Perché Verona?
Come ogni anno alla metà di novembre, saremo sommersi da lettere, telefonate e post piagnucolanti di denuncia di condizioni ritenute non idonee, ferrature inappropriate, imboccature severe, cavalli fisicamente e psicologicamente provati. Tra mercatini di paccottiglia inutile e pizzette, nel rumore e nella ressa dopo un viaggio di centinaia di km. Viaggio che soprattutto gli animali patiscono. Verona appartiene ad un mondo parallelo che non appartiene e non si incontra con il movimento barefoot. Tantomeno ironfree. Un mondo che disdegna il nostro e ci allontana. Dove gli affari e le rendite di posizione passerebbero volentieri sopra al cavallo e a tutti coloro che concepiscono un piede scalzo o una bitlessbridle per pochi centesimi. E dove un posto in terza fila è venduto per non perdere una piccola fetta di paganti. Mi domando che cosa può andare a fare a Verona “uno di noi” se non per predisporsi ad un’ulcera.
Affari? Incontrare gente? Proporsi? Ma a chi? Per che cosa?
Vi invito ad una alternativa. Andate al mare, a passeggio nei boschi, divertitevi in campo.
Perché alimentare in qualche modo questa manifestazione sulle spalle degli animali? Disertate. Andate a dare una mano ad Italian Horse Protection, proponetevi per fare uscire un cavallo che avete adocchiato ed é sempre malinconico in un box lurido, tagliate le unghie ad un altro. Insomma fate qualche cosa di utile, magari anche una volta sola. Organizzatevi tra amici e conoscenti per questo ed inviate tutti insieme una bella lettera al comune ed alla organizzazione dichiarando che ne avete avuto abbastanza, che il mercato degli animali e le manifestazioni non sono altro che la propaggine degli zoo di antica memoria. Non ci vogliono ai loro concorsi, mettono di traverso le loro stupide regole funzionali ai loro interessi di bottega, ignorate le loro manifestazioni.
Non sono mai andato a Verona e tutti si stupiscono. Vivo benissimo. Una volta sono stato a Roma Cavalli per presentare un vecchio libro di Pete Ramey tradotto da “Ipparco”. E’ come essere all’estero in un paese di cui non capisci le usanze, inospitale sporco e ignorante. Non credo ci tornerò mai.
Con rispetto per gli animali,
bitlessandbarefoot-studio.org