere pratiche sessuali con gli animali,
  3. accorciare il fusto della coda,
  4. modificare la posizione naturale degli zoccoli, impiegare ferrature dannose e fissare pesi nella regione degli zoccoli,
  5. incitare o punire gli animali con dispositivi a scarica elettrica,
  6. impiegare in competizioni cavalli ai quali sono stati tagliati o anestetizzati i nervi degli arti, la cui pelle è stata resa ipersensibile o a cui sono stati applicati mezzi ausiliari che infliggono dolore,
  7. asportare i peli tattili (le vibrisse sono organi sensoriali!)
  8. immobilizzare la lingua.

Allevamento

L’allevamento deve essere praticato in modo tale che gli animali siano in buone condizioni di salute, escludendo il ricorso a metodi che ne pregiudichino il benessere e la dignità.

I cavalli giovani devono vivere in gruppo. Le giumente d’allevamento con puledri e i giovani cavalli devono poter godere ogni giorno di almeno due ore di uscita all’aperto.

Questo articolo è stato pubblicato in Igiene veterinaria il da .

Informazioni su Franco Belmonte

Born 1952. Degree in Biological Sciences University of Genova, Italy. Researcher, CNR of Italy 1977-'80 (neurochemistry) then various task related to biology till now. Active Member and Certified Trimmer of the American Hoof Association. Didactic activity: equine podiatry and nutrition. Area of interest: evolution and physiology. Airline pilot and flight instructor for living 1981-2002.